4 modi geniali di usare ChatGPT per i contenuti sui Social Media

Quando i primi Social Media Manager hanno iniziato questo lavoro, ChatGPT non esisteva nemmeno. Oggi l’AI è onnipresente, e i numeri di Sensor Tower lo confermano. I chatbot sono diventati strumenti di uso quotidiano.
E non è difficile capire perché. Creare contenuti nel 2025 è diventato una corsa contro il tempo.
Si deve pubblicare ogni giorno, su più piattaforme, mantenendo qualità e originalità. A volte, farcela da soli è davvero un’impresa, a costo di sacrificare anche il proprio tempo libero.
I creator più curiosi hanno iniziato a sperimentare l’uso di ChatGPT e degli altri chatbot come Claude e Gemini. Invece di perdere ore a scrivere la decima variante di una caption, sfruttano l’AI per le bozze e dedicano il tempo risparmiato a quello che sanno fare meglio: pianificare strategie, intessere relazioni con la community, e naturalmente, sfornare idee originali. Il trucco per non farsi risucchiare dall’intelligenza artificiale e diventarne dipendenti, è preservare la propria creatività.
Come sfruttare ChatGPT per creare contenuti accattivanti per i Social Media
Ecco come i Social Media Manager stanno trasformando l’AI in un vero e proprio assistente personale.
1. Adattare lo stesso contenuto per piattaforme diverse
La sfida più grande di ogni Social Media Manager è adattare lo stesso messaggio a piattaforme diverse senza sembrare ripetitivo. Un video YouTube non può diventare un post LinkedIn semplicemente tagliando qualche pezzo. Ogni piattaforma ha il suo linguaggio, i suoi tempi, la sua audience.
ChatGPT se la cava alla grande nel reinventare contenuti esistenti per nuovi formati. Ad esempio, a partire dalla trascrizione di un video YouTube, si può chiedere: Trasforma questo video in 5 post LinkedIn coinvolgenti che mantengano i punti chiave ma parlino al pubblico professionale.
Il risultato non è un semplice riassunto, ma una riscrittura pensata per quel contesto, con tono, struttura e messaggio coerenti con LinkedIn. E se si vuole andare oltre, lo stesso video può diventare anche un thread su X con consigli pratici o caption per Instagram che racconta storie personali. ChatGPT non si limita a cambiare formato, adatta il contenuto all’identità di ogni piattaforma.
Ecco un esempio di prompt: Prendi questo contenuto [inserire testo/trascrizione] e crea 3 versioni diverse: una per LinkedIn professionale, una per Instagram più personale, e una per TikTok che catturi l’attenzione nei primi 3 secondi.
L’AI non ricicla, ma reinterpreta lo stesso messaggio adattandolo alle specificità di ogni piattaforma. ChatGPT capisce che su LinkedIn conta l’autorevolezza, su Instagram l’autenticità, su TikTok l’immediatezza.
2. Superare il blocco creativo
Ogni creator conosce quella sensazione… Seduto davanti allo schermo, scadenza che si avvicina, e il cervello completamente vuoto. Il blocco creativo non è solo frustrante, è costoso. Nel mondo della content creation, fermarsi significa perdere rilevanza. In questi casi, ChatGPT è un salvagente. Non perché generi idee finite e pronte all’uso, ma perché spezza l’inerzia mentale che blocca la creatività.
Quando la sindrome da pagina bianca colpisce, il cosiddetto “prompt a cascata” può sbloccare la creatività. Funziona come un imbuto, si parte da una richiesta generica, si restringe il focus e si arriva a un contenuto strutturato, pronto da usare. Ad esempio: Dammi 10 idee per contenuti su produttività
, diventa Sviluppa l’idea numero 3 da 5 punti di vista diversi
, che si trasforma in Crea uno schema dettagliato per un video di 8 minuti sull’argomento X con hook, punti principali e call-to-action finale
, e infine Scrivi l’introduzione e la conclusione complete di questo contenuto, con tono coinvolgente e ritmo narrativo.
Chiaramente, non bisogna aspettarsi il contenuto perfetto al primo colpo, ma usare ChatGPT come un partner di brainstorming.
