Simona Cinà, il giallo della 20enne morta a Bagheria: i dubbi della famiglia e la nota della Procura sulle “informazioni non veritiere”

C’è tanto da chiarire nella morte di Simona Cinà, la pallavolista 20enne trovata senza vita in una piscina durante una festa di laurea in una villetta di Bagheria, alle porte di Palermo, nella notte tra sabato e domenica 3 agosto.
La procura di Termini Imerese che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti. Sono troppe, come denunciano Luciano Cinà e Francesca Corleone, genitori di Simona, le cose che non tornano nella morte di loro figlia.
Tra gli elementi che destano più di qualche dubbio vi sono la piscina e l’intera casa ripulita, con i soccorritori che nella villetta hanno rinvenuto solamente bottigliette di acqua e bicchieri, il silenzio degli amici presenti al party di laurea, così come i video realizzati durante i festeggiamenti, tutti rimossi dai social.
Il punto della Procura sull’inchiesta
Punto questo su cui però è la stessa Procura, a 24 ore di distanza dalla conferenza stampa tenuta dai familiari di Simona, a circostanziare alcuni dettagli non di poco conto parlando di “informazioni non veritiere“. “I vestiti di Simona non sono stati trovati dai familiari in quanto sottoposti a sequestro e, di conseguenza, sono attualmente a disposizione dell’autorità giudiziaria per il compimento dei successivi atti di indagine. Nell’immediatezza dei fatti, si è provveduto ad identificare e a sentire tutti i soggetti ancora presenti all’interno della villa al momento dell’arrivo dei Carabinieri – scrivono in una nota i pm – tutti coloro i quali sono stati sentiti, in qualità di persone informate sui fatti, hanno avuto un comportamento collaborativo, mettendosi da subito a disposizione dell’autorità giudiziaria. Infine, si deve specificare la assoluta infondatezza dell’informazione relativa al mancato rinvenimento, sui bordi e nella zona adiacente alla piscina, di oggetti (bottiglie, bicchieri, piatti ecc.) che lasciassero ritenere che in quel luogo si era tenuta una festa. In quei luoghi – e, in particolare, nei pressi del bancone adibito a bar – sono stati rinvenuti, tra l’altro, bicchieri e bottiglie di alcolici, come debitamente documentato; ciò a riprova di quanto affermato dai vari partecipanti sin dalle prime battute”
Quanto al corpo di Simona, la Procura che “è stato rinvenuto da alcuni degli ultimi partecipanti ancora presenti alla festa intorno alle ore 4: lo stesso si trovava esanime sul fondo della piscina, in un angolo distante, e dotato di scarsa illuminazione, rispetto alla zona ove erano collocati bar, consolle musicale e i servizi igienici”. “Per quanto sinora appreso, a seguito del rinvenimento, almeno due ragazzi si sono immediatamente tuffati nella piscina – scrive ancora la Procura – ed hanno recuperato il corpo della ventenne, praticando le manovre di rianimazione salvavita in attesa dell’arrivo dei soccorritori. Arrivato sul posto, il personale del 118 ha provato a rianimare la ragazza, purtroppo invano, non potendo fare altro che constatare il decesso della stessa alle ore 5″.
I sospetti della famiglia
Era stata la sorella Giusy, non vedendola tornare a casa, a telefonare a Simona sabato notte. Uno sconosciuto le ha risposto raccontandole che la ragazza stava male, che doveva correre alla villetta di Bagheria. Simona è stata trovata dagli amici priva di vita in piscina: il corpo trovato dai soccorritori era invece già fuori dall’acqua pochi minuti prima delle 4:30 del mattino di domenica, sul petto i segni di un tentativo di massaggio cardiaco. Un quadro anomalo per i genitori, rappresentati dai legali Gabriele Giambrone e Mario Bellavista: “Simona era una surfista e nuotava perfettamente, difficile pensare che sia affogata in una piscinetta”, sostiene la famiglia originaria di Capaci, che tramite gli avvocati ha chiesto di disporre l’autopsia, che verrà effettuata giovedì 7 luglio.
Difficile credere all’ipotesi di un malore improvviso, con la ragazza che giocava a pallavolo a livello agonistico e per questo era costantemente sottoposta a controlli.
L’obiettivo delle indagini è accertare cosa sia successo nei 50 minuti che precedono la telefonata al 112 delle 4:10, con l’ambulanza poi giunta sul posto alle 4:23. Mistero anche sugli oggetti personali di Simona: i suoi vestiti, una canotta verde e una minigonna, sono stati trovati e sequestrati, e sotto sequestro sono finiti anche degli slip da uomo che erano in giardino. Il sospetto, per ora privo di prove a sostegno, lo spiattella in una conferenza stampa tenuta domenica il fratello maggiore di Simona: “Qualcuno potrebbe averle messo qualcosa nel bicchiere“.
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