Lazaar ambasciatore del Racing City Group: “Voglio dare una mano per riportare in alto il Varese”


Da Venegono Superiore alla polvere dell’antistadio, poi la Primavera e l’esordio in Serie B con la maglia biancorossa. È stato uno degli ultimi prodotti dal calcio a Varese, capace di fare il grande salto dal vivaio biancorosso fino alla Serie A, ma anche Premier League, Primera Liga portoghese e gli Emirati Arabi, un percorso impreziosito da una ventina di presenze con la nazionale marocchina. Insomma, Achraf Lazaar ha saputo coltivare il suo talento per scoprire il grande calcio e farsi un’idea di come gira questo mondo.
Ora, a 33 anni, non ha ancora detto addio al calcio – «Se trovo una squadra di buon livello che mi dà fiducia il sogno è ancora quello del mondiale con il Marocco l’anno prossimo» – ma nello stesso tempo ha iniziato la sua carriera da dirigente collaborando con il Racing City Group. Come si legge nel sito di questa realtà, si tratta di “un leader globale nel settore delle attività sportive, che comprende la proprietà di club, le più grandi accademie di calcio al mondo, la gestione dei giocatori e i tour calcistici”. Proprietario del gruppo è Morris Pagniello, ex giocatore italo-australiano, nato a Melbourne nel 1977 e ora a capo di questa impresa del calcio.
«Ho conosciuto Morris quando giocavo a Novara – spiega Lazaar – con un semplice contatto via Instagram. Ci siamo parlati di persona e ho capito che era un personaggio fuori dalle righe, capace di vedere avanti. Tante persone mi parlavano bene di lui e del suo lavoro e così abbiamo iniziato a collaborare fino a diventare “technical advisor”. Sono consigliere e ambasciatore del gruppo, una realtà che ha già una grande e forte base e che collabora con società del calcio mondiale come il Torino e il Monaco, ma anche come il Catania dove c’è Ross Pelligra. Non solo, perché in molti casi il gruppo è anche proprietario del club o gestisce direttamente il settore giovanile, come nel caso del Rayo Vallecano, o la squadra femminile. Questo porta il giro di affari ad allargarsi sempre di più».

Ma il collegamento che ha fatto Lazaar è stato quello tra il Racing Group e il Varese , che tra pochi giorni tornerà a chiamarsi Varese Football Club (leggi qui). «Abbiamo già parlato con la famiglia Rosati, che sta facendo un ottimo lavoro e mi spiace non sia ancora riuscita a tornare tra i professionisti. Mi piacerebbe dare una mano, alla squadra e alla città, perché torni alle categorie che si meritano». Parole importanti che aprono a progetti futuri in città. «Ho girato tutto il mondo ma di cartoline paesaggistiche come quelle che offre questa provincia non ne ho trovate da nessun’altra parte. Sono legato a Varese e mi sento in dovere di restituire quello che di buono ho ricevuto negli anni. Questa è ancora casa mia, la mia famiglia vive ancora in provincia e il mio futuro lo vedo qui. A maggior ragione vedendo ora il Como in Serie A e il Varese ancora in Serie D non posso negare che un po’ mi brucia».
«Il progetto che ho proposto e sul quale vorrei puntare per partire è l’International School – spiega Lazaar -. È un’iniziativa per far crescere i ragazzi da tutto il mondo che aspirano a diventare calciatori in un ambiente protetto senza far loro mancare nulla. La stiamo facendo a Montecarlo con il Monaco e voglio realizzarlo anche qui. Quindi non parliamo solo di prima squadra, per la quale comunque ci sarebbero investimenti, ma anche di vivaio e femminile. Porteremo tanti ragazzi e ragazze in città, anche per questo ho un appuntamento con il sindaco Davide Galimberti, perché ci servirebbero le strutture per far partire l’Academy. Voglio portare professionalità, so che è un lavoro di un anno e dovremo farlo in tre mesi ma abbiamo ben focalizzato l’obiettivo. Bisogna dare un forte impulso per far rivivere Varese. Mi piacerebbe che tanti altri ragazzi riuscissero a fare carriera, partendo dal campo in terra dell’antistadio fino alla nazionale, come ho fatto io con il Marocco».
Lazaar ha le idee chiare ed è pronto a muoversi perché il Racing Group possa avere una ricaduta anche a Varese. «Lo faccio con tanto cuore, voglio provarci. Vedo che il Racing Group ha una grande forza e penso che Varese possa essere il posto giusto per lavorare. L’ho detto ai miei soci e hanno subito accettato questa sfida. Noi siamo pronti a partire».

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