L’amore per i coralli di Titouan Bernicot. E il nuovo profumo di Kenzo

CON LA SUA FISICITÀ intensa ed esotica – sembra uscito da una tela di Gauguin – quando parla tiene i piedi ben piazzati e lo sguardo dritto, illuminato da quel luccichio leggero che resta negli occhi dopo aver nuotato a lungo sott’acqua. Inarcando i baffetti, saluta con un aperto «La ora na!», nella sua lingua degli atolli: si intuisce a prima vista che Titouan Bernicot, 26 anni, imprenditore, surfista e “attivista dei coralli”, non è cresciuto incollato a TikTok o alla playstation. D’altronde, è nato a Moorea, nella Polinesia francese, circondato da un’esplosione di azzurri e da ghirlande di tiarè: il suo parco giochi è sempre stato l’oceano.

Si scusa per l’abbassamento di voce («Non sono abituato all’aria di qui, fa un po’ freddo»), mentre beviamo un tè nei saloni Belle Époque del museo Guimet a Parigi. Sognatore e determinato, a 16 anni Tits («Mi chiamano tutti così», rivela) ha deciso di mollare gli studi, si è seduto alla scrivania nel suo bungalow e ha iniziato a scrivere un progetto che in breve tempo lo avrebbe portato a essere premiato dalle Nazioni Unite al The Young Activists Summit di Ginevra.
Titouan Bernicot: l’amore per i coralli (e il nuovo profumo Kenzo)
«Stavo facendo surf, mi sono guardato i piedi e ho visto delle rocce bianche. In realtà, erano coralli che stavano scomparendo. Ho sentito un urlo dentro, dovevo fare qualcosa: il coral reef ha un ruolo fondamentale per la salute degli oceani. Se non si interviene, il 90 per cento delle barriere potrebbe scomparire entro il 2050», dice. Così, nel 2017, a Tahiti ha fondato Coral Gardeners, associazione no profit dedita alla salvaguardia e al ripopolamento dei coralli, che coinvolge i più grandi scienziati della biodiversità marina al mondo. E un movimento globale di attivisti, ricercatori, ingegneri e creativi.

Titouan Bernicot – Courtesy Press Office
I risultati non si sono fatti attendere. In pochi anni sono stati piantati più di 160mila coralli, sono state aperte altre due sedi dell’associazione alle Isole Fiji e in Thailandia e Bernicot è diventato una superstar della lotta contro il cambiamento climatico: ha ricevuto fondi da Larry Page, cofondatore di Google, ha il sostegno di celebrity come Jason Momoa e Matt Damon ed è diventato National Geographic explorer.
È proprio grazie alla potenza del suo impegno ambientale che Kenzo Parfums ha scelto di collaborare con lui per il lancio e il sostegno di L’Eau Pure, una fragranza genderless che unisce agrumi, lavanda bianca naturale e note, ça va sans dire, acquatiche. Più nel dettaglio: per ridare una parte importante delle sue cromie all’oceano, in linea con il motto di Kenzō Takada (“L’acqua non ha colore. Per questo ho voluto che fosse piena di frutti, fiori, freschezza e felicità”), la Maison ha avviato una partnership a lungo termine con Coral Gardeners, finanziando un giardino sottomarino e programmi di formazione per le comunità locali. L’obiettivo è piuttosto ambizioso: piantare 23mila coralli entro il 2028, su un’area che può essere paragonata a quella di quattro piscine olimpioniche.
Partiamo da qui: com’è andata con Kenzo?
Fin dall’inizio ci siamo connessi bene, avevamo la stessa visione. Quando gli uomini della Maison sono venuti a Tahiti e hanno incontrato i nostri “giardinieri”, è successo qualcosa di raro. Durante lo shooting in acqua abbiamo sentito il suono di una balena e si è avvicinato un bell’esemplare di femmina con un cucciolo accanto. Quando incontri una creatura così magica e gigante che ti guarda negli occhi, pensi: “Ok, c’è qualcosa qui che dobbiamo proteggere”. Credo che in quel momento il team Kenzo abbia davvero compreso che il nostro lavoro non è solo un progetto, è una chiamata a difendere qualcosa di straordinario, fragile e indispensabile.

