Mons. Fisichella: “Gesù è il nostro compagno di strada”

La vera libertà scaturisce dalla rinuncia finalizzata a seguire Cristo. La fede nasce dall’ascolto della Sua parola, come dimostra Marta che, credendo in Gesù risurrezione e vita, trova la felicità e il senso dell’esistenza. Così S.E. Mons. Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione. Siamo chiamati ad essere testimoni di Cristo risorto, un annuncio che si traduce in azione concreta: nutrire chi ha fame, vestire chi è nudo, consolare chi soffre, restituire dignità. Le Beatitudini sono la testimonianza che il Signore ci chiede di offrire al mondo.
Il benvenuto in più lingue
A dare il benvenuto ai giovani, all’inizio della celebrazione – concelebrata dai cardinali Baldo Reina, vicario generale per la diocesi di Roma, e Marc Ouellet – monsignor Fisichella, che ha ringraziato i presenti “per aver accolto l’invito” del Pontefice a partecipare a questo Giubileo dedicato alle nuove generazioni “e alla speranza che ognuno porta dentro di sé”. Con lo sguardo al variopinto emiciclo del Bernini e alla contigua piazza Pio XII, dove sventolavano bandiere di svariati Paesi del mondo, bandane e cappellini, mentre il sole cala e gli ultimi raggi rischiaravano piazza San Pietro e via della Conciliazione, monsignor Fisichella ha indirizzato le sue parole, in particolare, agli “amici che provengono anche da molte zone di guerra”. “Dall’Ucraina dalla Palestina giunga a tutti l’abbraccio di fraternità che ci rendi uniti e un corpo solo” ha detto, esortando i giovani a non fare “mancare” ai loro coetanei giunti da aree dilaniate da conflitti “segni” di “amicizia”.
L’entusiasmo nel trasmettere la fede
Il pensiero del presule è andato anche ai “molti” ragazzi che “hanno fatto tanti sacrifici per essere” nella capitale. Poi a tutti ha annunciato: “Il Signore non vi deluderà. Vi viene incontro”. Ed ha esortato: “Siate vigili per cogliere la sua presenza. Vivete questi giorni con gioia e spiritualità, scoprendo nuove amicizie, ma soprattutto contemplate Roma e le tante opere d’arte espressione della fede che ha generato tanta bellezza”. Infine, nel suo saluto, ripetuto anche in inglese, spagnolo, francese, portoghese e tedesco, il pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione ha spiegato che motivo del raduno giovanile giubilare nel cuore della cristianità è “trasmettere la fede e comprendere il grande valore che Gesù Cristo possiede nella nostra vita” ed ha incoraggiato a rispondere “con entusiasmo”.
L’omelia
E’ il nostro compagno di strada, ma cari amici, ogni gesto di libertà comporta una rinuncia per essere autenticamente liberi di dover seguire il Signore. Ricordiamo quel giovane, anche lui desideroso di ottenere la salvezza, si presentò a Gesù, ma tutto era centrato su se stesso. Come posso fare io per ottenere la vita? Gesù gli rispondeva, ma quando questo vuole compiere qualche cosa di più, secondo la sua decisione, non è più capace di un gesto di vera libertà. Non sa rinunciare, non può compiere, e quindi un atto di libertà. Siamo realmente liberi nel momento in cui compiamo qualche rinuncia, ma soprattutto quando questa rinuncia è finalizzata ad incontrare il Signore e a doverlo seguire. La fede, cari amici, è anche ascolto.
Ce lo insegna l’Apostolo Paolo. La fede viene dall’ascolto. Marta ha ascoltato quello che Gesù gli diceva ed è stata capace di fare anche la sua professione di fede.
Io credo che tu sei il Cristo, credo nella risurrezione perché tu, tu Gesù, tu sei la risurrezione e la vita. Da nessun’altra parte possiamo trovare la felicità se non in Lui, il senso della nostra vita se non in Lui. Da un’altra parte, lasciatemelo dire, noi siamo di una ingenuità disarmante quando crediamo.
Essere testimoni
Siamo capaci solo di dire che crediamo che chi era morto è ritornato in vita. Questo noi annunciamo e questo siamo testimoni che la risurrezione è una vita nuova per ciascuno di noi. Non abbiate mai paura di essere testimoni di Cristo risorto perché questo è ciò che ci rende credenti, cristiani. Cristo è risorto e noi lo abbiamo visto, noi crediamo in Lui. Ma questa testimonianza diventa anche azione. Marta è esempio di una donna che ha tanto agito nella sua vita, tanto da meritare anche un benevolo rimprovero da parte di Gesù.
Marta, Marta, tu ti preoccupi di tante cose. Maria che sta qui seduta accanto a me, che ascolta la mia voce, è invece con lei che ha scelto la parte migliore. Ma oggi Marta ci dice che l’affare diventa azione, diventa testimonianza concreta, diventa vita.
Vita che si muove a secondo di quello che è l’insegnamento di Gesù nelle parole che ci ha lasciato. Dobbiamo dar da mangiare a chi ha fame, dar da bere a chi ha sete, essere presenti quando qualcuno ha bisogno di noi che è malato, in carcere, essere presenti a restituire dignità quando uno non è più vestito della propria dignità, essere pronti all’impegno per restituire ad ognuno che viene meno il diritto fondamentale alla dignità della sua vita. Siamo chiamati a dare coraggio, a dare consolazione, a dare a tutti coloro che piangono un sorriso. Le beatitudini sono la testimonianza che il Signore ci chiede di dare al mondo di oggi.
(fonte: Vatican News)
The post Mons. Fisichella: “Gesù è il nostro compagno di strada” appeared first on In Terris.
Qual è la tua reazione?






