In America ne vanno tutti pazzi: i modelli più richiesti sono loro e lavorano tantissimo

Negli Stati Uniti, soprattutto nello Utah, si moltiplicano i servizi fotografici con modelli con una particolare somiglianza. Sono sempre più richiesti per ritratti di famiglia e biglietti d’auguri.
Succede di tutto, ma questo era difficile da prevedere. Ti trovi in una zona residenziale dello Utah, tra giardini ordinati e strade silenziose, e davanti a una casa c’è un set fotografico. Una famiglia è schierata al completo, bambini compresi, e nel mezzo compare lui: alto, snello, capelli lunghi, barba curata, tunica bianca. Lo sguardo sereno, la posa compassata. Sembra una scena da film religioso e invece è un ritratto di famiglia. Lui non è un parente. È un modello professionista ingaggiato proprio per somigliare a Gesù.
Se sei cresciuto con i poster di concerti rock o le foto dei campi scuola, potresti pensare sia uno scherzo. Ma in alcune comunità americane, soprattutto nello Utah, questa cosa è serissima. C’è un’estetica ben precisa, un’idea di rassicurazione visiva che spinge sempre più famiglie a desiderare un’immagine con un “Jesus model” nel mezzo. L’effetto è qualcosa a metà tra il ricordo spirituale e l’arredo emozionale, e chi rispecchia quell’aspetto oggi lavora tantissimo.
Il fenomeno dei Jesus Model nello Utah: chi sono i “modelli di Gesù” e perché li cercano
Chi pensa che il lavoro del modello sia riservato solo alle passerelle o alle pubblicità di profumi, dovrebbe farsi un giro nei set fotografici dello Utah. Qui non si cercano più solo famiglie sorridenti con abiti coordinati. Da qualche anno, la nuova moda è includere un uomo che abbia i tratti inconfondibili di Gesù: capelli lunghi, barba piena, tunica chiara e un’aria benevola. Il modello non recita una parte, ma incarna un’idea. E a quanto pare, questa idea è molto redditizia.
Il fenomeno si è consolidato proprio qui, nello Stato americano più conosciuto per la comunità mormone. Non sorprende che l’immaginario spirituale sia ancora così forte da entrare anche nelle immagini di famiglia. Alcuni genitori vogliono una presenza simbolica nelle foto con i figli. Qualcuno lo fa per fede, altri per un senso di protezione. In molti casi, si tratta semplicemente di una scelta estetica molto precisa, che dà all’immagine un tono fuori dal tempo.
I fotografi raccontano storie diverse. Ci sono bambini che si sentono rassicurati, altri che scoppiano a piangere. A volte, i genitori chiedono al modello una specie di benedizione, un gesto sulla spalla, una carezza. È chiaro che si sta mescolando rappresentazione e spiritualità, ma il confine è sottile. Il tutto si consuma con la stessa naturalezza con cui, altrove, ci si fa fotografare con un attore vestito da Babbo Natale. Solo che qui si punta a qualcosa di più profondo, almeno nelle intenzioni.
I modelli, dal canto loro, raccontano esperienze quasi surreali. Alcuni sono stati scoperti per caso, magari in fila al bar o a un festival musicale. La fisionomia li ha portati lì. Una barba più lunga del solito, un fisico asciutto, uno sguardo che fa il resto. In poco tempo, si sono ritrovati davanti a obiettivi, famiglie commosse e compensi da 100 a 200 dollari l’ora. La richiesta cresce e con essa anche una sorta di “mercato delle somiglianze”, con alcuni modelli ormai diventati vere e proprie celebrità locali.
Il contesto culturale gioca un ruolo centrale. Nello Utah le immagini religiose non sono solo appese ai muri delle chiese. Entrano nelle case, diventano parte dell’arredo e dell’identità. Ma a differenza dei quadretti classici, queste fotografie sembrano voler portare un’idea di spiritualità nella quotidianità. E se la fede non basta, almeno c’è il senso estetico a sostenere l’immagine.
Chi lavora in questo ambito spesso si trova anche a fare i conti con situazioni inaspettate. Alcuni genitori chiedono pose precise, altri vorrebbero una sorta di preghiera in scena. I fotografi devono mediare, mantenere un equilibrio tra il sacro e il kitsch. Non sempre ci riescono, ma il risultato, a quanto pare, convince molti. Tanto da rendere questi modelli sempre più richiesti, con agende piene e foto che finiscono anche sui social o in cornici da salotto.
Alla fine, quello che resta è l’idea che l’immagine può confortare, evocare, suggerire qualcosa che va oltre il soggetto ritratto. Per alcuni è fede, per altri solo una moda. In entrambi i casi, funziona. E a giudicare dai compensi, anche molto bene.
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