Google Chat e Microsoft Teams ora sono compatibili

Google Chat e Microsoft Teams ora sono finalmente interoperabili. La piattaforma NextPlane OpenHub ha rotto il muro che divideva i due mondi.
Google Chat e Microsoft Teams diventano interoperabili
Per anni è stato un incubo. Se un’azienda usava Google Workspace e doveva fare una riunione con clienti che usavano Microsoft 365, erano cavoli. Ci sentiamo su Teams o Google Meet?
, Posso entrare senza account
, E il link funziona?
Era la solita tiritera, ogni azienda chiusa nel suo ecosistema. NextPlane ha risolto il problema. Ora un utente di Google Chat può scrivere direttamente a uno di Teams, senza app esterne, conversioni o compromessi.
L’integrazione permette messaggistica diretta uno-a-uno, sincronizzazione di canali e spazi, chat di gruppo multi-piattaforma e condivisione dei file.
NextPlane OpenHub funziona come una sorta di traduttore universale. La “rich message fidelity” garantisce che i messaggi mantengano formattazione e struttura indipendentemente dallo strumento utilizzato. Immaginiamo di poter iniziare una conversazione su Google Chat con un collega e continuarla su Teams senza perdere il filo. Era pure ora!
Questa mossa dice molto sulla strategia di Google. Invece di costringere tutti a migrare su Workspace, l’azienda di Mountain View sta abbracciando la realtà del mondo aziendale ibrido. C’è però un piccolo dettaglio che Google menziona quasi sottovoce: serve una licenza separata di NextPlane per attivare l’interoperabilità. Le aziende dovranno valutare se il gioco vale la candela.
L’integrazione va oltre i semplici messaggi. NextPlane ha risolto tutti quei problemi che fanno impazzire i responsabili IT delle grandi aziende. Dove vengono conservati i dati? In quali paesi? Chi può accedervi? Come si traccia tutto per gli audit di sicurezza? Cosa succede se un sistema si blocca?
Ogni messaggio deve rispettare regolamenti diversi, ogni dato deve stare nel posto giusto, ogni conversazione deve essere tracciabile. NextPlane ha costruito il sistema pensando a queste paranoie aziendali.
Qual è la tua reazione?






