Parchi nazionali e Aree marine protette: le priorità politiche del governo Meloni

Maggio 5, 2025 - 21:30
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Parchi nazionali e Aree marine protette: le priorità politiche del governo Meloni

Il Ministero dell’Ambiente con decreto ministeriale n. 26 del 23 gennaio 2025, ha emanato l’Atto di indirizzo concernente l’individuazione delle priorità politiche del Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica per l’anno 2025 e per il triennio 2025-2027. L’atto di indirizzo indica 7 priorità, la Priorità politica n. 4 riguarda le Aree protette e la tutela della natura e prevede: «Tutela della biodiversità e degli ecosistemi terrestri, costieri e marini: attuazione della Strategia Nazionale per la Biodiversità, efficientamento della gestione della “Rete Natura 2000”, riforma e innovazione della governance e del sistema di gestione degli Enti parco nazionale e della Aree Marine protette e digitalizzazione dei Parchi e delle Aree Marine protette, prevenzione e mitigazione dell’inquinamento marino e riduzione degli impatti antropici sugli ecosistemi; attuazione del regolamento (UE) 2024/1991 del Parlamento europeo e del Consiglio del 24 giugno 2024 sul ripristino della natura e che modifica il regolamento (UE) 2022/869».

Sempre nel decreto il Ministero rileva che: «I parchi nazionali italiani occupano una estensione di oltre sedicimila chilometri quadrati, circa il 6% della superficie nazionale e l’Italia è uno dei paesi con più parchi in Europa. L’ultimo Parco nazionale – quello dell’Isola di Pantelleria - è stato istituito nel 2016, i procedimenti di istituzione dei nuovi parchi sono fermi da anni. Inoltre, la maggior parte dei parchi non ha ancora adottato il Piano per il parco che costituisce lo strumento di indirizzo fondamentale e ancor meno sono i parchi per i quali è vigente il Regolamento del Parco, strumento operativo essenziale. […] Al fine di dare impulso all’attuazione degli obiettivi di tutela della biodiversità della Strategia Europea sulla Biodiversità per il 2030 e delle misure previste dalla Strategia per l’ambiente marino, con l’istituzione di ulteriori Enti Parco e di Aree Marine Protette, il reperimento delle risorse necessarie sarà una priorità di questo Ministero».

Il Ministero dell’Ambiente vuole quindi, riaprire una nuova stagione di procedure per l’istituzione di nuovi Parchi Nazionali e nuove Aree Marine protette al fine di raggiungere l’obiettivo 30x30, che prevede la protezione di almeno il 30% delle superficie terrestre e della superficie marina entro il 2030, di cui il 10% con aree a protezione integrale, come espresso nella Strategia Europea per la biodiversità al 2030 ripresa nella Strategia Italiana per la Biodiversità. In effetti rientra in quest’ottica, l’istituzione avvenuta pochi giorni fa del Parco Nazionale del Matese che si estende per quasi 88.000 ettari tra Campania e Molise.

E’ sempre in questa chiave che bisogna leggere la nuova Direttiva generale per l'attività amministrativa e la gestione del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica per l'anno 2025, adottata con DM 65 del 7 marzo 2025, la quale sviluppa le priorità politiche individuate nell'Atto di indirizzo per l'anno 2025 e il triennio 2025-2027 e individua i principali risultati da realizzare e gli obiettivi dell'Amministrazione, in coerenza con gli indirizzi di pianificazione triennale contenuti nel Programma di Governo, nel Documento di Economia e Finanza, nelle note integrative allo stato di previsione della spesa e nella legge di bilancio 2025-2027. Nella Direttiva il Ministero, individua per la priorità 4 come dipartimento competente il DIAG (Dipartimento amministrazione generale, pianificazione e patrimonio naturale) il quale dovrà tra le altre cose «6. Rafforzare ed estendere la rete di aree protette nazionali e la loro gestione tramite: a) la riforma e l’innovazione della governance e degli Enti parco nazionali e delle Aree marine protette, tramite una revisione e un aggiornamento della legge quadro sulle aree protette 6 dicembre 1991, n. 394; b) l’istituzione di nuovi parchi nazionali e di nuove aree marine protette; c) il rafforzamento della governance dei Parchi nazionali e delle Aree marine protette mediante il completamento degli organi di gestione e l’approvazione Regolamento del Parco quale strumento di pianificazione e gestione. 7. Proseguire l’attuazione della Strategia Nazionale Biodiversità 2030 e in particolare dei suoi due macro-obiettivi sui quali sono incardinate le politiche globali per la biodiversità: a) costruire una rete coerente ed efficacemente gestita di Aree protette terrestri e marine per il raggiungimento dei target del 30% di aree protette da istituire a terra e a mare, e del 10% di aree rigorosamente protette (obiettivo del KMGBF); b) ripristinare gli ecosistemi terrestri e marini, in particolare garantendo il non deterioramento di tutti gli ecosistemi ed assicurando che vengano ripristinate vaste superfici di quelli degradati, con particolare riguardo al 30% delle specie e degli habitat di interesse comunitario e garantire il non deterioramento dei restanti (obiettivo del KMGBF)».

Sembrerebbe perciò che il Ministero voglia, finalmente, cominciare a correre per istituire nuovi Parchi Nazionali e nuove Aree Marine Protette e per rendere più ampie ed efficaci quelle esistenti. In particolare se prendiamo le AMP, ad oggi sono state istituite 32 AMP sulle oltre 50 previste per legge. Alcune situazioni sono assolutamente scandalose come l’Area Marina Protetta dell’Arcipelago Toscano che aspetta da 43 anni di essere istituita e come l’Area Marina Protetta di Capri che aspetta l’emissione del decreto di istituzione, ormai pronto, da almeno un anno. La situazione delle AMP è quella sicuramente su cui è più facile intervenire perché l’iter istitutivo è sicuramente più semplice rispetto a quello di un Parco Nazionale. La legge sui Parchi n. 394 del 6 dicembre 1991, infatti, all’art. 18 comma 1 stabilisce che sia Il Ministero dell’Ambiente ad istituirle d’intesa con il Ministero del Tesoro. Il comma 1 bis stabilisce che l'istituzione delle aree protette marine può essere sottoposta ad accordi generali fra le regioni e il Ministero dell'Ambiente. E’ evidente quindi, che il ministero nell’istituzione delle AMP è totalmente autonomo e non ha bisogno di pareri o intese vincolanti con le regioni o con gli enti territoriali.

La nuova corsa all’istituzione di nuovi Parchi Nazionali e Aree Marine Protette sembra ormai partita. L’auspicio è che i comuni e le regioni siano pienamente collaborativi e propositivi, affinché, soprattutto in merito alle nuove AMP, non possano in un prossimo futuro dire che queste vengono calate dall’alto quando in verità, sono gli enti territoriali a non interessarsene.

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