Per il Gruppo Moncler un primo semestre flat a 1,2 mld. Cala la redditività
Moncler Group rimane stabile. Dopo aver superato le aspettative nel primo trimestre, il gruppo guidato da Remo Ruffini chiude il primo semestre 2025 con ricavi pari a 1,225 miliardi di euro, in crescita dell’1% a cambi costanti rispetto ai 1,230 miliardi registrati nel medesimo periodo dell’anno precedente ma in linea a cambi correnti.
A sostenere la performance sono i risultati del brand Moncler, che archivia la prima metà dell’anno con 1,039 miliardi di euro, segnando un incremento dell’1% a cambi costanti (in linea a cambi correnti). Le vendite di Stone Island registrano un calo dell’1% sia a cambi costanti che correnti, fermandosi a 186,7 milioni. Tuttavia, la contrazione ha rallentato il suo trend rispetto al -5% del primo trimestre, grazie a un secondo trimestre positivo (+6%) e buone performance nei canali dtc (+3%) e wholesale (+9% a cambi costanti, anno su anno) e nel mercato asiatico (+14 per cento).
Nel solo secondo trimestre il turnover del gruppo ha visto ricavi pari a 396,6 milioni, in calo dell’1% rispetto allo stesso periodo del 2024. I marchi Moncler e Stone Island hanno registrato rispettivamente 317,2 milioni e 79,4 milioni. Un andamento generale che non soddisfa le aspettative del mercato, dove in mattina il player scivola con azioni in calo di quasi quattro punti percentuali (dopo un’apertura in flessione del 5%, al momento il titolo viaggia sui -3 punti percentuali).
Gli analisti – come riportato da Radiocor – , pur commentando che i numeri sono risultati abbastanza in linea con le attese, soprattutto rispetto ai ricavi, sono rimasti infatti delusi, sperando che Moncler potesse performare meglio e che il management esprimesse indicazioni più ottimiste per i mesi a venire. Mesi per cui, sottolinea l’agenzia, l’azienda non ha dato invece alcuna previsione. A sollevare la preoccupazione ci sono dunque, ancora una volta, le aspettative, con i flussi turistici (che rappresentano una parte cospicua delle vendite del gruppo, circa un terzo delle vendite in Giappone, e una percentuale superiore in Emea secondo Bernstein) che potrebbero continuare a soffrire, impattando negativamente sui conti. Sebbene la domanda interna in Nord America rimanga solida, essa rappresenta solo il 14% dei ricavi di Moncler nel primo semestre, hanno sottolineato gli analisti di Mediobanca, che inoltre hanno puntato l’indice sulle preoccupazioni espresse dal management per quanto riguarda i margini 2025, non assicurando che saranno elevati come in passato.
Per quanto riguarda il marchio Moncler, come evidenziato nel bilancio, il secondo trimestre ha visto un rallentamento (-2% a cambi costanti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), influenzato da una contrazione sequenziale nel canale dtc, che segna un -1% a cambi costanti. Tale flessione, precisa l’azienda, è stata causata da un contesto macroeconomico globale complesso e – come accennato – dalla decelerazione dei flussi turistici, che ha colpito in particolare le regioni Emea e il Giappone, mentre le Americhe hanno registrato una ripresa. Il calo più significativo arriva dal canale wholesale, che segna un -6% sia a cambi correnti che costanti.
Rispetto all’andamento di Stone Island, come anticipato, a far respirare il business è il mercato asiatico (che include Apac, Giappone e Corea) con 52,3 milioni di ricavi, in crescita del 14 per cento. Nel secondo trimestre la regione è cresciuta invece del 13%, “grazie principalmente alla continua solida performance della Cina e del Giappone”. Tutte le altre regioni hanno però il segno meno: il calo dell’Emea è del 5% mentre le Americhe scendono del 15 per cento.
Sul fronte della redditività, il gruppo ha registrato un calo dell’Ebit, che si attesta a 224,8 milioni di euro, in diminuzione rispetto ai 258,7 milioni dell’H1 2024, con una marginalità sui ricavi del 18,3% (contro il 21,0% dello stesso periodo dell’anno precedente). La causa principale di questa riduzione risiede in una diversa ripartizione delle attività di marketing tra il primo e il secondo semestre rispetto all’anno scorso. Il risultato netto si attesta invece a 153,5 milioni di euro, segnando un decremento del 14,7 per cento.
“Il primo semestre dell’anno ci ha ricordato ancora una volta quanto il mondo possa essere imprevedibile e complesso e quanto sia fondamentale per le aziende rimanere vigili e agili, continuando al tempo stesso a investire nei propri marchi”, ha commentato Remo Ruffini, presidente e AD del gruppo. “In questi momenti è cruciale concentrarsi sull’esecuzione della strategia con disciplina, rigore e flessibilità. Dobbiamo anche continuare a rafforzare i nostri marchi, puntando su creatività distintiva e una costante ricerca dell’eccellenza nel prodotto, mantenendo un legame forte con le nostre community. In un contesto di incertezze macroeconomiche, il nostro gruppo continuerà a operare con coerenza e resilienza, affrontando le sfide esterne come opportunità per il futuro”.
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