Aggressione a turisti ebrei in autogrill: 15 gli indagati, 3 persone identificate

Si indaga su un gruppo di circa quindici persone per l’episodio che si è consumato domenica scorsa, denunciato da due turisti francesi di religione ebraica, in un autogrill a Lainate, nell’hinterland di Milano. Gli agenti della Digos, coordinati dal procuratore aggiunto Eugenio Fusco, ne hanno già identificate tre. Saranno iscritte nel registro degli indagati per percosse aggravate dall’odio razziale. L’episodio segnala ancora una volta la polarizzazione e la violenza del dibattito intorno al conflitto in Medio Oriente, dove Israele ha reagito agli attacchi di Hamas del 7 ottobre 2023 con un’azione militare che ha causato almeno 60mila morti nella Striscia di Gaza.
La famiglia era andata in gita a Stresa, due automobili. Le aggressioni verbali sarebbero cominciate già nel parcheggio dell’area di servizio. L’uomo di 52 anni è entrato nell’autogrill ed è andato in bagno con il bambino, entrambi con la kippah in testa, il tipico copricapo della cultura ebraica. “Andate a casa vostra, assassini!”, alcune delle urla. “Andrete all’inferno prima o poi”. E grida per la “Palestina libera”. L’uomo ha chiamato il genero, gli ha chiesto di chiamare la polizia.
“L’hanno aspettato fuori dal bagno e non volevano farlo tornare su – questa la versione all’AdnKronos del genero della vittima – Gli hanno detto di cancellare il video, ma lui si è rifiutato e così in un attimo la situazione è degenerata: hanno iniziato a spingerlo e a mettergli le mani addosso. Gli hanno rotto gli occhiali e l’hanno messo a terra, colpendolo con calci e pugni. All’inizio erano in tre su di lui, poi si sono aggiunti anche una signora e un anziano, che hanno approfittato del fatto che era a terra e in minoranza, per dargli anche loro dei calci”.
L’aggressione si sarebbe consumata davanti agli occhi del bambino di soli sei anni. La vittima ha sporto denuncia, raccolta nell’area di sosta dalla pattuglia della sottosezione di Busto Arsizio – Olgiate Olona della Polizia stradale. La famiglia è tornata in Francia. “Ormai da qualche mese esco di casa con un berretto per nascondere la kippah sulla testa. Se non lo faccio, nove volte su dieci mi prendono a insulti”, ha raccontato ancora il genero all’agenzia di stampa.
La vicenda ha ricevuto grande eco sugli organi di stampa. Le immagine registrate dall’uomo non riprendono alcun tipo di aggressione fisica, si vedono una serie di persone – alcuni quotidiani si sono presi la briga di sbattere le loro facce sulle loro pagine – che urlano contro i turisti francesi. Si sente anche l’uomo rispondere: “Viva Israele”. In tanti stanno facendo notare come questa notizia abbia riscosso moltissima attenzione mentre a Gaza sono morte di fame sette persone nelle ultime 24 ore. Le organizzazioni internazionali denunciano una situazione di carestia, anche alcune ong israeliane hanno cominciato a parlare di genocidio a danno dei palestinesi. La situazione è sempre più grave: su queste pagine intellettuali come Edith Bruck avevano preannunciato una nuova onda di antisemitismo a causa delle operazioni di Netanyahu.
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