Scoperto il fossile di una creatura mitologica: era il serpente più grande al mondo

Gli archeologi hanno scoperto il fossile di quella che si credeva una creatura mitologica: si tratta del serpente più grande al mondo.
Il fossile di un animale dal peso di una tonnellata e dalla lunghezza di 15 metri è stato trovato dagli archeologi in India. La scoperta porta gli studiosi ad affermare che quella che si riteneva fosse una creatura mitologica è in realtà esistita davvero. Si tratta del serpente Vasuki indicus, che viveva nella regione che oggi è il Gujarat, in India, circa 47 milioni di anni fa ed è a oggi uno dei serpenti più grandi al mondo.
Il fossile del serpente più grande al mondo trovato in India
Lo studio che attesta la scoperta è stato pubblicato nell’aprile dello scorso anno sulla rivista Scientific Reports. Nella ricerca il team di studiosi dell’Indian Institute of Technology Roorkee ha spiegato che il fossile rinvenuto era di un serpente che potrebbe essere stato il più grande mai esistito. Appartenente alla famiglia delle Madtsoiidae, il Vasuki indicus prende il nome da una creatura mitologica della cultura induista.
Il fossile è stato scoperto in una miniera di carbone della zona dal paleontologo Sunil Bajpai già nel 2005, ma la ricerca pubblicata su Scientific Reports è ben più recente. Il team di studiosi ha sottolineato che il serpente viveva in paludi costiere e attaccava le sue prede lentamente, proprio come i pitoni, che adottano un comportamento di predazione a imboscata.
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Nei testi antichi, il serpente Vāsuki si arrotola attorno al collo di Shiva, una divinità induista. Per questo motivo, il serpente Vasuki indicus, ritrovato dagli archeologi, viene considerato una sorta di creatura mitologica, il cui fossile ne attesta però la reale esistenza. Sorprendenti le dimensioni del rettile. Gli studiosi sottolineano come il Vasuki indicus, con i suoi 15 metri di lunghezza, supera quello finora considerato il serpente più grande del mondo, la Titanoboa. Il fossile di Titanoboa è stato rinvenuto nel 2009 in Colombia e apparteneva a un animale lungo circa 13 metri che viveva circa 60 milioni di anni fa.
I coautori della ricerca apparsa su Scientific Reports, Debajit Datta e il professor Sunil Bajpai dell’Indian Institute of Technology Roorkee, hanno spiegato che il serpente di questa specie poteva raggiungere tali dimensioni perché viveva in “un ambiente favorevole con abbondanti risorse alimentari e dove non c’erano predatori naturali. Un’altra forza motrice potrebbe essere stata la prevalenza di condizioni climatiche più calde rispetto a quelle odierne”. Da un’analisi delle pietre intorno alla zona in cui le vertebre del serpente erano fossilizzate gli scienziati hanno affermato che il rettile viveva in quella regione perché il clima era più caldo, con temperature medie di circa 28°C, e che potrebbe essersi diffuso in altre parti del mondo, come il Sud America e il Nord Africa.
Il serpente trovato in India era velenoso come l’odierno serpente testa di rame (noto con il nome scientifico di Agkistrodon contortrix), un rettile appartenente alla famiglia Viperidae e conosciuto con il nome comune di “copperhead“. Endemico del Nord America Orientale, questo serpente è responsabile del maggior numero di morsi velenosi negli Stati Uniti d’America. Molto diffuso in zone abitate e giardini e abile nel mimetizzarsi, il serpente testa di rame è estremamente pericoloso.
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La lunghezza dei serpenti testa di rame non supera il metro, mentre il loro peso medio è compreso tra i cento grammi e i trecento; il loro colore è tra marroncino chiaro o rossastro, più propriamente color rame come suggerisce il nome. Caratterizzati da una testa larga, triangolare ed appiattita, questi serpenti hanno occhi di medie dimensioni con pupille verticali. Questo animale rilascia nelle sue prede del veleno emotossico che, secondo quanto riportato da Live Science, molto raramente è fatale per gli esseri umani ma può rivelarsi letale per gli animali che possono essere salvati solo da un pronto intervento veterinario. (di Elisabetta Guglielmi)
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