Carceri, La Russa apre a Giachetti: “Il problema è il sovraffollamento, discutiamo della libertà anticipata”

“Il vero problema delle carceri è il sovraffollamento“. Lo ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa intervenendo al convegno “Un gesto di clemenza per le carceri” in corso a Palazzo Giustiniani. “Ne ho parlato con Giorgia Meloni e anche lei lo considera un problema molto importante“, ha aggiunto La Russa che ha detto di aver chiesto “un incontro a Roberto Giachetti” per discutere della sua proposta. Il deputato di Iv ha messo a punto un provvedimento che punta a modificare il sistema di detrazione di pena per la liberazione anticipata dei detenuti.
“Non bisogna dimenticare – ha aggiunto – che di questo problema del sovraffollamento ci dobbiamo assolutamente occupare. La soluzione non può essere, come nei decenni che ci hanno preceduto, episodica: cioè svuotiamo il carcere, in attesa che si riempia di nuovo, come è sempre accaduto“. Il problema va affrontato, ha osservato, con una soluzione “strutturale: troviamo luoghi di pena, idonei, nuovi. Ma nel frattempo?. Mi scrive Gianni Alemanno – che fra un pò farà il partito dei carcerati, se lo conosco bene – che ci vorranno tre-quattro anni, anche ammesso che si riesca, come promesso dal Governo, di affrontare il problema del sovraffollamento con nuove strutture. E in questi tre-quattro anni che succede? – ha proseguito La Russa – c’è La proposta di un gesto di clemenza, che però non credo che questo governo voglia seguire, anche perché in passato si è dimostrato privo di soluzione effettiva: la velocità con cui si tornava al sovraffollamento lo ha dimostrato.
C’è però una proposta Giachetti che non so se possa essere considerata accoglibile in toto, ma è un argomento per cui farò moral suasion perché se ne discuta. Ho chiesto a Giachetti di venirmi a trovare, voglio capire con lui come si può discutere di questo tema, magari riservandola a chi ha da scontare la parte finale della pena, magari riservandola a chi ha già scontato un numero di anni tali da garantire sulla sua buona condotta”, ha detto ancora La Russa. “A differenza dell’indulto – ha sottolineato – la liberazione anticipata ha un argomento in più: devi aver dimostrato una buona condotta o perlomeno di essere in linea con le regole, non è che deve fare opere pie in carcere, basta che uno si comporti bene.
Io credo che su quella strada un incontro fra maggioranza e opposizione, approfondito, possa e debba, magari solo limitando nel tempo La novità normativa, cioè dicendo ‘è una norma emergenziale che dura tre anni’, affrontare la questione con l’obiettivo di consentire, a chi deve scontare la pena in carcere, di farlo in una condizione non eccessiva di sovraffollamento. Un po’ di sovraffollamento può essere sostenuto – ha dichiarato – ma quello che c’è attualmente nelle carceri italiane è superiore alla sostenibilità. Da parte mia – ha assicurato – vi è una disponibilità a verificare che sia possibile perlomeno il confronto, senza pregiudizi fra chi propone e chi deve accogliere La proposta o farne altre o esaminarle“.
“Un esempio, ma non è il solo, potrebbe essere la liberazione anticipata, che oggi prevede una riduzione della pena di 45 giorni ogni semestre per buona condotta. Si potrebbe, in una fase emergenziale, estendere questo beneficio a 60 o 90 giorni, soprattutto per detenuti con pene brevi e che non si sono macchiati di reati particolarmente gravi. Sarebbe una misura concreta, equilibrata, che non nega la funzione della pena e allo stesso tempo aiuta a gestire una situazione drammatica, nel rispetto dei principi fondamentali“. Lo ha sottolineato il vicepresidente del Csm, Fabio Pinelli, in un passaggio del suo intervento, nella Sala Zuccari del Senato, al convegno ‘Per un gesto di clemenza nelle carceri‘ che ha messo al centro l’emergenza del sovraffollamento negli istituti di pena e le possibili soluzioni deflattive. Questa ‘soluzione’ emergenziale, ad avviso di Pinelli “permetterebbe, per un verso, di evitare che lo Stato lanci un messaggio contraddittorio: minacciare la pena e poi non eseguirla, per altro verso, eviterebbe di ignorare le condizioni delle carceri e il valore della dignità umana“.
