Banco Bpm: nel primo semestre l’utile netto sale a 1,21 miliardi (+ 62 per cento)

Banco Bpm al 30 giugno 2025 ha raggiunto un nuovo record con l’utile netto a 1,21 miliardi, più 62 per cento rispetto al primo semestre del 2024. Nella nota diffusa dall’istituto di Piazza Meda si evidenzia che la banca ha “già realizzato il 62 per cento della guidance di utile netto 2025, confermata a 1,95 miliardi nonostante la previsione di un ulteriore calo dei tassi di interesse”. L’acconto dividendi previsto per il 2025 è pari a 700 milioni, il 17 per cento in più rispetto al 2024. Banco Bpm evidenzia “un significativo ritorno cash per gli azionisti pur mantenendo una solida posizione di capitale”. La total shareholder remuneration maturata dal 6 novembre 2024, data dell’annuncio dell’offerta lanciata su Anima, ha raggiunto il 91 per cento, “il livello più alto tra tutte le banche italiane”. La remunerazione ai soci con dividendi cumulati 2024 e interim 2025 è di 2,2 miliardi e sta proseguendo con il giusto passo verso il target 2024-2027 di remunerazione, superiore a 6 miliardi. L’istituto di Piazza Meda ha sottolineato come il modello di business sia in grado di coniugare “vicinanza al territorio e risultati eccellenti impegno costante a sostegno delle esigenze di credito dei nostri clienti”. I risultati hanno beneficiato del “contributo significativo di Anima, sia in termini di volumi sia di redditività”.
Il totale delle attività finanziarie della clientela è di 383 miliardi, di cui 156 miliardi in più derivano dal consolidamento di Anima. Inoltre, quest’ultima ha contribuito alla redditività con un più 23 per cento alle commissioni nette e più 11 per cento all’utile netto, “già in linea rispetto ai target 2027 di piano strategico” sottolinea Piazza Meda. L’Amministratore delegato Giuseppe Castagna in call con gli analisti ha definito “ottimo” l’utile netto raggiunto, “con il massimo storico di 1,2 miliardi, in linea con il nostro obiettivo di quest’anno di 1,95 miliardi. “Ottime notizie anche dal capitale – ha aggiunto Castagna -, ricordate che avevamo una guidance del 13 per cento e siamo già al 13,3 per cento della Cet 1 Ratio”. La raccolta diretta bancaria raggiunta nel primo semestre è di 134,9 miliardi, in crescita sia rispetto al 31 dicembre 2024 del 2,2 per cento sia su base annua, del 3,9 per cento. La raccolta indiretta ha raggiunto 275,4 miliardi, 119,3 miliardi senza considerare l’apporto del Gruppo Anima, con una crescita su basi omogenee di 3,1 miliardi rispetto al 31 dicembre 2024 e di 8,1 miliardi su base annua; gli impieghi netti performing “core”, costituiti da mutui, finanziamenti, conti correnti e prestiti personali, si attestano a 94,7 miliardi con un volume di nuove erogazioni per 15,3 miliardi.
Per quanto riguarda la qualità del portafoglio, al 30 giugno 2025 l’incidenza dei crediti deteriorati sul totale dei crediti lordi si è ulteriormente ridotta al 2,6 per cento dal 2,8 per cento del 31 dicembre 2024. Il costo del credito annualizzato risulta in riduzione a 33 p.b. rispetto a 38 p.b. al 30 giugno 2024, pur garantendo significativi livelli di copertura dei crediti deteriorati. Piazza Meda evidenzia anche la posizione patrimoniale che “si conferma molto solida” con CET 1 Ratio fully phased al 13,32 per cento e MDA buffer fully phased a 379 p.b. “Siamo molto vicini ai target finali” del piano industriale al 2027, ha sottolineato Castagna nella call con gli analisti, evidenziando il contributo dell’acquisizione di Anima. “Siamo sulla buona strada per realizzare i nostri piani. Sono risultati molto buoni ma abbiamo ancora del lavoro da fare e dobbiamo aspettare un anno per vedere i migliori risultati che ci aspettiamo” ha affermato l’ad. Intanto, in merito al risiko bancario, Castagna ha spiegato agli analisti che “aspetteremo di vedere come si evolverà la situazione dopo il primo round di consolidamento” ma “abbiamo già due elementi che, diciamo, possono indicare la strada”, riferendosi alla partecipazione in Mps con il 9 per cento e all’ascesa di Crédit Agricole come azionista di Bpm a oltre il 20 per cento. “Vedremo che cosa accadrà a Mps dopo l’operazione con Mediobanca” ha affermato Castagna e sull’azionista francese ha spiegato che “vedremo come che cosa chiederanno e che cosa vorranno fare. Lo esamineremo con indipendenza nel miglior interesse dei nostri azionisti”.
Infine, sul golden power nelle operazioni di M&A, l’ad ha aggiunto di non aver mai visto il golden power “come un limite per i nostri azionisti” tanto che “all’inizio, l’operazione di M&A” di UniCredit “era stata annunciata da 10 miliardi e ora abbiamo una banca che vale già quasi 17 miliardi. Quindi nessun limite per la nostra banca, nessun limite per la nostra banca indipendente, nessun limite per un ulteriore consolidamento. Non posso fare nulla se qualcuno è stato fermato dalla paura del golden power. Credo che siamo riusciti a fare un buon lavoro alla banca” ha aggiunto Castagna, “abbiamo ancora un paio di centinaia di milioni da recuperare per mantenere il valore della banca fino al prossimo aggiornamento del piano. Anche la generazione di capitale sta dimostrando che forse possiamo avere di più per i nostri azionisti. Quindi non credo che il golden power possa avere un impatto. E in ogni caso, non è qualcosa che possiamo decidere noi. In Germania non c’è golden power, in Spagna non c’è golden power, in Portogallo non c’è golden power, ma c’è qualcos’altro con cui la banca deve confrontarsi. Quindi penso che sia la nuova normalità”.
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