Chiesa e Islam, dialogo aperto 800 anni fa da San Francesco, proseguito sotto le bombe di Gaza

Il rapporto tra Chiesa Cattolica e Islam è stato uno dei temi di fondo della attività di Papa Francesco.
Aveva un precedente illustre: il viaggio in Terra Santa di San Francesco, il cui incontro, nel 1219, col sultano Malik al-Kāmil
nipote (di zio) di Saladino, non fu coronato da successo ma ottenne il rispetto e l’ammirazione del sovrano mussulmano.
Il dialogo fra le religioni monoteiste non è mai stato gradito da una parte dei vertici della Chiesa, come ha ribadito, alla vigilia del Conclave, il tedesco Gerhard Ludwig Müller, portavoce dell’ala conservatrice del collegio cardinalizio:
“Bisogna domandarsi come è possibile che uno che crede in Dio, creatore di tutti gli uomini, possa uccidere nel nome di Dio. Dialogo sì ma evitare ogni forma di relativismo: la fede cattolica non è un’espressione singolare di una religione universale del mondo creata dal forum di Davos”, ha detto Muller a Iacopo Scaramuzzi di Repubblica.
La Chiesa di Francesco nel Medio Oriente

Secondo Andrea Tucci, che ne ha scritto su Worldenvironment, l’impegno di Papa Francesco in Medio Oriente e nel mondo arabo è stato uno degli aspetti più distintivi della sua attività pontificale.
La sua leadership, aggiunge Tucci, è stata caratterizzata da un impegno storico verso le comunità musulmane e cristiane, con una costante attenzione alla pace e alla dignità umana.
Nel 2019, è entrato nella storia come il primo papa a visitare il Golfo Persico, recandosi negli Emirati Arabi Uniti. Successivamente, nel 2022, ha visitato il Bahrein. Entrambi i viaggi hanno evidenziato il suo impegno per il dialogo interreligioso, la libertà religiosa e la convivenza pacifica, incontrando i leader regionali e affrontando le questioni relative ai diritti umani.
Durante la sua visita negli Emirati Arabi Uniti, il Papa e lo sceicco Ahmed El-Tayeb, grande imam della moschea egiziana di Al-Azhar (qui nella foto dell’articolo), hanno firmato il “Documento sulla fratellanza umana”. L’accordo ha promesso una partnership duratura per respingere la violenza e l’estremismo.E a questo tt la
Impegno per la pace
L’impegno di Francesco per la pace è stato ulteriormente evidenziato nel 2021 dal suo storico pellegrinaggio in Iraq, dove ha incontrato privatamente il Grande Ayatollah Ali Sistani, figura di spicco dell’Islam sciita. Questa visita ha segnato una tappa significativa nel dialogo interreligioso e ha rafforzato gli sforzi di Francesco per la pace e la riconciliazione in Medio Oriente.
Nel dicembre 2024, Francesco accolse in Vaticano Mohammed Al-Issa, segretario generale della Lega musulmana mondiale (MWL) con sede alla Mecca, dove discussero di mutua cooperazione e interessi comuni.
Sebbene le sue dichiarazioni pubbliche abbiano spesso suscitato elogi e critiche, esse riflettevano costantemente la sua difesa della vita e della dignità dei civili nelle zone di conflitto. Ha chiesto più volte un cessate il fuoco durante la guerra e la fine della guerra a Gaza, e ha spesso criticato i leader politici per la loro mancanza di impegno per la pace.
Nel 2015 ha firmato un trattato che riconosceva ufficialmente la Palestina come Stato e, sostenendo costantemente la soluzione a due Stati per israeliani e palestinesi, Francesco ha lasciato un’eredità come voce instancabile a favore della pace e della dignità umana, nel mondo arabo e oltre.
Nel 2024, denunciò la campagna militare israeliana a Gaza come “immorale” e “sproporzionata”, sollecitando un’indagine per accertare se le azioni costituissero un genocidio. La dichiarazione suscitò tensioni diplomatiche con Israele, ma Francesco rimase fermo sulla sua posizione.
Il giorno prima della sua scomparsa, Francesco ha dedicato parte del suo messaggio di Pasqua ai palestinesi nella Striscia di Gaza devastata dalla guerra, per un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza, per il rilascio degli ostaggi e per l’accesso agli aiuti umanitari e la sua voce ha contribuito a richiamare l’attenzione sulla significativa disumanizzazione della guerra a Gaza e oltre.
Inoltre, Francesco ha costantemente sostenuto il Libano come esempio di pluralismo religioso e faro di pace e ha ribadito la vocazione del Paese dei cedri a essere una terra in cui diverse comunità vivono insieme in concordia, una terra in cui diverse religioni e confessioni si incontrano in uno spirito di fraternità.
La dedizione di una vita del Papa al servizio e al dialogo sarà ricordata per i suoi sforzi nel promuovere il dialogo interreligioso e nel suo lavoro per costruire ponti tra le comunità, promuovendo l’armonia e la pace tra persone di tutte le fedi, nel potere della comprensione reciproca e della cooperazione nella regione del Medio Oriente e oltre.
In una celebre citazione, Papa Francesco ha affermato: “La vera fede religiosa non genera divisione, conflitto o guerra; al contrario, promuove la comunione, la solidarietà e il dialogo per la pace”.
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