Fondazione Italiana Fegato: nuove frontiere per una medicina personalizzata e non invasiva
La Fondazione Italiana Fegato sviluppa nuovi modelli cellulari per una medicina personalizzata e non invasiva, con l’obiettivo di ridurre i trapianti di fegato.
Fondazione Italiana Fegato: nuove frontiere
per una medicina personalizzata e non invasiva
Dalle cellule staminali una possibile riduzione dei trapianti di fegato
La Fondazione Italiana Fegato (FIF) è al centro di un importante progetto di ricerca che apre nuove prospettive per una medicina personalizzata e non invasiva nel trattamento delle malattie epatiche, in particolare di quelle genetiche rare.
L’obiettivo è sviluppare modelli cellulari derivati direttamente dai pazienti, ottenuti senza procedure invasive, per comprendere i meccanismi alla base delle patologie del fegato e testare nuovi farmaci potenzialmente terapeutici.
Un approccio innovativo alle malattie epatiche rare
Il progetto è rivolto in particolare alle colestasi di origine non nota, condizioni per le quali oggi l’unica opzione terapeutica disponibile è spesso il trapianto di fegato. Attraverso l’utilizzo delle cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC), i ricercatori possono riprodurre in laboratorio la malattia del singolo paziente, aprendo la strada a cure sempre più mirate.
Le iPSC rappresentano una risorsa di grande valore perché:
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possono essere ottenute in modo non invasivo dal paziente
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sono coltivabili indefinitamente
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possono essere differenziate in epatociti, le cellule del fegato
Questo consente di studiare in modo personalizzato i difetti genetici alla base della malattia e di sperimentare nuove strategie terapeutiche direttamente in laboratorio.
Il ruolo della ricerca della Fondazione Italiana Fegato
«Sviluppare modelli cellulari innovativi è oggi una necessità urgente», spiega Cristina Bellarosa, Senior Scientist e Group Leader dell’Innovative Models Unit della Fondazione Italiana Fegato. «Grazie alle iPSC possiamo analizzare in modo personalizzato i meccanismi della malattia e testare possibili terapie, riducendo il ricorso a trattamenti estremi come il trapianto».
Un protocollo efficace per ottenere iPSC da cellule urinarie e differenziarle in epatociti è già stato messo a punto e validato scientificamente, rappresentando una base solida per lo sviluppo futuro del progetto.
Il contributo delle Fondazioni Casali ETS
L’iniziativa è resa possibile grazie al sostegno di Le Fondazioni Casali ETS, che permetterà di:
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proseguire l’attività sperimentale in corso
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pubblicare i risultati su riviste scientifiche internazionali
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formare un nuovo dottorando, garantendo continuità e crescita al gruppo di ricerca
Un investimento strategico che rafforza la ricerca scientifica italiana nel campo delle malattie epatiche rare.
Verso una medicina sempre più personalizzata
«In prospettiva – conclude Cristina Bellarosa – questo progetto contribuirà allo sviluppo di piattaforme di medicina personalizzata per le malattie epatiche rare, rafforzando il ruolo della Fondazione Italiana Fegato come centro di riferimento internazionale e migliorando la qualità di vita dei pazienti e delle loro famiglie».
Un passo avanti concreto verso una sanità più innovativa, mirata e meno invasiva.
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