Cuoieria Fiorentina, fatturato a +30% in tre anni. Il made in Italy scommette sull’artigianalità

Fondata nel 1978 nel cuore della Toscana, a Reggello, Cuoieria Fiorentina nasce da un’intuizione di Tiziano e Luciana Meini ed è profondamente legata al territorio e alla cultura artigianale locale, rappresentando oggi l’eccellenza della pelletteria made in Italy. Partiti da un piccolo garage con la volontà di creare borse e accessori che raccontassero una storia unica, hanno saputo costruire negli anni un’azienda solida, capace di unire artigianalità, creatività e visione strategica. Il loro talento è stato quello di dare vita a un’impresa flessibile, in grado di adattarsi alle sfide del mercato pur mantenendo saldi i valori dell’eccellenza artigianale e del made in Italy.
Dalle prime lavorazioni manuali fino a essere oggi un brand presente con 18 negozi monomarca e una rete di oltre 300 retailer in Italia, la storia dell’azienda è un percorso di evoluzione coerente, capace di fondere tradizione e innovazione. E oggi, la seconda generazione – con Elisa e Marco Meini alla guida – raccoglie questa eredità preziosa, portando avanti con determinazione una tradizione fatta di sapere artigiano e innovazione, e reinterpretandola con uno sguardo rivolto al futuro. “I miei genitori hanno iniziato questa avventura da ragazzi, vendendo alle fiere dell’artigianato,” racconta a Pambianconews Elisa Meini, oggi alla guida dell’azienda insieme al fratello Marco. “Noi della seconda generazione raccogliamo la loro eredità reinterpretandola, mantenendo vive le tecniche produttive, ma adattandole alle richieste di un pubblico sempre più informato”.
Come accennato, Cuoieria Fiorentina rappresenta oggi una delle realtà più significative nel panorama manifatturiero italiano, fortemente radicata nei valori del made in Italy, che ne costituisce l’essenza fondante. La scelta di affidarsi a una filiera corta, alla prossimità territoriale dei fornitori e a processi produttivi integralmente artigianali non risponde solo a logiche strategiche, ma incarna una visione culturale profonda, dove qualità, sostenibilità e controllo diretto si intrecciano in modo virtuoso.
L’artigianalità, pilastro identitario dell’azienda, non è mai rimasta ancorata a un passato immobile, ma si è sempre nutrita di evoluzione e rinnovamento. Una delle sfide centrali dell’azienda è infatti quella di custodire la tradizione rendendola fluida, dinamica, capace di esprimersi anche attraverso linguaggi contemporanei, adattandosi ai materiali più innovativi e alle esigenze del mercato fashion, senza mai perdere autenticità.
Sul piano distributivo, Cuoieria Fiorentina ha vissuto una trasformazione rilevante, a partire dall’avvio del canale wholesale nel 2019. Una svolta coraggiosa, maturata proprio alla vigilia della pandemia, che si è poi rivelata strategica per la crescita del brand. “È stata una sfida partire con il canale distributivo proprio alla vigilia del Covid – afferma Gregorio Ristori, responsabile commerciale dell’azienda – ma siamo riusciti a ripartire nel 2022 e a costruire una rete coerente con il nostro prodotto. La crescita del 25% registrata nella campagna vendite autunno/inverno 2025-26 in corso adesso è per noi un segnale molto forte”.
E i numeri confermano la solidità di questo percorso: una crescita del fatturato pari all’80% dal 2021, e del 15% dal 2022, per un incremento complessivo del 30% negli ultimi tre anni. Dati che testimoniano la resilienza del modello imprenditoriale e la capacità dell’azienda di adattarsi con efficacia anche a contesti economici complessi.
Il mercato italiano resta il principale riferimento commerciale, generando circa l’80% del fatturato complessivo della società. Un presidio che ha il suo fulcro nello showroom di via della Spiga a Milano, a cui si affiancano collaborazioni internazionali con showroom a New York e Mosca. Di particolare rilievo l’ingresso nella Rinascente di Piazza Duomo a Milano, un progetto dedicato alla stagione in corso che rappresenta un traguardo prestigioso nel percorso di posizionamento del marchio.
Alla base di tutto permane una visione chiara e coerente: offrire un prodotto competitivo grazie a un’altissima qualità e a una forte componente artigianale, in grado di rendere ogni creazione unica. Ogni fase del processo, quasi interamente manuale, contribuisce a definire il valore distintivo del brand nel panorama della pelletteria italiana.
Anche il canale digitale riveste un ruolo centrale. Attivo dal 2017, l’e-commerce è oggi uno degli asset più dinamici dell’azienda, con una crescita superiore al 30% negli ultimi tre anni e ottime performance in mercati come Germania e Stati Uniti, dove il brand dispone di piattaforme dedicate. La digitalizzazione è concepita non come un ambito parallelo, ma come parte integrante dell’esperienza fisica. “Abbiamo capito che la digitalizzazione non può essere un mondo parallelo, ma deve integrarsi con l’esperienza fisica,” spiega Elisa. “Per questo stiamo ridisegnando tutti i nostri punti vendita, per creare un’identità visiva coerente con la presenza online”.
E ancora, la sostenibilità non è solo un claim per l’azienda, ma una responsabilità concreta: il 95% dei fornitori opera a chilometro zero e oltre l’80% del personale è costituito da donne. Ogni fase del processo, dalla selezione dei materiali certificati alla gestione degli sprechi, è orientata a ridurre l’impatto ambientale. Ne è esempio l’apertura di un nuovo hub produttivo, completamente autosufficiente dal punto di vista energetico, con l’obiettivo di raggiungere il 50% di utilizzo di fonti rinnovabili entro il 2030.
Guardando al 2025, Cuoieria Fiorentina punta a consolidare la propria identità attraverso nuovi progetti strategici e una sempre maggiore internazionalizzazione, in particolare verso mercati come Corea del Sud, Giappone e Germania. Al centro, un progetto dedicato all’artigianalità, con l’obiettivo di avvicinare il consumatore alla cultura del ‘saper fare’ e raccontare in modo immersivo il valore di una tradizione che si rinnova. “Vogliamo che chi entra in contatto con Cuoieria Fiorentina percepisca non solo un prodotto, ma una storia, una passione, un’identità. Essere parte delle esperienze quotidiane delle persone, con autenticità, è per noi il vero traguardo” conclude la dirigente.
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