Giovani in Piazza San Pietro tra emozioni, silenzi e speranza



Giulia, Matteo, Marco, Cecilia, Luca, Sophie. E migliaia di altri nomi, volti, storie. Sono loro ad aver dato colore, voce, respiro all’incontro «Tu sei Pietro», che ha animato Piazza San Pietro per tutto il pomeriggio di ieri fin oltre le 20. Un’onda viva di gioventù, di entusiasmo e di domande, di musica e silenzi intensi, di gioia contagiosa e lacrime trattenute. L’evento, pensato come momento di riflessione e festa nel cuore del Giubileo dei giovani, ha visto alternarsi sul palco artisti, testimoni, voci della Chiesa e del mondo.
L’attesa, raccontata da Benedetta Rinaldi, è stata scandita da un crescendo di emozioni: l’animazione musicale con i Neri per Caso, Lara Dei, Samuel Pietrasanta e altri giovani talenti, ha introdotto un’atmosfera che subito ha saputo fondere leggerezza e profondità.
La meditazione su Pietro, a cura di Paolo Logli con la voce di Giorgio Pasotti, ha creato un ponte tra la figura del primo apostolo e la realtà dei giovani oggi: anche loro, come Pietro, chiamati a credere nonostante i dubbi, a camminare anche sulle acque agitate del tempo presente. E poi la musica. Tanta, potente, sentita. Da Amara a Mimì, passando per Pierdavide Carone e infine Mr. Rain, ogni artista ha portato in piazza non solo canzoni, ma parole e messaggi. Mr. Rain, al termine della sua esibizione, ha guardato i ragazzi e ha detto: «Siete tutti dei supereroi. Dovete solo crederci e tirarlo fuori». È sembrata una carezza, un incoraggiamento che ha colpito il cuore.
Ma se le urla e gli applausi hanno fatto vibrare la piazza, il silenzio ha avuto forse un suono ancora più forte. Come quando Laura Lucchin, madre di Sammy Basso, ha preso la parola (leggi qui). In un attimo, l’atmosfera è cambiata: occhi lucidi, mani strette, un respiro collettivo sospeso. Una testimonianza che ha fatto vibrare le corde più intime: la fragilità, la bellezza della vita, il senso profondo dell’amore e della speranza.
Tra gli interventi anche quello di Nicolò Govoni scrittore e fondatore di “Still I Rise”, mentre narrava la scommessa che ha dato vita a un’organizzazione umanitaria in prima linea per l’educazione di bambini profughi e vulnerabili in varie aree del mondo. Un invito diretto, il suo, senza giri di parole (leggi qui): «Siate sovversivi. Abbiate speranza. Non aspettate che sia qualcun altro il cambiamento: siate voi». In piazza, un boato. Applausi e sguardi che cercavano di imprimere quelle parole nella memoria.
Il cardinale Pierbattista Pizzaballa è intervenuto con un videomessaggio dalla Terra Santa, ricordando l’urgenza della pace tra Israele e Palestina e invitando a pregare e agire per essa. Un appello accolto con rispetto e attenzione (leggi qui il testo).
E poi don Antonio Loffredo, con il racconto del Rione Sanità di Napoli, laboratorio di riscatto e bellezza, dove la fede si fa carne tra le pieghe di una periferia che ha scelto la luce (leggi qui).
A chiudere la giornata, la voce e il cuore del cardinale Matteo Zuppi. È stato lui a raccogliere tutti i fili di questo grande arazzo fatto di musica, riflessione, testimonianze. «Adesso che siamo pieni di pace, che ce la teniamo a fare? Scambiamocela subito. Scambiamoci la pace del Signore», ha detto, chiedendo alla piazza di rendere concreta la gioia dello stare insieme, la voglia di essere Chiesa viva. E quando ha parlato della «gioia di essere insieme», si è capito che non era una frase fatta, ma l’essenza stessa dell’incontro.
«Tu sei Pietro» non è stato solo un evento. È stato un momento di Chiesa, una prova collettiva che una generazione giovane, coraggiosa, capace di piangere e di cantare, di ascoltare e di gridare, esiste davvero. E vuole lasciare il segno.
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