“Wsj”: le pressioni di Trump su Powell potrebbero infrangere l’unanimità dei direttori della Fed

La riunione della Federal Reserve statunitense (Fed) in programma questa settimana potrebbe segnare un evento raro: più di un governatore potrebbe assumere una posizione in dissenso rispetto al presidente Jerome Powell, secondo il quotidiano “Wall Street Journal”, che ricorda come un fatto simile non si verifichi dal 1993, e da 259 riunioni consecutive della banca centrale. I governatori Christopher Waller e Michelle Bowman, entrambi nominati da Donald Trump, hanno espresso infatti pubblicamente sostegno a un taglio dei tassi d’interesse, come richiesto dall’inquilino della Casa Bianca, in contrasto con la linea attendista stabilita da Powell e dalla maggioranza del consiglio della banca centrale. La posizione dei due “dissidenti” rispecchia le pressioni di Trump, che per mesi ha intensificato gli attacchi contro la leadership di Powell mentre si delineano i possibili successori in vista della scadenza del mandato di quest’ultimo, nel maggio 2026.

Il comitato direttivo sui tassi d’interesse della Fed è composto da 12 membri: i sette governatori nominati dal presidente degli Stati Uniti e cinque presidenti delle banche regionali, scelti a rotazione annuale. Negli anni Ottanta, i dissensi tra governatori erano frequenti, soprattutto durante l’amministrazione presidenziale di Ronald Reagan, noto per i suoi contrasti con l’allora presidente della Fed Paul Volcker. Dagli anni Novanta, però, la Fed ha adottato un approccio più consensuale, con rare spaccature interne. L’influenza politica crescente di Trump potrebbe ora minare questo equilibrio, riportando tensioni e divisioni all’interno dell’istituzione.

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