Marco Bianchi, da Casciago a Lisbona: “Dovevo fermarmi sei mesi, sono passati nove anni”

Agosto 5, 2025 - 23:00
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Marco Bianchi, da Casciago a Lisbona: “Dovevo fermarmi sei mesi, sono passati nove anni”
marco bianchi

VareseNews raccoglie da anni le storie dei varesini che hanno deciso di trasferirsi all’estero, raccontando le loro esperienze di vita e di lavoro in ogni parte del mondo. La rubrica vuole dare voce a chi ha lasciato la provincia per costruire un nuovo percorso lontano da casa.

Marco Bianchi è originario di Casciago e oggi vive a Lisbona, in Portogallo. Dopo un lungo periodo di lavoro a Milano, nel 2016 ha deciso di lasciare l’Italia e cercare nuove opportunità all’estero.

Nel suo racconto, Marco ripercorre le motivazioni che lo hanno spinto a partire, le difficoltà incontrate nei primi tempi e la crescita personale che questo cambiamento ha portato nella sua vita. Dalla ricerca di lavoro alle esperienze in diversi settori, fino al desiderio di stabilirsi definitivamente in Portogallo, il suo percorso è fatto di sfide e nuove scoperte.

Quella che segue è la storia scritta direttamente da lui: un racconto che parte dal Varesotto e approda sulle colline e le strade di Lisbona, tra nostalgia e nuove radici. Ecco le sue parole.


Il racconto di Marco Bianchi

Vorrei iniziare da una premessa: la mia esperienza e’ legata a Lisbona, quindi non puo’ che dare un’idea parziale del Portogallo, tenuto poi conto di quanto le capitali, in generale, possano essere un’eccezione all’interno del proprio stesso panorama nazionale.

Mi chiamo Marco. Sono nato ed ho vissuto sempre a Casciago, prima di trasferirmi a Lisbona.

Ho fatto per piu’ di undici anni il pendolare a Milano, dove lavoravo in una grande libreria in piazza Duomo, fino a quando nel 2013 ho deciso di provare ad aprirne una per conto mio. Per poi scontrarmi con la triste e dura realta’, e chiudendola quindi poco tempo dopo.

Non riuscendo a trovare un nuovo impiego, fu durante un corso finanziato dalle agenzie interinali che mi suggerirono di provare a vedere tra le offerte pubblicate su una piattaforma di lavoro all’estero; e cosi’, cercando tra quelle per il Portogallo, risposi ad un paio e venni contattato gia’ il giorno successivo: nel giro di una settimana avevo completato la selezione e potei partire.

Giunsi quindi a Lisbona alla fine del 2016 per lavorare in un outsourcing come supporto ai venditori di Amazon. Anche se l’impatto lavorativo non fu dei migliori, mi sentii subito “a casa” – io, da sempre cosi’ legato alla mia casa natale, aspettandomi che la nostalgia si facesse viva. E fini’ che rimasi in attesa.

Da li’ inizio’ il mio percorso di rinascita, o forse di “nascita” a 41 anni suonati: lasciai quell’impiego e dopo una breve permanenza a Porto rientrai a Lisbona, iniziai un nuovo lavoro, per poi passare ad un altro, e ad un altro ancora, e via di seguito (dall’e-commerce al settore bancario/assicurativo ai social media, dagli elettrodomestici all’intelligenza artificiale…). Ho fatto tanta vita sociale (come mai in vita mia), una sorta di “Erasmus” tardivo, e conosciuto tante persone, la quasi totalita’ Italiani provenienti da tutte le parti d’Italia (ebbene si’, anche dal Molise che non esiste), rimanendo in amicizia o comunque in contatto con molti di loro – e’ un po’ un porto di mare, questo va detto. Ho cambiato non so piu’ quante case, ritornando per ben tre volte nella stessa dove abito ancora adesso insieme ad altre due persone – contando pure una breve parentesi in Irlanda, a Cork. Ma la nostalgia era tanta, e Lisbona rimane piu’ funzionale in caso di rientro d’urgenza in Italia, dove vive ancora mio padre.

Mi trovo bene in Portogallo, e vorrei tanto stabilirmici definitivamente, ma spostandomi da Lisbona, che per quanto sia sempre la mia prima casa portoghese e le sia affezionato, e’ diventata cara ed affollata, in una parola “pesante”. E la situazione abitativa e’ ormai al collasso, quando invece il mio sogno sarebbe quello di avere una casa tutta mia…

I Portoghesi, e parlo ovviamente nello specifico dei lisboeti, sono fondamentalmente brave persone, un po’ lente (e non nel senso di “rilassate”: proprio che non ce la fanno… tranne che sui soldi), un po’ diffidenti ed orgogliose. Lisbona e’ (era) una citta’ friendly, che pero’ ha venduto buona parte della sua anima ad uno sviluppo pure lodevole, ma ormai fuori controllo. Mi colpisce sempre il divario tra certe soluzioni quasi all’avanguardia, tipo la possibilita’ di farsi da soli la dichiarazione dei redditi o l’uso delle carte per i pagamen ti, ed altre di arretratezza, quali il servizio sanitario – motivo per cui proliferano le assicurazioni sanitarie private, solitamente fornite dalla aziende ai dipendenti.

Sicuramente Lisbona offre la possibilita’ di ripartire a chi e’ rimasto col sedere per terra (mi si passi il francesismo), senza porre ostacoli di eta’, sesso, formazione, ecc.; certo, bisogna pure sapersi accontentare, e le prospettive di crescita si presentano limitate oltre un certo livello; pero’, rispetto alla realta’ italiana che ho provato sulla mia pelle, di chance te ne offre.

Ritorno poco in Italia, e di rado mi e’ capitato di provare una punta di nostalgia: solitamente, pur facendomi piacere visitare le mie zone, non vedo l’ora di ripartire. Certo, mi mancano le montagne ed i laghi, e qui il clima e la qualita’ delle case rendono una sfida sia le estati che gli inverni – appena giunto (era dicembre), ho trascorso forse il peggiore inverno della mia vita, io, che vengo dalle Prealpi…

Questa è la storia di un maturo ragazzo partito con l’idea di fermarsi solo sei mesi; e cio’ accadeva quasi nove anni fa.


In un recente articolo abbiamo scritto di come siano oltre 70mila i varesini che si sono trasferiti all’estero. Proprio come con Sofia ci piacerebbe raccontare, per quanto possibile, chi siano, di cosa si occupano e dove si trovano là fuori nel mondo. Se vivete all’estero e vi piacerebbe mettervi in contatto con noi potete compilare questo modulo, vi contatteremo al più presto. Abbiamo anche aperto un gruppo Facebook per tenerci in contatto, lo trovate qui.

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L'articolo Buona la prima per “Aperialbuio” a Materia sembra essere il primo su VareseNews.

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