Media Valbisagno, territorio al bivio? Cafasso: “Bisogna seguire il bene comune, basta opere calate dall’alto”

Maggio 19, 2025 - 22:30
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Media Valbisagno, territorio al bivio? Cafasso: “Bisogna seguire il bene comune, basta opere calate dall’alto”
giacomo cafasso

Genova. La Val Bisagno potrebbe trovarsi ad un bivio, alle prese con quella che molti residenti percepiscono come un’ingiusta concentrazione di impianti impattanti sul territorio e un futuro incerto per le proprie infrastrutture. A parlarne è Giacomo Cafasso, candidato presidente per il municipio IV Media Valbisagno per Uniti per la Costituzione, alla prova delle urne dopo il mandato di consigliere municipale.

Cafasso, come vede il territorio della Media Valbisagno? Quali sono le prospettive di questa “periferia”?
“Vorrei partire da una situazione legata alla Val Bisagno, che continua a non cambiare e a non migliorare, anzi, a trovarsi in una condizione, secondo me, peggiore rispetto agli anni precedenti. Si continua a utilizzare la Val Bisagno come un luogo dove sistemare tutte le servitù e, nonostante cambino le amministrazioni, questi spazi sono sempre più grandi, legati alle servitù. Si danno autorizzazioni all’insediamento di impianti insalubri nella vallata.”

A cosa si riferisce?
“Mi riferisco all’impianto di bitumi, alla cava Cavalletti, e al fatto che la Val Bisagno sia stata trattata come un’area di sperimentazione. Siamo stati i primi a sperimentare il nuovo servizio di raccolta differenziata, e ciò è andato a discapito di un eventuale trasporto con i filobus, a mio parere. Si è poi attuato, attraverso i quattro assi, un sistema di trasporto pubblico elettrico di cui non abbiamo effettiva conoscenza e consapevolezza riguardo la sua durata nel tempo, efficienza e costo. Potrebbe persino essere necessario cambiare nuovamente l’intero parco mezzi dei bus solo per la Val Bisagno. Ci sono poi le prospettive legate all’ampliamento, con la volontà di realizzare lo Skymetro. Noi siamo contrari a questo progetto perché è assolutamente impattante, eccessivo nei costi, nella realizzazione e nei tempi, rispetto al potenziale utilizzo da parte della popolazione. Non siamo neanche favorevoli al tram; crediamo piuttosto che sia necessaria una mediazione tra le diverse opzioni. Per la Val Bisagno è indispensabile un sistema di trasporto pubblico veloce, in sede propria, che garantisca tempi di percorrenza e sia economico rispetto al mezzo privato. Deve dare al nostro territorio la possibilità di muoversi in sicurezza e garantire le stesse opportunità di trasporto di altri quartieri. Non dobbiamo per forza scegliere una soluzione unica; siamo aperti a valutare progetti e soluzioni alternative. L’importante è che si faccia qualcosa che sia conforme al territorio e al rispetto dei cittadini, e che quando si investono fondi pubblici, sia fatto per il bene comune. I cittadini non devono pensare egoisticamente a un proprio danno se si attua un sistema di trasporto che va incontro alle esigenze della collettività; è necessario valutare l’interesse generale che va tutelato, oltre a quello del singolo privato”.

Trasporto pubblico che però al momento ha portato in vallata nuove rimesse..
“Infatti, c’è l’idea di attuare un sistema di trasporto pubblico veloce per diminuire il traffico su gomma. Tuttavia, allo stesso tempo si realizzano il crematorio, si amplia la nuova isola ecologica (sebbene con un nome diverso), si potenziano attività come il nuovo palazzetto dello Sciorba e le cave. Tutte queste situazioni costringono poi le persone a usare l’auto, perché non credo che si vada all’isola ecologica in autobus portandosi un mobile o batterie, né che gli autisti che vanno ai depositi si muovano senza i propri mezzi, come scooter o altro. Prevedo che l’utilizzo del trasporto pubblico sarà quasi esclusivamente riservato ai residenti. La nostra vallata è ricca di padroncini e piccole imprese che necessitano di muoversi con i propri mezzi per le loro attività artigianali e altro. Pertanto, ritengo difficile che anche con un sistema di trasporto pubblico veloce il traffico possa diminuire significativamente; sarà probabilmente utilizzato solo da residenti e pendolari, ma il traffico generale rimarrà comunque rilevante.”

E poi c’è il crematorio, voluto dal centrodestra e praticamente terminato nella sua costruzione, nonostante la ferma opposizione del territorio
“La nostra posizione è chiara: l’idea di costruire un crematorio all’interno del cimitero monumentale è inaccettabile, specialmente dopo che altri territori si sono rifiutati di averlo nel loro quartiere. Come già accaduto con le rimesse degli autobus, alla fine ci ritroviamo qui in Val Bisagno con un altro impianto ovviamente insalubre, perché, essendo paragonabile a un inceneritore, non certo da quei camini uscirà aria pura. Non siamo né amici né nemici delle imprese. Tuttavia, agevolare le imprese a discapito del bene comune, della salute dei cittadini e della collettività, richiede di trovare un compromesso. Bisogna valutare innanzitutto l’utilità di ciò che un imprenditore chiede e se effettivamente serve alla comunità. Un insediamento che, una volta attuato, complica la vita dei cittadini e peggiora la qualità della vita degli abitanti limitrofi, non è accettabile. Credo sia necessario attuare un nuovo parametro, un nuovo sistema di giudizio delle imprese che non sia settoriale. Non si tratta solo di ‘creare lavoro’ aprendo qualsiasi attività l’imprenditore proponga, o di dare una lettura ‘conveniente’ delle norme per poi dire ai cittadini che c’è occupazione e posti di lavoro. Tutte queste giustificazioni spesso sono lontane dalle reali esigenze dei cittadini, ed è anche per questo che poi ci si domanda perché i cittadini non vanno più a votare”.