3. Fare ricerche
La ricerca è la parte meno visibile ma più importante della content creation. Prima di ChatGPT, i Social Media Manager passavano ore a scavare tra articoli, statistiche e trend per dare sostanza ai propri contenuti. Oggi, invece, possono contare su un vero assistente alla ricerca, veloce e instancabile! Ma non si tratta di chiedere semplicemente Dimmi tutto su X argomento
. Conta come si fa ricerca, non in superficie, ma a strati.
Ogni strato affina il focus.
- Strato 1 – Panoramica iniziale:
Fai una panoramica completa di [argomento] con i punti principali da conoscere
- Strato 2 – I conflitti:
Quali sono le tre principali controversie o dibattiti su questo tema?
- Strato 3 – Prospettive insolite:
Quale punto di vista poco esplorato potrebbe interessare un pubblico di [es. freelance, manager, insegnanti]?
- Strato 4 – Dati a supporto: Es.
Trova statistiche e fonti recenti che confermano o mettono in discussione queste tesi.
Per una ricerca ancora più raffinata, si può chiedere: Analizza [argomento] dal punto di vista di un esperto scettico: quali obiezioni farebbe? Quali dati vorrebbe vedere? Quali aspetti metterebbe in discussione?
4. Ottimizzare le performance
La content creation moderna non è solo arte, è anche scienza. Ogni post, video o articolo genera dati che raccontano una storia: cosa funziona, cosa no, e perché. I creator di successo sono ossessionati da queste metriche, ma interpretarle richiede tempo e competenze analitiche.
Con il giusto prompt, ChatGPT può aiutarti a trasformare grafici e statistiche in intuizioni concrete. Basta caricare gli screenshot delle performance o descrivere i dati. Sarà in grado di riconosce schemi, errori e potenzialità.
Il flusso di analisi con l’AI:
- Caricare o descrivere i dati:
Ecco i risultati degli ultimi 10 post: impression, CTR, salvataggi…
- Riconoscimento dei pattern:
Quali elementi compaiono più spesso nei post migliori?
- Generazione di insight:
Quali fattori sembrano influenzare l’engagement?
- Consigli pratici:
Cosa potrei migliorare nei prossimi contenuti?
Inoltre, prima di pubblicare un contenuto, si può testare con ChatGPT. L’AI analizza titoli, descrizioni, caption e hook per prevedere punti forti, punti deboli e margini di miglioramento. Ad esempio, si può chiedere:
Analizza questo titolo/caption/concept e dimmi: cosa potrebbe funzionare bene, dove rischia di perdere attenzione, tre alternative più efficaci. Che tipo di pubblico potrebbe rispondere meglio?
.
L’obiettivo non è lasciare che ChatGPT decida tutto, ma avere un secondo parere che supporti l’istinto creativo con dati e logica.
ChatGPT per la routine quotidiana
Oltre ai compiti creativi, ChatGPT può trasformare la gestione quotidiana della content creation. Ad esempio, si può utilizzare per automatizzare tutte quelle micro-decisioni che rubano energia mentale preziosa.
- Gestione automatica dei commenti: Es.
Scrivi una risposta gentile ma ferma a un follower che critica il mio ultimo video sui social media, riconoscendo il suo punto di vista senza scusarmi per il contenuto
; - Pianificazione dei contenuti: Es.
Crea un calendario editoriale per la prossima settimana che alterni contenuti educativi, personali e promozionali mantenendo coerenza con il mio brand
; - Gestione delle crisi: Es.
Un follower ha scritto un commento critico su [situazione]. Aiutami a rispondere in modo che riconosca il suo punto di vista senza sembrare sulla difensiva
.
ChatGPT sì, ma con giudizio
La tentazione più grande, quando si usano strumenti come ChatGPT è lasciare che faccia tutto. Ma i content creator che sanno il fatto sanno che l’AI non può sostituire la creatività umana, ma solo amplificarla. Inoltre, è importante mantenere sempre il controllo finale su voce, tono e messaggi. Il chatbot di OpenAI può fornire la struttura, poi bisogna aggiungere l’anima.
Qual è la tua reazione?






