La tassa sulla sterlina d’oro, Meloni, che errore: delitti e pene nell’età del globalismo economico

La tassa sulla sterlina d’oro, Meloni, che errore: delitti e pene nell’età del globalismo economico.
Come si narra ancora oggi in Inghilterra, dovunque si estendeva il dominio del buon Re Edvino, una donna col suo neonato poteva viaggiare nell’isola da un mare all’altro senza che le si torcesse un capello.
Ai tempi della Regina Elisabetta I, la morte era la pena fissata per più di duecento reati che comprendevano il ricatto, il taglio degli alberelli e il furto di più di una sterlina.
I Tribunali erano corrotti. Un membro del parlamento definiva i giudici come “animali che, per mezza dozzina di polli, violano una dozzina di leggi”.
In materia di delitti e di pene, potremmo dire che esistono da secoli due scuole di pensiero: quella di “Edvino” e quella di “Elisabetta”.
Si è inoltre constatato che più pesanti sono le pene, più deboli sono le leggi. Infatti, equiparare la rapina all’assassinio significa incitare a commettere un reato più grave per impedire che il meno grave venga scoperto.
Nel nostro paese, un delitto economico è punito con pene superiori a quelle stabilite per l’omicidio colposo nelle fabbriche, ormai rimasto privo di sanzione penale.
In materia economica, non esiste una morale assoluta, bensì una morale determinata dalle leggi e spesso una morale corrente diversa dalle stesse leggi; l’etica negli affari varia da luogo a luogo.
Il falso in bilancio

Ogni nazione ha una propria legislazione in materia di falso in bilancio e, in molti paesi, la mazzetta pagata per vincere una commessa dà diritto alla massima onorificenza statale.
Il reato di finanziamento illecito dei partiti in Italia è cosa diversa rispetto a quello americano. Per questa ragione, bisogna fare molta attenzione nel giudicare il livello di “corruzione percepita” su basi statistiche.
Per obbligare il cittadino a compiere un’azione, oltre che alle sanzioni penali, lo Stato può ricorrere alla coercizione diretta.
Dal punto di vista puramente pratico e prescindendo dalle conseguenze morali, il metodo coercitivo presenta evidenti limiti. Il dittatore cileno Pinochet, per costringere gli operai ad estrarre carbone dalle miniere, usava l’esercito. Gli effetti furono disastrosi perché i lavoratori cercavano di rallentare i ritmi dell’attività, si fingevano malati e sabotavano il macchinario.
Il cosiddetto “Progetto Gigante” era il nome in codice per la costruzione in Bassa Slesia del rifugio del Fuhrer nella Germania nazista tra il 1943 e il 1945. L’aspettativa di vita dei prigionieri utilizzati nei lavori forzati era di tre mesi. I nazisti non applicavano certo la Convenzione di Ginevra.
Ma nemmeno quel regime avrebbe potuto concepire l’estrazione degli organi dal cadavere della reporter ucraina Roshchina, catturata dai russi. Si attende la “doverosa” ritorsione ucraina.
È indubbiamente più efficace indurre le persone a compiere un’azione ricorrendo ad incentivi positivi. Perfino la Cina esalta il profitto come movente delle attività umane al punto da incoraggiare ed accrescere il naturale egoismo dell’uomo. I moderni cinesi considerano l’economia e il lavoro il centro del proprio “universo”, mantenendo tuttavia la funzione morale della famiglia.
Nella gerarchia sociale cinese prima di Mao, l’imprenditore era un gradino sotto il soldato e molto al di sotto di filosofi, dottori e religiosi. Oggi al primo posto c’è la politica, cioè i dirigenti del partito unico e subito dopo vengono i manager e i tecnici che muovono le macchine; i sacerdoti e i filosofi sono spariti.
I religiosi sono invece al primo posto in Iran e in molti paesi musulmani dove si applica ancora la “fawta”, mentre le Chiese occidentali, una volta rinunciato al diritto di scomunica, sono relegate all’irrilevanza.