Tema cruciale per la vallata è quello del contrasto al dissesto idrogeologico. Un territorio fragile che necessita di una cura costante, preventiva, ma che spesso si trova a inseguire l’emergenza.
“Innanzitutto, il nostro territorio è fragile rispetto a tante altre situazioni locali. Lo scolmatore del Bisagno, pur non garantendo la sicurezza totale, limita il rischio, ma non lo elimina del tutto. Abbiamo il grave problema di un territorio instabile e fragile, e gli investimenti attuali non sono sufficienti perché sono ‘a tampone’, a macchia di leopardo, senza una visione generale degli interventi necessari. Non dobbiamo dimenticare che, oltre ai rivi e ai problemi legati al loro passaggio in molte proprietà private, il nostro territorio è collinare e non pianeggiante. Le alture presentano un sistema di captazione delle acque non più all’altezza della situazione: le acque piovane cadono e vengono convogliate direttamente nella fognatura, cosa che si dovrebbe evitare, specialmente nelle aree allagabili a valle. Occorrerebbe quindi una progettazione non solo per la sicurezza e la manutenzione, ma anche per la captazione delle acque piovane, sapendo che le ‘creuze’ diventano veri e propri corsi d’acqua in caso di bombe d’acqua, riversandosi sulle strade. In due o tre minuti, tutto precipita a valle, lungo gli argini destro e sinistro del Bisagno, allagando abitazioni, attività commerciali e quant’altro”.

Ma la Media Valbisagno esprime anche delle velleità culturali forse ancora inespresse.
“Noi abbiamo una biblioteca e il Teatro Cine Nazionale, attualmente in fase di ricostruzione. Tuttavia, si aprirà poi la partita fondamentale della sua gestione. Ci sono preoccupazioni e sembra si voglia destinarlo anche all’università, o ad altro. Bisogna comprendere come sta cambiando il territorio in merito alla popolazione residente. Se parliamo di cultura, intesa sia come livello medio-culturale degli abitanti sia come servizi offerti, è fondamentale agire su più fronti. Innanzitutto, non dobbiamo limitare gli artisti che desiderano organizzare e creare eventi, anche in strada e sul territorio. Non si devono porre freni a quelle forme d’arte e cultura legate alla singola persona che possono essere a disposizione di tutti. Dobbiamo cercare di evitare di concentrare o trasferire le persone nei luoghi di cultura, ma piuttosto offrire la possibilità di fruirne direttamente sul territorio, anche tramite artisti di strada. Questo tipo di arte ed espressione, a mio parere, fa solo bene ai cittadini e alle attività locali. Inoltre, se analizziamo la situazione culturale sul territorio, constatiamo un costante aumento di cittadini stranieri provenienti da diverse culture. A questo riguardo, ritengo che si debba approfondire la questione con università, psicologi ed esperti del settore culturale, perché la Val Bisagno sarà sempre più abitata da cittadini anche extracomunitari. Dobbiamo capire come intervenire, quali offerte e proposte possiamo e vogliamo dare anche a questi cittadini che vivono e partecipano alla vita della comunità e anche economica. Credo ci siano vari aspetti oltre la semplice costruzione di nuovi luoghi di cultura, che peraltro, con la crisi economica, potrebbero anche essere messi in difficoltà. Devono esserci spazi e incentivi per i giovani, per avviarli a tutte le nuove forme o forme di cultura, dalla musica alla poesia, dalla letteratura alla recitazione, e anche alle arti manuali o grafiche. Qualsiasi cosa possa sviluppare la personalità dell’individuo va agevolata, e servono luoghi preposti con incentivi e fondi dedicati.”

Cafasso, lei come tutti i candidati di Uniti per la Costituzione vi presentate come outsider, cosa “offrite” agli elettori e cittadini con queste candidature?
“Si dovrebbe puntare su di noi innanzitutto perché abbiamo dimostrato terzietà nei confronti degli argomenti e delle situazioni territoriali, anche quelle portate avanti dal Consiglio Municipale e contrastate dalla minoranza. Abbiamo una posizione di terzietà anche rispetto sia alla contrapposizione che alla proposta del Comune. Spesso presentiamo proposte totalmente differenti, e credo che per i cittadini sia un arricchimento avere una voce in più che possa aggiungere valore ed eventualmente correggere decisioni o interpretazioni errate, anche da parte delle minoranze. Riteniamo che ogni decisione sul territorio debba basarsi sul bene comune, che è la nostra linea principale. Votare uniti per la Costituzione significa avere una voce libera in municipio, scevra da ideologie legate a un pensiero di sinistra o di destra, ma orientata ai valori e principi costituzionali che mirano a tutelare gli interessi di tutti”.

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Redazione Redazione Eventi e News