Dalle Alpi un laboratorio di sostenibilità: 19 le bandiere verdi di Legambiente nel 2025

Dalle vette delle Alpi arrivano storie di rinascita, resilienza e innovazione sostenibile. È questo il messaggio forte che emerge dal IX Summit nazionale delle Bandiere Verdi, promosso da Legambiente e svoltosi a Orta San Giulio, in Piemonte; un’occasione per premiare esperienze virtuose che, in un’ottica di sostenibilità ambientale, stanno contribuendo a rilanciare i territori montani italiani.
Nel 2025 sono 19 le Bandiere Verdi assegnate da Legambiente sull’intero arco alpino, premiando comunità, associazioni, cooperative, amministrazioni e singoli cittadini impegnati nella valorizzazione sostenibile delle montagne. Tre gli ambiti principali di intervento: turismo dolce, pratiche agro-pastorali e forestali, progetti socio-culturali.
Piemonte e Friuli-Venezia Giulia si distinguono quest’anno con 4 vessilli verdi ciascuno, seguite da Lombardia e Veneto (3), Trentino (2), e con un riconoscimento a testa per Alto Adige, Valle d’Aosta e Liguria.
«La nostra Penisola – dichiara Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente – custodisce un patrimonio ambientale unico e strategico rispetto alla crisi climatica in atto, quale quello delle aree montane, luoghi di straordinario valore naturalistico, oggi in grande difficoltà a causa della carenza dei servizi, degli effetti del clima che cambia e dello spopolamento abitativo. Le bandiere verdi che ogni anno assegniamo alle migliori esperienze alpine ci raccontano come in questi territori ci sia però una risposta concreta a tutto questo. Esperienze che puntano su innovazione e sostenibilità ambientale che rappresentano un prezioso volano di sviluppo per i territori montani».
In ventitré anni sono 302 le Bandiere Verdi assegnate da Legambiente sull’arco alpino, testimoniando un crescente fermento territoriale in chiave green. Tra i premiati del 2025, figurano realtà che spaziano dal turismo naturalistico alla salvaguardia della biodiversità, dall’inclusione sociale alla cura del patrimonio edilizio pubblico.
Emblematica l’esperienza della Cooperativa di comunità Viso a Viso di Ostana (CN), che punta su benessere, salute, welfare comunitario e turismo sostenibile. O ancora quella della pastora e scrittrice Marzia Verona, che ha scelto di vivere in quota, proseguendo la tradizione pastorale. Sul fronte agricolo, si distingue l’azienda Raetia Biodiversità Alpine (SO), che coltiva varietà autoctone e antiche in un’ottica agroecologica. E ancora, il Progetto Lince Italia di Tarvisio, impegnato nello studio e nella reintroduzione della lince nelle Alpi Orientali.
«Le bandiere verdi – commenta Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente – rappresentano un modello di sviluppo che vorremmo prendesse sempre più piede nelle aree montane interne e che ben raccontano un’economia basata su dinamiche relazionali aperte, in cui operano attori capaci di immaginare e condividere progetti, di generare senso comune. Dalle storie che premiamo emerge il valore fondamentale della comunità dove si sviluppano pratiche e visioni nuove, capaci di offrire risposte concrete e partecipate alle trasformazioni sociali che stiamo vivendo».
Il Summit ha messo in evidenza anche le criticità, attraverso l’assegnazione di 9 Bandiere Nere a interventi giudicati non sostenibili: 8 in Italia e una in Austria. A guidare questa classifica negativa è proprio il Friuli-Venezia Giulia con 3 vessilli neri. La bandiera nera austriaca è stata assegnata all’industria dello sci per la pressione esercitata sull’espansione degli impianti in Tirolo, a scapito delle ultime aree glaciali rimaste.
Il convegno “Comunità in transizione: dai frammenti alla visione”, tenutosi durante il Summit, ha rappresentato un momento di confronto tra esperti, amministratori e comunità locali, con l’obiettivo di dare voce a quelle esperienze che stanno disegnando un nuovo orizzonte per la montagna italiana. Un appello forte è stato rivolto alle istituzioni e alla politica regionale e nazionale affinché non lascino sole le comunità montane, ma le accompagnino con interventi mirati, risorse adeguate e una visione strategica condivisa per sostenere e moltiplicare queste esperienze virtuose: «Chiediamo alle istituzioni e alla politica regionale e nazionale di fare la propria parte supportando i comuni montani attraverso interventi e normative in grado di promuovere una visione condivisa e un’azione coordinata anche su scala sovraregionale» ha concluso Zampetti.
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