Tassa e religione
Le moderne religioni occidentali non sono più considerate un deterrente contro la delinquenza. Prevalgono tuttora le antiche superstizioni. Napoleone, Hitler o Stalin non facevano muovere gli eserciti senza il favorevole auspicio del proprio astrologo; del resto, il giro d’affari di veggenti e cartomanti, nonostante le leggi che si occupano dei casi di credulità popolare verso maghi e fattucchiere, ha raggiunto cifre da capogiro.
Alcuni recenti sondaggi dimostrano che in USA un cittadino su due crede all’esistenza immanente del diavolo.
Quando vedo i duecento mila giovani cattolici in visita a San Pietro, penso che il ruolo educativo delle nuove generazioni da parte delle Chiese sia ancora fondamentale. Escludo con fermezza che i ragazzi del Papa abbiano mai pensato di entrare a far parte dei gruppi “maranza” che delinquono nei centri urbani.
L’eredità del cristianesimo nella formazione della morale collettiva è rilevante e vale la pena di ricordarla. Fin dai suoi inizi, questa Religione cercò in ogni modo di limitare le guerre e le faide, i duelli e le prove per risolvere i processi, prolungò gli intervalli di tregua e di pace. Soppresse gli spettacoli dei gladiatori, condannò l’asservimento dei prigionieri, riscattò un enorme numero di schiavi. Insegnò all’uomo un nuovo rispetto per il lavoro e per la vita umana.
Frenò l’infanticidio, fece diminuire gli aborti. Si oppose a ogni tentativo di stabilire una diversa morale sessuale per uomini e donne. Arricchì di nuovi significati e moltiplicò le opere di beneficenza.
Mentre la Cina e la Russia depredano l’Africa dalle sue risorse naturali, la Chiesa porta missionari e mezzi di sopravvivenza; essa crede che gli africani diventeranno egemoni grazie al più elevato tasso di natalità ed eleva al rango di “Principi” molti dei cardinali che sceglieranno il successore di Francesco.
In materia di leggi repressive, costituisce grave errore del legislatore quello di produrre norme che gli stessi “controllori” non possono far rispettare; è meglio un sistema a più basso livello formale di legalità su cui non si transige, che la finzione di un sistema perfetto aggirato nel quotidiano.
In questo senso, il “partito degli onesti”, che invoca comportamenti corretti, leggi più severe, un maggior numero di poliziotti o di giudici, e si appropria in via esclusiva dei cosiddetti valori etici, svolge ormai una sterile battaglia di retroguardia.
Da questa modalità di legiferare, ripresa alla grande dal governo Meloni, deriva la degradazione morale dell’Occidente, dove si sente il tanfo della democrazia moribonda.
Nella campagna presidenziale della più grande democrazia del mondo (dove la povertà è un delitto) è accaduto un fatto senza precedenti. Hanno sostituito all’ultimo momento il candidato democratico che presentava sintomi di senilità e non si erano accorti che il vero malato era il candidato repubblicano, chiaramente affetto da un pericoloso delirio d’onnipotenza.
E stato il popolo a volerlo, lo stesso popolo che in Italia ha approvato referendum rivelatisi dannosi per il Paese.
L’immigrazione fuori controllo dipende in gran parte dalla incapacità delle “polizie”. Per agevolare l’attività dei “controllori” in divisa, in un progetto di legge dello Stato del Texas per questo reato è prevista una pena di 25 anni.
In materia economica, ogni norma che non sia di interesse generale, non è considerata morale e, alla lunga, viene espulsa dal sistema. L’economia sommersa è il frutto spontaneo delle istituzioni e burocrazie costose e oppressive: puoi mettere le sanzioni che vuoi ma non risolvi il problema.
Per fare un esempio di legislazione fiscale scriteriata dei nostri giorni, si consideri la tassazione delle sterline d’oro. La sterlina è considerata un bene rifugio, un investimento per proteggersi contro l’inflazione che deriva dalle politiche di bilancio dei nostri governanti. Non esiste intento speculativo da parte di una famiglia che regala la sterlina in occasione del battesimo, della comunione e nel corso della vita.
