Booking.com, il 4 agosto sciopero contro i licenziamenti in Italia

Roma, 31 lug. (askanews) – Le lavoratrici e i lavoratori di Booking.com sciopereranno lunedì 4 agosto per protestare contro il piano di licenziamenti avviato dall’azienda. La protesta è stata proclamata da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs dopo che il portale ha comunicato la volontà di licenziare 9 dipendenti nella sede italiana, su circa 150 totali, nell’ambito di una riorganizzazione globale che prevede migliaia di esuberi.
“Dietro a parole come ‘ottimizzazione’ e ‘innovazione’, si nasconde una strategia di tagli che colpisce direttamente le persone, molte delle quali con oltre dieci anni di servizio – affermano i tre sindacati con un comunicato -. L’azienda ha rifiutato ogni proposta alternativa avanzata dalle organizzazioni sindacali, limitandosi a un’offerta economica insufficiente e pretendendo persino di scegliere chi licenziare. Una posizione rigida e inaccettabile”.
“Responsabilmente le Organizzazioni Sindacali hanno provato più volte a riportare l’azienda al tavolo, ma questa si è limitata a comunicare al Ministero del Lavoro la chiusura senza accordo della fase sindacale, riducendo così a pochi giorni i tentativi di salvataggio e di gestione dei possibili esuberi. In pieno agosto – proseguono – nel picco delle attività di un’azienda che naviga economicamente a gonfie vele. È inaccettabile che vengano usati questionari anonimi per giustificare licenziamenti, citando tra le motivazioni un presunto “scarso senso di appartenenza”, una dimostrazione questa di quali siano i veri valori aziendali di queste piattaforme digitali”.
“Rifiutiamo un modello aziendale che privatizza i profitti e scarica sui lavoratori il costo delle proprie decisioni. Per questo motivo, le lavoratrici e i lavoratori riunitisi in assemblea, hanno dato mandato alle Organizzazioni Sindacali di proclamare uno sciopero per l’intera giornata lavorativa di lunedì 4 agosto. Una data storica per le lavoratrici e i lavoratori del gruppo, è il primo sciopero nel nostro Paese e con buona probabilità a livello globale, in un’azienda che sta mutando pelle nelle relazioni con i suoi dipendenti. Chiediamo il ritiro dei licenziamenti e la riapertura di un confronto vero sulle possibili alternative. Il lavoro si rispetta – conclude il comunicato – non si taglia! Le persone non sono numeri”.
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