“L’alpinismo non permette le cadute”, a Materia il racconto di Giovanni Ludovico Montagnani

Maggio 16, 2025 - 05:00
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“L’alpinismo non permette le cadute”, a Materia il racconto di Giovanni Ludovico Montagnani
Generico 12 May 2025

Ingegnere, appassionato di montagna e grande attivista climatico, Giovanni Ludovico Montagnani si è raccontato questa sera, giovedì, a Materia, in occasione della presentazione del libro «Dopo l’incidente. E se andasse tutto meglio del previsto?» – che racconta il suo ritorno alla vita e alle sue passioni, dopo un gravissimo incidente in montagna.

«Da adolescente ero appassionato di illustrazione e mi piaceva disegnare, poi mia mamma – che è laureata in teoria dell’arte – mi ha fatto conoscere alcuni ingegneri e da lì è nata la mia passione. All’inizio questo cambio di prospettiva non è stato facilissimo», così ha aperto l’incontro Montagnani.

A condurre la serata la giornalista Ilaria Notari, che ha approfondito alcuni degli aspetti e momenti della vita di Giovanni. Tra questi è emersa la passione e la dedizione per l’attivismo sul tema del cambiamento climatico: «È un momento questo dove il movimento per il clima non sta vivendo un periodo florido. Abbiamo fatto molti passi indietro nell’affrontare un problema che riguarda tutti i giovani», ha sottolineato l’ospite.

Ma la passione per la natura ha portato anche a fare alcune avventure estreme, in particolare sulle Alpi, tra sentieri, passi, cime.

Poi arriva il famigerato 3 luglio 2022: «Quel giorno sono accadute due cose: il collasso del ghiacciaio della Marmolada e la tua caduta nel vuoto per 40 metri» – ha anticipato Ilaria Notari.

In quel giorno Montagnani si trovava sulla Via Diretta 78 sul Mittelruck, una via che prevedeva un paio di centinaia di metri di arrampicata. «L’alpinismo non permette le cadute – ha detto Montagnani -, e quando cadi te lo ricordi. In quel momento mi trovavo a 40 metri di altezza e in un attimo mi sono ritrovato a perdere conoscenza, con uno zigomo rotto e la sensazione di non sentire più nulla dalla metà della schiena in giù», così ha raccontato l’incidente l’alpinista, una caduta che lo ha costretto per quattro mesi in ospedale tra cure e riabilitazione.

Un incidente che ha cambiato notevolmente la sua vita e con queste parole ha concluso la serata: «Un augurio che faccio a tutti è quello di non farsi spiegare da nessuno che cos’è la speranza, non farsi imporre limiti dagli altri, ma di trovare quell’orizzonte dentro se stessi».

 

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Redazione Redazione Eventi e News