L’Eau Pure di Kenzo – Courtesy Press Office
Come si sente, a 26 anni, alla guida di un movimento globale?
Uguale a prima. Voglio godermi di più questo viaggio e so che devo essere preparato perché l’oceano è imprevedibile, non sai mai che cosa capiterà il giorno dopo. In quest’ambito siamo la community più seguita, con circa un milione di follower su Instagram. Ambassador come Matt Damon, Chris Hemsworth o Jason Momoa sono venuti a piantare coralli con noi e sono diventati i nostri “zii”. Paris Hilton ha adottato coralli per il compleanno di Britney Spears. Ci definiscono il programma per la conservazione più cool del Pianeta. Eppure dobbiamo accelerare ancora, oggi tutto sta andando troppo lentamente, ci vogliono più esperti nel campo dell’innovazione e della tecnologia per potenziare l’impatto di ciò che facciamo. Abbiamo bisogno di creare connessioni ed emozioni. Trovare i partner giusti è fondamentale.
Le piacciono i profumi?
Tantissimo. Sono mezzi di trasporto, fanno viaggiare, aiutano a sentire il presente e a ricordare il passato. Quando ero adolescente, la mia fragranza preferita era CK One, mi piaceva che fosse genderless e oggi amo questa fluidità in L’Eau Pure: è rinvigorente e anche un po’ misteriosa, proprio come l’oceano. Adoro esplorare e per tutta la vita, nella mia lista di cose da fare assolutamente, c’è sempre stata la voglia di approfondire il mondo dell’olfatto.
Forse perché, mentre ci si trova sott’acqua, l ’olfatto è disabilitato…
È vero. Ci sono altri sensi accesi. Si gode di un grande impatto visivo e poi “scrocchia” tutto, il reef è un posto molto rumoroso.
Che cosa si sente là sotto?
“Crrrr”, “akata crrr” e tanti altri suoni particolari. È come ascoltare una colonna sonora subacquea. Musica pura!
Qual è stata l’esperienza più poetica che ha vissuto fra i coralli?
L’incontro ravvicinato con uno squalo tigre. Mi piace fare immersioni con gli squali, perché mi fanno paura.
Quanto è grande il mega predatore degli abissi?
All’incirca come il salone in cui ci troviamo, anzi più dello spazio dal muro alla porta, diciamo 4-5 metri. Le mostro una foto se vuole (prende il telefono e mi fa vedere un’immagine con lui vicino allo squalo, ndr ). Un bel colosso, eh? Bisogna avvicinarlo con rispetto e imparare a stare al proprio posto. Quando vedi una creatura affascinante come questa, che potrebbe farti molto male ma si mostra invece con straordinaria gentilezza ed eleganza, è poesia pura. L’oceano è un’ottima scuola per i valori da adottare nella vita. Fra le luci, la vegetazione ondeggiante, i pesci che si muovono, è proprio un altro mondo. Lì non servono parole, d’istinto impari che cosa significhi stare in un ecosistema che non è tuo: devi comportarti da ospite, avere rispetto e possibilmente aiutare.

Courtesy Press Office
Se potesse far capire a tutti una sola cosa sull’oceano, quale sarebbe?
Vorrei semplicemente che le persone si rendessero conto di che cosa sta accadendo. Il coral reef è lì da 400 milioni di anni e solo negli ultimi dieci abbiamo perso più della metà dei coralli. Le temperature aumentano, dovremmo capire che abbiamo bisogno di quei pesci, di quelle mangrovie: il fitoplancton regola il clima. Stiamo rischiando di perdere il più importante ecosistema sul nostro pianeta in pochissimo tempo. Nell’oceano c’è la metà dell’ossigeno che respiriamo a Parigi, Milano, Tahiti. Quei respiri arrivano da un ecosistema in salute. No reef, no air.
Che cosa fa quando non è immerso in acqua?
Mi piace andare alle feste, stare in mezzo alla gente che si scatena e dimentica i propri problemi ballando. Sa, non abbiamo tanti party a Tahiti. Poi amo correre. Ma in realtà la mia azione preferita in assoluto è stare sotto la pioggia: mi fa sentire collegato con il presente.
In un mondo iperconnesso, la natura è una terapia essenziale?
È il detox perfetto. Ci sono troppe distrazioni, tutti dovrebbero imparare a godersi la tempesta per guarire dall’ansia digitale. Questione di chimica, bisogna sentire la pancia, provare più esperienze selvagge. La natura, dentro e fuori, è la chiave per vivere davvero felici.
Scoprite anche la collaborazione di Davines con Sea Sheperd Italia per salvare gli eco sistemi marini.
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