Capo Bianco, la scogliera selvaggia (che nasconde una spiaggia) della Sicilia

Agosto 17, 2025 - 01:30
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Capo Bianco, la scogliera selvaggia (che nasconde una spiaggia) della Sicilia

C’è un punto, lungo la costa sud-occidentale della Sicilia, dove il bianco non è un colore ma un vero e proprio bagliore: Capo Bianco, falesia di marna che precipita nel mare come un taglio netto tra cielo e acqua. Qui, dove non c’è musica di sottofondo e nemmeno una fila di ombrelloni allineati, ci sono solo vento, il respiro salato delle onde e il contrasto feroce tra la roccia candida e il blu profondo.

In basso, una striscia di ciottoli e ghiaia lambita da un’acqua così chiara che ogni pietra sul fondo sembra disegnata. È una “spiaggia” solo per chi non ha paura di guadagnarsela e di rinunciare alle comodità. Ma nelle sue vicinanze, non mancano di certo distese di sabbia che tolgono il fiato. Scopriamo insieme tutto ciò che c’è da fare e sapere.

Dove si trova e come arrivare alla spiaggia di Capo Bianco

Come già accennato, Capo Bianco si trova sulla costa sud-occidentale della Sicilia, più precisamente nel territorio di Cattolica Eraclea, in provincia di Agrigento. Parte della Riserva Naturale della Foce del Fiume Platani e a pochi passi dal sito archeologico di Eraclea Minoa, è una zona dove la natura comanda ancora, e onestamente non ci dispiace affatto.

Per arrivare in auto, il punto di riferimento è la stessa Eraclea Minoa: da Agrigento sono circa 40 minuti, da Sciacca poco meno di un’ora. Si percorre la SS115 fino a Montallegro, poi si seguono le indicazioni per Eraclea Minoa e il suo parco archeologico.

Il parcheggio più comodo è proprio vicino all’ingresso del sito archeologico. Da lì, però, non ci sono cartelli vistosi. Infatti, bisogna imboccare un sentiero che attraversa una pineta e scendere verso la falesia. Il cammino è breve (una decina di minuti), ma sotto il sole può sembrare più lungo. Per questo motivo, consigliamo scarpe comode, cappello e acqua.

L’accesso diretto alla striscia di ciottoli e ghiaia (che però non è sempre presente) ai piedi della scogliera non è semplice: la discesa è ripida e scivolosa. Non è un caso, che molti preferiscano godersi il panorama dall’alto o raggiungere la zona in barca o kayak, partendo da una delle spiagge vicine. In ogni caso, il colpo d’occhio dal bordo della marna vale già il viaggio.

Eraclea Minoa, Sicilia
Getty Images
La spiaggia di Capo Bianco

Le caratteristiche di Capo Bianco

Partiamo con il chiarire che Capo Bianco, più che una spiaggia, è un promontorio che pare scolpito nella luce. La sua falesia, alta e compatta, è composta di marna bianca, una roccia sedimentaria formata da un miscuglio di calcare e argilla, ricca di microfossili marini depositati milioni di anni fa. Questo materiale, friabile e levigato dal vento e dalla pioggia, dà alla scogliera un aspetto candido e quasi lunare che abbaglia sotto il sole siciliano.

La forma di Capo Bianco non è casuale: la marna, più tenera rispetto ad altre rocce, viene erosa facilmente dalle onde, creando un fronte verticale che avanza lentamente verso l’entroterra. Ai suoi piedi, invece, il mare ha depositato una stretta lingua di ciottoli e ghiaia, visibile solo in determinate maree e stagioni.

Sopra la falesia si stende la macchia mediterranea e vi vivono gabbiani reali, piccoli rapaci e, con un po’ di fortuna, si possono scorgere persino tartarughe marine Caretta caretta in mare aperto.

Contemporaneamente, Capo Bianco è un balcone naturale che ospita, proprio sulla sua sommità, i resti dell’antica città greca di Eraclea Minoa con mura, case e un teatro con vista mare, a testimonianza di quanto già i Greci avessero scelto questo luogo per la sua posizione strategica e la bellezza del paesaggio.

Guardando le foto, si potrebbe pensare che Capo Bianco sia una sorta di “sorella” della Scala dei Turchi: entrambe bianchissime, entrambe scolpite da millenni di mare e vento ed entrambe irresistibili alla macchina fotografica. Ma la somiglianza si ferma qui.

La Scala dei Turchi, a Realmonte, è una scalinata naturale di marna modellata dall’erosione in morbidi gradoni. È diventata un’icona, affollata in estate, spesso chiusa in parte per protezione e sicurezza. È spettacolare, sì, ma ha un’anima mondana.

Capo Bianco a Eraclea Minoa, invece, offre una marna compatta, verticale e senza scalinate, al punto che invita i visitatori a guardarla dal basso o dall’alto. In sostanza, la Scala dei Turchi è la diva sotto i riflettori; Capo Bianco è la sorella schiva e selvaggia.

La spiaggia di Eraclea Minoa

Vicino alla piccola spiaggia di Capo Bianco si estende la spiaggia di Eraclea Minoa, dove le cose cambiano decisamente. Se Capo Bianco è quella scogliera bianca e selvaggia con una piccola caletta di ciottoli e ghiaia, la spiaggia di Eraclea Minoa è una lunga distesa di sabbia dorata, facile da raggiungere e perfetta per chi vuole godersi il mare senza complicazioni.

Qui ci sono parcheggi, qualche bar, stabilimenti e spazi dove stendere il telo senza dover fare acrobazie. È il posto giusto se si desidera un bagno comodo, magari in famiglia o con gli amici, senza rinunciare a un’atmosfera rilassata ma più vivace rispetto alla solitudine di Capo Bianco.

È sempre bene specificare che l’accesso diretto ai piedi della falesia è pericoloso: la marna è friabile, soggetta a erosione e a crolli improvvisi. Sono stati segnalati cedimenti e frane in tratti non autorizzati. Per questo motivo, scendere senza percorsi ufficiali è sconsigliato.

Cosa fare a Capo Bianco

Capo Bianco non è certamente un posto da ombrelloni e granite a portata di mano, ma più che altro è un angolo di Sicilia dove il lusso è la semplicità. Una volta arrivati in cima alla falesia, infatti, il panorama lascia senza parole grazie alla marna bianca che si getta a picco in un mare trasparente che sfuma dal turchese al blu profondo.

In zona si può camminare tra i pini d’Aleppo e la macchia mediterranea, respirando profumi di timo e lentisco, oppure visitare il sito archeologico di Eraclea Minoa, con il suo teatro greco affacciato sull’orizzonte. Al tramonto, la luce trasforma il bianco della roccia in tonalità calde di rosa e oro, uno spettacolo che da solo vale la camminata.

I più intraprendenti possono scendere (ci raccomandiamo di usare molta cautela) fino alla stretta striscia di ciottoli ai piedi della scogliera, raggiungerla in kayak o pescare come fanno i local all’alba e al tramonto; altri preferiscono fermarsi per un pic-nic all’ombra della pineta.

Bisogna comunque tenere presente che non ci sono bar o servizi (ad eccezione della lunga distesa di sabbia di Eraclea Minoa), e che in piena estate il sole picchia forte, amplificato dal riverbero della marna.

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Redazione Redazione Eventi e News