Frode al Recovery Fund, sequestrati 3,3 milioni in Italia

Bruxelles – Sospetta partecipazione a un’organizzazione criminale, frode aggravata contro lo Stato italiano, frode contabile e fiscale, frode contro il bilancio dell’Ue: tutto questo è al centro dell’operazione condotta in Italia dalla Guardia di Finanza di Biella su richiesta della Procura europea (Eppo) di Torino, e che ha portato al sequestro di 3,3 milioni di euro, cifra corrispondere ai proventi delle attività illecite. Un totale di 35 persone e 16 società sono sotto inchiesta per sospetta partecipazione a un’organizzazione criminale, per quella che si configura come una vera e propria rete ramificata.
Gli inquirenti precisano che tutti i soggetti al centro dell’indagine avrebbero presumibilmente defraudato i bilanci pubblici ottenendo “in modo fraudolento” i fondi del Recovery, rivendicando crediti d’imposta per lavori di efficienza energetica fittizia. Più nello specifico i sospetti, consulenti fiscali e centri di servizi contabili operanti in tutta Italia, avrebbero costituito società fittizie intestate a nomi falsi e falsificato i conti delle società per accedere al finanziamento pubblico e agli incentivi fiscali.
Durante le perquisizioni sono stati eseguiti 18 mandati presso località delle province di Arezzo, Empoli, Fermo, Firenze, Bologna, Pesaro, Perugia, Prato, Roma, Torino, Verona, Vicenza per ottenere prove, compresi documenti fiscali e contratti. Una vasta operazione condotta dunque in sette diverse regioni (Toscana, Lazio, Marche, Emilia-Romagna, Piemonte, Umbria e Veneto). I fondi detenuti da quattro sospetti nei loro conti bancari italiani sono stati sequestrati fino a un totale di 3.385.986 euro. Le forze dell’ordine fanno sapere che beni come immobili e veicoli “saranno sequestrati per recuperare l’importo equivalente” a quello sottratto illegalmente se il corso delle indagini dovesse provarne la necessità.
Indagini e operazioni condotte in Italia per frodi ai danni del bilancio Ue e nello specifico contro il Recovery Fund sono già state portate avanti. Non è dunque la prima volta che si riscontrano illeciti in questo ambito. Ad aprile dello scorso anno sono emerse frodi contro il piano nazionale per la ripresa (Pnrr), finanziato proprio con il Recovery Fund, per 600 milioni di euro.
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