Oltre 8mila rapaci al giorno in volo sullo Stretto di Messina, ma la rotta migratoria è minacciata dal Ponte

Maggio 20, 2025 - 00:00
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Oltre 8mila rapaci al giorno in volo sullo Stretto di Messina, ma la rotta migratoria è minacciata dal Ponte

Anche quest’anno, per la quarantaduesima volta consecutiva, lo Stretto di Messina ospita uno dei più importanti campi antibracconaggio d’Europa, con un doppio obiettivo: proteggere e monitorare una delle principali rotte migratorie mondiali dell’avifauna. I dati raccolti tra il 15 marzo e il 15 maggio sulla sponda siciliana sono impressionanti: oltre 60.000 rapaci migratori censiti in appena due mesi, con punte giornaliere di oltre 8.000 individui in volo.

«Numeri documentati che contraddicono in modo inequivocabile quelli più tranquillizzanti presentati dalla Società di Messina alla Commissione Via per il progetto del ponte sullo Stretto – spiegano dal Panda nazionale – e che la Commissione Via ha ritenuto inadeguati tanto da prescrivere ante operam un monitoraggio che copra un anno intero sulle specie migratorie prendendo in considerazione anche altre fasce orarie rispetto a quelle analizzate».

Falchi pecchiaioli, grillai, falchi pescatori, aquile reali, albanelle, falchi della regina e pellegrini: sono solo alcune delle specie osservate in migrazione, provenienti da migliaia di chilometri di volo dall’Africa subsahariana verso il Nord Europa. Un viaggio complesso, reso ancora più delicato dal tratto di mare tra Sicilia e Calabria: una strettoia ecologicamente preziosa, scelta dagli uccelli proprio perché riduce lo sforzo del volo sul mare aperto.

A rendere questo corridoio ancora più vulnerabile è ora la minaccia rappresentata dal progetto del Ponte sullo Stretto, che andrebbe a occupare almeno 70.000-75.000 metri quadrati di spazio aereo, con strutture, cavi e impalcati che potrebbero interferire pesantemente con la traiettoria degli uccelli. Il Wwf sottolinea come le valutazioni finora presentate dalla società proponente siano non solo lacunose nei censimenti, ma non tengano adeguatamente conto di fattori essenziali come vento e meteo, fondamentali per le rotte di planata degli uccelli.

Ancora più allarmanti sono le discrepanze rilevate nei conteggi sul versante calabrese, utilizzati per le valutazioni d’impatto: appena 22.000 esemplari censiti, il 63% in meno rispetto alla sponda siciliana. Una differenza che – come evidenzia il Wwf – ha una probabilità statistica di accadere per puro caso inferiore al 2%. Dove sono finiti i migratori mancanti? È evidente che si tratta di una sottostima, probabilmente legata a un campionamento parziale e non rappresentativo dell’intera area.

Il campo antibracconaggio, promosso dall’Associazione mediterranea per la natura con il supporto del Wwf Italia e della fondazione tedesca Stiftung Pro Artenvielfalt, continua così a svolgere un ruolo fondamentale non solo nella tutela concreta degli uccelli – grazie al lavoro di volontari e forze dell’ordine – ma anche nel fornire dati scientifici di valore globale.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia