Cos’è il beauty burnout? Quando prendersi cura di se stessi diventa un peso

Ci sono malesseri psicologici che possono sfuggire a occhi più distratti. Se guardiamo attentamente, però, arriveremo a stupirci: non tutte le stanchezze si manifestano subito, e con sintomi fisici. Alcune sono più sottili. Ad esempio, quando la skincare routine serale diventa un dovere e non più un piacere, quando il make-up perde la sua magia e ci ritroviamo a truccarci solo per abitudine – o peggio – per piacere agli altri.
Di cosa si tratta? Del beauty burnout. Sì, avete capito bene: una sensazione di pesantezza e di stanchezza legata però al mondo del beauty.

Dietro questi due termini, però, c’è molto di più di una stanchezza fisica o psicologica: c’è il peso di un’aspettativa costante, anche nei momenti che dovrebbero essere più personali.
Capiamone di più insieme.
Cosa intendiamo quando parliamo di beauty burnout?
Burnout è un termine inglese, che letteralmente significa “bruciato”. È una parola che si usa per descrivere uno stato di esaurimento mentale, emotivo e fisico legato al lavoro o alla propria occupazione. Un momento di stress prolungato che porta a tristezza, demotivazione e – in casi più gravi – anche ansia.

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Come spesso accade per diverse parole nel linguaggio comune, anche questo termine si è evoluto ed è stato associato ad aspetti più specifici, proprio come nel caso del beauty burnout. Si parla infatti di beauty burnout quando la cura di sé, anziché restituire energia e soddisfazione, la consuma. I nostri capelli, la nostra pelle e il nostro corpo diventano oggetti da curare obbligatoriamente – e non perché vogliamo davvero farlo, ma solo perché dobbiamo.
Qualcosa che sentiamo di dover gestire e non di dover sentire: la routine di bellezza – pelle, capelli, viso o corpo – dovrebbe essere un piacere e non un compito da affrontare per chiudere la giornata.
Il beauty burnout e l’effetto dei social media
Purtroppo o per fortuna, piattaforme come Instagram o TikTok hanno sempre un ruolo importante, se non centrale, in questi tipi di situazioni. Dovrebbero ispirarci (e lo fanno), ma spesso finiscono per superare quella linea sottile che separa l’ispirazione dal confronto con gli altri.
Video di skincare routine con prodotti costosi, volti praticamente perfetti e corpi scolpiti. Così come trend passeggeri che cambiano ogni settimana: in questa continua esposizione al contenuto, l’utente è confuso, e anche demotivato. Il beauty diventa una prestazione e più che lasciarci ispirare, veniamo inondati di paragoni e confronti e l’unico risultato (poco produttivo) è quello di replicare qualcosa che non sentiamo nostro davvero.

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La fatica si accumula lentamente e silenziosamente, con sintomi che col tempo diventano difficili da ignorare: stanchezza, irritabilità, frustrazione.
Riprendersi la propria dimensione intima per risolvere la situazione
La bellezza è una questione intima. Il momento in cui facciamo skincare dovrebbe essere un piacere, una coccola, e mai un dovere in senso negativo. Forse il primo di diversi passi per superare il bornout è proprio questo: smettere di pensare alla skincare o più in generale prendersi cura di noi come a una to-do-list.
Bisogna essere in grado di riprendersi i propri spazi, anche lentamente, passo dopo passo, senza emulare nessuno. Riprovare il piacere di una crema corpo profumata, di una fragranza per capelli, di un trattamento labbra di cui innamorarsi. Anche perché, alla fine, la bellezza è questo: amore incondizionato verso se stessi.
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