E’ saltata fuori come un fungo una legge che consente di tassare la “plusvalenza induttiva” che coincide con il prezzo di vendita. Il fatto politico è che questa legge risalente all’anno scorso, è stata approvata dal governo di centro-destra che ha giurato di tutelare i diritti del contribuente. La conseguenza della legge sarà l’incremento esponenziale delle vendite in nero.
In materia di delitti contro la persona, esiste il punto di vista di chi compie il reato e di chi lo subisce.
Il primo stadio del diritto è la vendetta personale. In molte società primitive l’assassinio di A da parte di B portava all’assassinio di B da parte del figlio di A e così via. Il secondo passo del diritto fu la sostituzione della vendetta con l’indennità.
Nelle società moderne spetta allo Stato il compito di prevenire e punire i reati: quando ciò non si verifica, l’istinto primordiale prende il sopravvento. Insomma, quando il cittadino non riceve giustizia si allontana dallo Stato.
Le mafie nascono per tutelare i soprusi della povera gente rimasti impuniti. Ad esempio, i gruppi inquinati come la mafia o la camorra, che dispongono di propri corpi armati impiegati in omicidi e stragi, che impongono pizzi e dispongono di esattori per incassarli, nascono con l’idea di porsi a tutela dei più deboli contro le iniquità di uno Stato profittatore; a quel punto qualsiasi azione esterna e i delitti più efferati assumono una precisa motivazione ideale.
Ecco quindi il gruppo che trova lavoro, presta denaro, ottiene stima e deferenza, fa opera di giustizia e così via. In Giappone, la “yakuza” si impegna in opere di beneficenza allo scopo di ricevere il consenso della popolazione. Nell’immaginario di certi strati del popolo, gli interventi caritatevoli non vengono offuscati dal commercio della droga o dalla pratica dei rapimenti. Il livello di coesione aumenta quanto più le istituzioni dello Stato sono carenti: l’una circostanza è, per così dire, funzionale all’altra.
Un mio vecchio amico, docente universitario, che cercavo di consolare per il lutto che l’aveva colpito (lo stupro di una figlia da parte di giovinastri che agivano in branco), mi confidò di nutrire la speranza che li scarcerassero tutti e subito. Lui intanto si stava allenando al poligono di tiro: li avrebbe cercati e ammazzati uno per uno. L’istinto della vendetta non è una questione di cultura.
L’omicidio di Santo Romano, provoca le urla del fratello Tony contro il 17enne condannato. «Ti uccido, hai la data di morte segnata, ti devo decapitare”. I familiari e gli amici della vittima hanno contestato con veemenza la “clemente” decisione dei giudici.
I più ricchi pagano guardie del corpo o si armano direttamente, nella logica della “Giustizia fai da te”. Cicalone, al metro di Roma, si impegna gratis. Le agenzie “specializzate” garantiscono la protezione dei minori e dei beni di lusso, organizzano ronde per impedire l’intrusione di individui esterni al nucleo familiare per evitare tentativi di furti, minacce e aggressioni. Il mestiere di guardia del corpo è diventato tra i più redditizi. E’ questa la fine dello Stato di diritto.
La questione dei luoghi e dei modi dell’espiazione, resta circoscritta nei confini di ogni paese. In Italia i governi della Prima repubblica che avevano investito di più nell’edilizia carceraria erano quelli craxiani, i quali avevano capito che la scure della legge si stava abbattendo sul loro partito, rimasto l’ultimo ostacolo all’alleanza catto-comunista, da sempre in manifesta sintonia con le procure che facevano largo uso della carcerazione preventiva.
Il più grave errore della classe politica è quella di delegittimare la Giustizia. La magistratura italiana merita la fiducia della gente, perché la maggior parte dei giudici prende sul serio il proprio lavoro. Se hai pazienza, quando sei innocente non devi avere paura, nonostante certe tecniche d’indagine sommarie o invasive. Delle ricadute mediatiche puoi solo infischiartene: in nome del diritto all’informazione, l’onore dell’individuo non trova più tutela giudiziaria. La Riforma Nordio apre un tenue spiraglio di speranza.
La tassa sulla sterlina d’oro, Meloni, che errore: delitti e pene nell’età del globalismo economico
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