“Aggiungo due ultime considerazioni.– ha proseguito Pinelli – la prima: il ruolo del magistrato di sorveglianza. Il sovraffollamento e la carenza di personale compromettono gravemente la possibilità di un rapporto diretto e continuo tra magistrato e detenuto. Questo rapporto è essenziale per valutare il percorso rieducativo e decidere, con cognizione di causa, l’accesso a benefici o misure alternative. Se viene meno, il rischio è duplice: il magistrato di sorveglianza può concedere benefici a chi non ha compiuto il necessario percorso di rivisitazione critica delle proprie condotte o, all’opposto, il magistrato potrebbe rifugiarsi in un atteggiamento difensivo, non favorendo percorsi di reinserimento. La seconda considerazione: una visione moderna della pena. Dobbiamo evitare – ha sottolineato inoltre Pinelli – che al provvedimento che voglia superare il dramma del sovraffollamento carcerario non si accompagni un piano strategico carceri/detenzione di medio-lungo termine, e una più ampia riflessione su cosa debba essere la pena in una democrazia avanzata del XXI secolo“, ricordando che “la pena però non è vendetta, è rieducazione“.
“L’uso esclusivo della sanzione penale, con una pena scontata in condizioni strutturali carcerarie spesso indegne, non fa che alimentare la recidiva. In un sistema moderno, invece, dobbiamo interrogarci su quali conflitti debbano essere affidati alla giurisdizione penale e quali possano essere affrontati con altri strumenti“, ha concluso Pinelli. Intanto, “Rita Bernardini, Presidente di Nessuno tocchi Caino, al suo 22° giorno di sciopero della fame a sostegno di un anno di riduzione di pena per tutti i detenuti ha sospeso l’iniziativa nonviolenta, per salutare l’intervento del Presidente del Senato Ignazio La Russa e la sua apertura a una misura deflattiva“. È quanto si legge in una nota dell’associazione ‘Nessuno tocchi Caino‘. “La Russa, intervenendo al Convegno “Per un gesto di clemenza nelle carceri” organizzato da “La Valle di Ezechiele” grazie a Don David Riboldi, ha riconosciuto che il principale problema del carcere è il sovraffollamento e ha ritenuto che La soluzione più adeguata a governarlo sia la proposta di legge sulla liberazione anticipata presentata dal deputato Roberto Giachetti di Italia Viva sulla base di un testo predisposto da Nessuno tocchi Caino“, continua La nota.
“Sulla stessa lunghezza d’onda della seconda carica dello Stato, si è espresso il vicepresidente del CSM Fabio Pinelli. D’altro canto, La prima carica dello Stato, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella non ha mai cessato di sollevare il drammatico problema del sovraffollamento carcerario. Il Presidente del Senato ha annunciato altresì di aver chiesto un incontro con lo stesso Giachetti che si terrà nei prossimi giorni. La sospensione dello sciopero della fame – si spiega – è avvenuta a seguito di una richiesta di Don David Riboldi che ha offerto un pezzo di pane a Bernardini che ha accettato“. “Sospendo lo sciopero della fame come segno di riconoscimento di questa importante apertura politica volta a superare pregiudizi e ad affrontare un problema non rinviabile, quello del crescente sovraffollamento carcerario che crea condizioni inumane e degradanti per i detenuti e i ‘detenenti’, cioè chi in carcere ci lavora a partire dalla polizia penitenziaria“, ha dichiarato Rita Bernardini. “La mia è una sospensione“, ha proseguito La Presidente di Nessuno tocchi Caino, “e chiedo intanto alle oltre 150 persone che hanno aderito alla iniziativa nonviolenta di sciopero della fame di proseguirlo per accompagnare insieme questo processo che oggi ha visto un’apertura politica significativa“.
Qual è la tua reazione?






