“Così si tutela il bracconaggio”. Gli ambientalisti contro la legge sui richiami vivi in Veneto

Agosto 3, 2025 - 15:30
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“Così si tutela il bracconaggio”. Gli ambientalisti contro la legge sui richiami vivi in Veneto

Richiami vivi, la nuova proposta di legge del Veneto allarma ambientalisti e opposizioni: “Così si favorisce il bracconaggio”

Sta facendo molto discutere la proposta di legge regionale n. 313/2025 presentata nel Consiglio regionale del Veneto, primo firmatario Giuseppe Pan (Liga Veneta per Salvini), che mira a modificare la normativa relativa all’uso dei richiami vivi per la caccia. Una pratica già contestata da anni da associazioni ambientaliste e protezionistiche, e che ora, con questa nuova proposta, secondo molti rischia di spianare la strada al bracconaggio legalizzato.

Uccello esca in gabbia
“Così si tutela il bracconaggio”. Gli ambientalisti contro la legge sui richiami vivi in Veneto – amoreaquattrozampe.it

I richiami vivi sono piccoli uccelli – come tordi, allodole, cesene e merli – tenuti in minuscole gabbie, spesso in condizioni igienico-sanitarie pessime, usati come strumenti per attirare altri volatili durante la stagione venatoria. Chiusure forzate, buio costante e metodi crudeli sono alla base di una pratica che induce gli uccelli a cantare come fosse primavera, ingannando i loro simili e attirarli nell’area di tiro. Nonostante l’evidente crudeltà del metodo, l’uso dei richiami vivi è ancora legale in Italia, e ogni tentativo di allargare le maglie della normativa suscita proteste accese.

La nuova proposta della Regione Veneto punta a introdurre un sistema di autocertificazione per i detentori di richiami vivi, sia catturati sia allevati. In sostanza, basterebbe una dichiarazione personale e l’apposizione di un contrassegno inamovibile (un anello con codice identificativo) per regolarizzare la detenzione dell’animale. La procedura prevede che la Giunta regionale fornisca questi contrassegni, da applicare entro una certa data. Per l’opposizione e per le principali associazioni protezionistiche, questo meccanismo equivale a un’autorizzazione indiretta alla regolarizzazione di uccelli catturati illegalmente.

In Veneto, la proposta di legge che allarma: cosa prevede e perché preoccupa gli ambientalisti

Il consigliere regionale Andrea Zanoni (Europa Verde) ha definito la proposta “un regalo ai bracconieri”, spiegando che con un semplice anello si rischia di legittimare la detenzione di fauna selvatica catturata con mezzi vietati, come le reti da uccellagione. “È come rendere legittima un’auto rubata solo perché le si è messa una targa”, ha dichiarato in una nota, aggiungendo che la norma non ha basi scientifiche né tecniche, come confermato anche da un parere ottenuto dall’Ispra.

Uccellino in gabbia

L’opposizione è pronta a contrastare la proposta in Aula con 75 emendamenti, cui si aggiungono altri 12 da parte di altri gruppi contrari. Il rischio concreto, spiegano le associazioni, è quello di dare nuova linfa a un sistema che già oggi rappresenta un nodo irrisolto per la tutela della fauna. Secondo il Gruppo d’intervento giuridico (Grig), la legge regionale, se approvata, potrebbe diventare un pericoloso precedente, spingendo anche altre regioni a tentare strade simili, aggirando di fatto le direttive europee che vietano l’uccellagione.

La direttiva 2009/147/CE, infatti, impone agli Stati membri la salvaguardia dell’avifauna selvatica, vietando tecniche non selettive e strumenti di cattura crudeli. Animal Law Italia ha ricordato che la detenzione dei richiami vivi, per come avviene nella pratica, rappresenta un chiaro caso di maltrattamento ai sensi dell’articolo 544-ter del Codice penale. Un principio ribadito anche dalla Corte di Cassazione nella sentenza 15453/2023, che ha condannato come sevizie le condizioni in cui spesso questi animali sono detenuti.

Perché le associazioni denunciano la legge sui richiami vivi?

Le associazioni Cabs, Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf hanno inviato una lettera ai consiglieri regionali chiedendo di respingere la proposta. “È una battaglia di legalità, per l’avifauna e contro la crudeltà”, ha dichiarato Annamaria Procacci di Enpa, ribadendo come i richiami vivi rappresentino una pratica incompatibile con il benessere animale. Tra i principali rischi legati alla proposta di legge, le associazioni segnalano:

Uccello in gabbia

  • Legalizzazione indiretta di animali catturati illegalmente
  • Ostacolo ai controlli da parte delle autorità competenti
  • Incentivo agli allevamenti illegali
  • Svuotamento delle tutele previste dalle normative statali e comunitarie
  • Grave danno alla biodiversità e all’equilibrio degli ecosistemi

L’uso dei richiami vivi per la caccia continua dunque a generare tensioni e scontri istituzionali, e questa nuova proposta di legge del Veneto potrebbe segnare un punto di svolta in negativo. Se approvata, potrebbe aprire la porta a una normalizzazione di pratiche che le direttive europee e i più recenti orientamenti giurisprudenziali stanno cercando di superare.

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Anche per questo motivo cresce l’allarme e la mobilitazione intorno a questa battaglia, che vede nella tutela della fauna selvatica non solo una questione ambientale, ma anche un tema di legalità e di civiltà.

L'articolo “Così si tutela il bracconaggio”. Gli ambientalisti contro la legge sui richiami vivi in Veneto è stato pubblicato nella sua versione originale su www.amoreaquattrozampe.it.

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Redazione Redazione Eventi e News