Puma tiene il passo, ma con margini in caduta: utile quasi azzerato nel Q1

Maggio 8, 2025 - 23:30
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Puma tiene il passo, ma con margini in caduta: utile quasi azzerato nel Q1
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Si conferma un periodo complesso per il business di Puma. Dopo aver annunciato nei mesi scorsi un peggioramento delle prospettive per il 2025, il gigante tedesco dello sportswear deve fare i conti con una trimestrale segnata da margini in calo e vendite in lieve rallentamento. Nel primo trimestre dell’anno, il player di Herzogenaurach ha archiviato un fatturato di poco superiore ai 2 miliardi di euro (2,076 miliardi), con un calo dell’1,3% a cambi correnti e una crescita dello 0,1% a cambi costanti. Un risultato che, complice anche un outlook 2025 invariato, non ha avuto un impatto negativo sul mercato: le vendite sono infatti risultate leggermente superiori alle previsioni degli analisti, che – secondo quanto riportato da Reuters – stimavano un fatturato pari a 2,041 miliardi di euro. Attualmente, le azioni del marchio alla Borsa di Francoforte registrano un incremento del 5,48 per cento.

In negativo invece la performance sul fronte della redditività: il margine di utile lordo è sceso di 60 punti base, al 47,0%, l’ebit rettificato è calato del 52,4%, attestandosi a 76 milioni di euro, mentre l’utile netto è crollato a 0,5 milioni, contro gli 87,3 milioni registrati nel primo trimestre 2024.

A livello geografico, la regione Emea ha registrato un incremento del 4,2% a cambi correnti, mentre le Americhe hanno segnato una flessione del 4,6%, penalizzate dal rallentamento in Nord America, parzialmente compensato dalla solida espansione dell’America Latina. In calo anche la regione Asia-Pacifico (-5,7%), ancora frenata dalla persistente debolezza del mercato cinese.

Puma King Indoor ‘Royalty’, Ph. about.puma.com

Per quanto riguarda i canali di vendita, il wholesale è sceso del 4,9% a cambi correnti, penalizzato soprattutto da Stati Uniti e Cina. Al contrario, il canale direct-to-consumer (dtc) ha registrato un andamento molto positivo, crescendo del 10,6%, grazie in particolare all’e-commerce, in aumento del 17,3%, mentre le vendite nei negozi di proprietà sono salite dell’8,9 per cento.

Dal punto di vista dei prodotti, le calzature restano il comparto più dinamico, con un incremento delle vendite del 0,4% a cambi correnti, spinto dalle linee Running, Basketball e Sportstyle. In calo invece l’abbigliamento (-2,3%) e gli accessori (-5,4%), con una performance negativa attribuita in particolare alla categoria Golf.

Nonostante i risultati contrastanti, il sentiment del gruppo resta positivo, come sottolinea nella nota ufficiale Markus Neubrand, CFO di Puma. “Nonostante le sfide affrontate nel trimestre – tra cui un lieve calo del margine di profitto lordo e un aumento dei costi operativi – restiamo determinati nell’implementazione del nostro programma di efficienza sui costi di nuova generazione, che sta avanzando secondo i piani. Siamo sulla buona strada per ridurre di circa 500 posizioni corporate a livello globale entro la fine del secondo trimestre 2025”, ha spiegato il manager, sottolineando come “in un contesto globale in continua evoluzione e segnato dalla volatilità macroeconomica, ci concentriamo su fattori sotto il nostro controllo, offrendo un servizio rigoroso ai nostri partner retail, consumatori e ambassador del brand”.

La partnership di Formula 1 x Puma, Ph. about.puma.com

Non tenendo in considerazione lo spettro dei dazi Usa, Puma ha inoltre confermato le previsioni per l’intero anno, che indicano una crescita delle vendite a cambi costanti compresa tra il basso e medio single-digit, ovvero tra l’1% e il 5 per cento. “L’azienda – si legge nel report finanziario – riconosce i cambiamenti in corso relativi ai nuovi dazi statunitensi recentemente annunciati. Tuttavia, l’esito di tali sviluppi resta altamente incerto e, per questo motivo, le previsioni attuali non includono gli eventuali impatti derivanti dai dazi annunciati dopo l’outlook iniziale dell’11 marzo 2025”. Lo scorso marzo, il ‘ritocco’ sulle previsioni (Il consensus del mercato prevedeva un aumento del 7 per cento) aveva causato un crollo in Borsa di 23 punti percentuali, al minimo dagli ultimi nove anni.

La comunicazione dei dati relativi al primo trimestre arriva anche a ridosso della notizia dell’uscita di scena di Arne Freundt, CEO del gruppo, dopo 14 anni in azienda. Puma ha spiegato in una nota i motivi del ‘divorzio’: “Freundt e il consiglio di amministrazione hanno convenuto di comune accordo che le dimissioni del CEO fossero opportune, a causa di opinioni divergenti sull’esecuzione della strategia del gruppo”. Al suo posto, a partire dal prossimo 1° luglio, entrerà Arthur Hoeld, ex membro del consiglio esecutivo responsabile delle vendite globali di Adidas, che assumerà il ruolo di presidente del consiglio di amministrazione e amministratore delegato.

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Redazione Redazione Eventi e News