Merz e Macron rinsaldano l’asse franco-tedesco (a partire dalla difesa)

Bruxelles – All’indomani dell’elezione a cancelliere, Friedrich Merz ha visitato Emmanuel Macron per rinsaldare l’asse Parigi-Berlino dopo anni in cui il motore franco-tedesco era sembrato in panne. La cooperazione tra i due principali Paesi dell’Ue si incentrerà soprattutto sulla difesa, ma rimangono dei disaccordi tra le cancellerie rispetto ad alcuni temi chiave che servirà del tempo per appianare.
Prima di recarsi a Varsavia per incontrare il premier polacco Donald Tusk, il neo-eletto Bundeskanzler Friedrich Merz ha fatto una breve tappa a Parigi. La prima visita ufficiale all’estero del nuovo capo del governo di Berlino – eletto ieri in una sessione di voto insolitamente tesa al Bundestag – è stato un rapido incontro con Emmanuel Macron, per mostrare al mondo che il cosiddetto motore franco-tedesco, su cui tradizionalmente si è imperniato il progetto europeo, si è rimesso in moto dopo essersi inceppato durante il cancellierato di Olaf Scholz.
Obiettivo del “reset” voluto dalla coppia Merz-Macron (che, poco prima dell’incontro, hanno fatto diffondere su diversi quotidiani europei un editoriale congiunto per “diffondere” il loro messaggio) è quello di “rendere l’Europa più sovrana” sviluppando soprattutto le capacità difensive del Vecchio continente. “Voglio elogiare la decisione della Germania di investire pesantemente nella difesa“, ha sottolineato l’inquilino dell’Eliseo riferendosi alla poderosa accelerata impressa dal nuovo cancelliere tedesco alle spese militari, concretizzatasi nella storica riforma al freno del debito e nella richiesta di ricorrere alla clausola di salvaguardia del Patto di stabilità, come previsto dal piano ReArm Europe.
Nous voulons travailler main dans la main pour relancer ensemble le réflexe franco-allemand. pic.twitter.com/TjtWnbecFN
— Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) May 7, 2025
Monsieur le Président ha quindi annunciato l’imminente lancio di un consiglio congiunto per la difesa e la sicurezza tra Berlino e Parigi, per “rispondere insieme alle sfide che l’Europa deve affrontare”. Tale organo “si riunirà regolarmente per fornire risposte operative alle nostre sfide strategiche condivise“, ha spiegato Macron. Merz ha aggiunto che la Germania è intenzionata a discutere con Francia e Regno Unito della “deterrenza nucleare” in Europa, specificando tuttavia che quest’ultima va intesa come “complementare a quello che abbiamo già con i nostri partner americani all’interno della Nato”.
I due leader hanno ribadito la loro unità d’intenti anche rispetto al sostegno a Kiev, rimarcando il loro rifiuto per qualunque “pace imposta” alle condizioni dettate dal Cremlino. Tuttavia, certifica Merz, rimane fondamentale il “continuo coinvolgimento” di Washington, qualcosa che “gli europei non possono sostituire” e senza il quale “non possiamo porre fine a questa guerra”. Il Bundeskanzler auspica che l’amministrazione a stelle e strisce “si assuma la sua responsabilità all’interno della Nato e nei confronti dell’Ucraina” e assicura che, “sotto la guida e con la partecipazione” degli Usa, gli europei sono pronti a partecipare nel monitoraggio di un eventuale cessate il fuoco.
A tal proposito, il presidente transalpino si è chiesto se “il presidente russo è finalmente serio” e intende onorare una vera e propria tregua, più estesa e strutturale della pausa di tre giorni proposta da Vladimir Putin (e mai accettata dagli ucraini) per celebrare l’80esimo anniversario della vittoria dell’Urss sulla Germania nazista nel 1945. Nelle scorse ore, Mosca e Kiev non hanno smesso di scambiarsi attacchi di droni e missili.
Tuttavia, al netto della comunanza di visioni tra Macron e Merz sull’autonomia strategica europea (un concetto caro al capo di Stato francese e a cui si è dovuto recentemente convertire anche il neo-eletto cancelliere, nonostante la sua formazione sia quella di un atlantista inossidabile) ma anche su questioni cruciali come la competitività, rimangono tra Parigi e Berlino anche delle distanze non indifferenti.
Una tra tutte è quella misurabile sul Mercosur, rispetto al quale il leader francese è fortemente scettico ma che invece il capo dell’esecutivo tedesco vorrebbe veder entrare in vigore “rapidamente”. Ma pure nell’ambito della difesa le posizioni dei due governi non sono identiche: la Germania, ad esempio, non è ancora disposta ad accettare gli eurobond, uno strumento di debito comune su cui puntano da tempo diversi Stati membri tra cui Francia, Italia e Spagna.
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