Né FAKE né ORIGINALE: i prodotti di qualità che ora possiamo comprare tutti

Oggi esistono alternative valide ai capi originali: i cosiddetti “dupe” offrono qualità senza essere falsi, ridefinendo il nostro modo di comprare moda.
Cos’è che fa davvero la differenza: l’etichetta cucita dentro o il modo in cui lo indossi? Nell’ultimo anno, il confine tra originale e copia si è fatto più sottile che mai, al punto che in molti non cercano più l’autenticità assoluta, ma un buon compromesso. Sì, perché oggi esiste un mercato in mezzo. Una zona grigia, dove convivono design copiati, prezzi accessibili e qualità sorprendentemente alta.
Uno dei casi più emblematici lo ha involontariamente lanciato Taylor Swift, quando ha mostrato un paio di pantaloncini lilla in un video diventato virale. Quel capo (una pirouette skort brevettata da Cassey Ho) è stato replicato quasi mezzo migliaio di volte in pochi mesi. Stiamo parlando di veri e propri cloni venduti a prezzi stracciati. Ma qui la faccenda si fa interessante. Non è più solo il fast fashion a prendere ispirazione: i dupe, abbreviazione di duplicate, sono ovunque. E la cosa più curiosa? I giovani non li nascondono affatto, anzi. E oggi siamo qui a parlare di un sito che ci ha colpito in questo senso parliamo di Quince e di uno dei suoi prodotti punta (e non solo).
Perché sempre più persone scelgono Quince al posto dei grandi marchi
La Italian Leather Patchwork Crossbody, per esempio, è una di quelle borse che non cercano di passare per ciò che non sono. È fatta in vera pelle italiana, ha una forma interessante, quel design un po’ irregolare che cattura lo sguardo senza bisogno di urlare. Costa 140 euro circa e si sente già dire molto. Non è un pezzo da museo, ma è onesta. E soprattutto funziona: si può portare a tracolla o a spalla, ci sta l’essenziale e chi l’ha presa non sembra pentirsene. Dall’altra parte c’è la Puzzle Edge di Loewe, 2.800 euro, in pelle di vitello, con quel taglio geometrico inconfondibile. Una scultura da indossare, non c’è dubbio.
E qui la faccenda si fa più interessante. Perché non si tratta solo di imitazione. Non siamo più nel territorio delle brutte copie o dei falsi da nascondere. Questi prodotti sono spesso pensati per chi ama la moda ma vuole rimanere con i piedi per terra. Non è questione di fingere, ma è più un modo diverso di avvicinarsi alle cose belle, senza ansia da prestazione.
La differenza tra una borsa Loewe e una ispirata alla Loewe non è solo nel prezzo. C’è un’idea diversa dietro. Chi compra il dupe non sta fingendo di possedere l’originale, sta scegliendo un’estetica simile, un’atmosfera, un certo equilibrio tra forma e funzione. E in molti casi lo fa con molta più consapevolezza di chi compra l’oggetto di lusso senza nemmeno guardarlo davvero.
Ma non parliamo solo di borse, le scarpe, ad esempio, sono un altro universo. Quelle tipo Hermès, per intenderci, le famose ciabattine con la “H” davanti, sono diventate un simbolo dell’estate elegante, rilassata, vagamente snob. Costano 610 euro e, onestamente, sono belle. Ma servono proprio loro? Ce ne sono di simili, fatte bene, anche a 60 euro.
Non sono repliche spudorate, ma reinterpretazioni più leggere, che fanno il loro lavoro: si infilano in valigia, si mettono sotto un vestito di lino, accompagnano senza rubare la scena. E sì, magari dopo una stagione non sono perfette, ma a quel prezzo si può anche accettare l’idea di non volerle tenere per sempre.
In realtà, non si parla solo di borse o scarpe. Ormai si trovano blazer, maglioni, jeans, un po’ di tutto. L’idea che si possa avere uno stile curato, interessante, personale, senza dover sempre passare per la cassa con le lacrime agli occhi. È un gioco più libero, più ironico, in cui si può anche osare, provare, sbagliare. E soprattutto cambiare idea. Perché a volte ci piace un certo vestito, ma solo per una stagione.
Quello che sta succedendo, in fondo, è un piccolo cambio culturale. Un tempo si faceva di tutto per sembrare veri, per far credere di avere l’ultima borsa uscita, l’orologio giusto, le scarpe introvabili. Ora non è più così.
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