Export orologi svizzeri, nuovo calo in giugno. Giù ancora gli Usa (-17,6%)

Prosegue la parabola negativa dell’export degli orologi svizzeri, che continua a subire un sensibile calo a giugno, alla stessa stregua di maggio (-9,5% a 2,1 miliardi di franchi) e dopo l’impennata di aprile a causa dell’introduzione dei dazi.
Nel sesto mese del 2025 le esportazioni sono state pari infatti a 2,2 miliardi di franchi (circa 2,27 miliardi di euro), in flessione del 5,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Anche se, secondo quanto riportato dalla Fédération de l’industrie horlogère suisse (Fh), sull’arco del semestre il bilancio rimane comunque vicino all’equilibrio, poiché l’export orologiero elvetico è infatti sceso su base annua solo dello 0,1% in valore, a circa 13 miliardi. Infine, in termini di numero, i segnatempo smerciati hanno presentato una flessione, nell’ottica dei produttori, del 9,6% a 1,2 milioni.
Dopo il forte aumento di aprile, il calo del mercato statunitense (-17,6% a 310 milioni di franchi) è stato inferiore a quello del mese precedente (pari a -25,3% a 268 milioni di franchi) ma ha continuato ad avere un impatto significativo sul risultato complessivo. Anche le flessioni registrate in Giappone (-11% a 156 milioni) e a Hong Kong (-10,6% a 148 milioni) hanno contribuito al trend negativo. Il Regno Unito è salito al terzo posto della classifica, con una performance stabile (-0,1% a 156 milioni) rispetto a giugno 2024. Infine, la Cina ha registrato una crescita del 6,1% a 173 milioni, e Singapore ha registrato un +2,6% a 145 milioni. Insieme questi sei mercati rappresentano il 51% delle vendite oltre frontiera.
In ultima battuta, la categoria di orologi in metalli preziosi e acciaio, che da soli rappresentano oltre il 75% del valore delle esportazioni, hanno registrato un calo medio del 4,4 per cento. Il numero di pezzi spediti è diminuito di 123mila unità, soprattutto a causa della significativa riduzione della categoria ‘Altri materiali’ (-29,8%), che l’aumento dei modelli in acciaio (+2,4%) non è riuscito a compensare a sufficienza. I segnatempo a meno di 200 franchi hanno subito una contrazione del 10,7% di valore, -24,2% invece la gamma 200-500, il comparto 500-3.000 ha segnato un +16%, mentre per la fascia oltre 3.000 franchi si osserva un -9,2 per cento.
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