L’intelligence tedesca ha classificato AfD come un’organizzazione di estrema destra
Bruxelles – Dopo una lunga inchiesta durata tre anni, l’Ufficio Federale per la Protezione della Costituzione in Germania ha stabilito che il partito nazionalista e anti-migranti Alternative für Deutschland è “un’organizzazione di estrema destra” e “non compatibile con con l’ordine democratico libero“. La decisione ha riaperto il dibattito su una possibile messa al bando di AfD, che alle elezioni federali di febbraio è stato il secondo partito più votato nel Paese ed è ora la principale forza di opposizione al Bundestag.
In un rapporto di oltre mille pagine, l’intelligence tedesca afferma che all’interno del partito “predomina una concezione del popolo basata sull’etnia e sulla discendenza”, e che AfD “mira a escludere determinati gruppi di popolazione dalla partecipazione paritaria alla società, a sottoporli a trattamenti che violano la Costituzione e, di conseguenza, ad assegnargli uno status giuridicamente subordinato”. Il partito guidato da Tino Churupalla e Alice Weidel persegue una politica “di matrice etnica” che “declassa interi gruppi della popolazione in Germania e viola la dignità umana”.
I due leader hanno denunciato un “severo colpo” alla democrazia e il partito ha presentato oggi (5 maggio) ricorso contro l’agenzia di intelligence al tribunale amministrativo di Colonia. Ha immediatamente preso le difese di AfD l’amministrazione americana, con il segretario di stato, Marco Rubio, che in un post su X ha commentato: “La Germania ha appena conferito alla sua agenzia di spionaggio nuovi poteri per sorvegliare l’opposizione. Questa non è democrazia, è tirannia mascherata“. Alle ingerenze di Washington ha risposto immediatamente il ministero degli Esteri di Berlino: “Questa è la democrazia. Questa decisione è il risultato di un’indagine approfondita e indipendente a tutela della nostra Costituzione e dello stato di diritto. Saranno i tribunali indipendenti ad avere l’ultima parola. Abbiamo imparato dalla nostra storia che l’estremismo di destra deve essere fermato“, si legge in un post su X.

In realtà, AfD potrà continuare a operare a livello nazionale e statale e il suo scioglimento rimane una prospettiva piuttosto lontana: per abolire un partito, è necessario che il Parlamento o il governo federale facciano richiesta alla Corte costituzionale, che dovrebbe poi esaminare ed esprimersi sul caso. Ma dal punto di vista politico, bandire AfD significherebbe eliminare un partito votato solo tre mesi fa da più di 10 milioni di cittadini tedeschi.
La patata bollente passerà a Friedrich Merz, leader della Cdu che dovrebbe insediarsi come cancelliere la prossima settimana, e che di recente ha cercato la sponda proprio di AfD sul dossier immigrazione rompendo il cordone sanitario di lunga data contro l’estrema destra. Lo stesso cancelliere uscente, Olaf Scholz, ha invitato alla prudenza: “Dobbiamo valutare questa classificazione con attenzione”, ha dichiarato venerdì il leader socialdemocratico. Secondo un sondaggio pubblicato dal quotidiano tedesco Bild, il 48 per cento dei cittadini tedeschi sarebbe a favore della messa al bando, il 37 per cento contrario, il 15 per cento senza una chiara opinione. Ma i dubbi persistono: il 39 per cento dei cittadini ritiene che un’eventuale procedimento contro AfD finirà per danneggiare la democrazia. Ed il 41 per cento della popolazione è convinto che il dibattito non faccia che aiutare il partito di estrema destra.
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