Rinnovo Contratto Enti Locali 2025: ultimi aggiornamenti dall'Aran sulla trattativa

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Presentata dall’Aran una proposta aggiornata per il triennio 2022-2024: gli ultimi aggiornamenti con la nuova bozza per il rinnovo del Contratto degli Enti Locali in questo tormentato 2025.
La trattativa per il rinnovo del contratto delle Funzioni Locali, fermo ancora al 2022, segna un nuovo passaggio. Durante l’incontro tenutosi ieri presso l’Aran, l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni ha sottoposto ai sindacati una nuova bozza del contratto collettivo nazionale di lavoro per il triennio 2022-2024. Un testo rivisitato che introduce modifiche significative, sia sul fronte normativo che su quello economico, con l’obiettivo di chiudere finalmente una trattativa iniziata oltre un anno fa.
“La prossima riunione è fissata al 9 settembre. Serve un’accelerazione: se non si firma entro l’autunno, il contratto rischia di slittare al 2026, mentre già ci sono le risorse per il rinnovo 2025-2027”, ha dichiarato il presidente dell’Aran Antonio Naddeo, sottolineando come si tratterebbe di un’anomalia senza precedenti nel pubblico impiego: tre contratti in quattro anni.
Rinnovo Contratto Enti Locali 2025: ultimi aggiornamenti dall’Aran sulla trattativa
Tra gli aspetti più innovativi contenuti nella nuova bozza di contratto spiccano misure che puntano a modernizzare l’organizzazione del lavoro negli enti locali, conciliando efficienza amministrativa e benessere del personale.
Buoni pasto
Una delle proposte più attese è l’estensione del buono pasto anche per chi lavora in modalità agile, un riconoscimento che mira a colmare il divario tra presenza fisica e lavoro da remoto. Si tratta di una misura già introdotta in altri comparti pubblici, e che rappresenta un passo verso una più equa regolazione del lavoro flessibile, spesso privo di adeguate tutele accessorie.
Settimana corta
Altro elemento degno di nota è la possibilità di sperimentare la cosiddetta “settimana corta”, ovvero la riorganizzazione dell’orario settimanale su quattro giorni anziché cinque, senza riduzione del monte ore complessivo. L’obiettivo è duplice: da un lato, favorire la conciliazione tra vita privata e professionale; dall’altro, migliorare la produttività e ridurre i costi di gestione, in particolare per quanto riguarda utenze e spazi fisici.
Age management
In chiave demografica, la proposta include anche misure legate all’age management, ovvero strumenti pensati per valorizzare l’esperienza dei lavoratori più anziani e accompagnarli verso il pensionamento in modo graduale e sostenibile. Questi interventi potrebbero prevedere percorsi di accompagnamento al ritiro, trasferimenti volontari a mansioni meno usuranti o forme di affiancamento ai colleghi più giovani, con l’obiettivo di garantire un ricambio generazionale equilibrato.
Progressioni di carriera
Sul fronte delle progressioni di carriera, la bozza conferma e rafforza la possibilità di avanzamenti sia orizzontali (all’interno della stessa area professionale) sia verticali (verso aree superiori), mantenendo per un altro anno la deroga al possesso del titolo di studio richiesto, a condizione che l’esperienza professionale maturata sia considerata equivalente. Una misura, questa, che risponde alle difficoltà di reperimento di personale qualificato e consente di valorizzare le competenze acquisite sul campo, soprattutto nei piccoli enti.
Indennità di comparto nello stipendio tabellare
L’intervento economicamente più rilevante e allo stesso tempo più controverso riguarda però la confluenza del 30% dell’indennità di comparto nello stipendio tabellare. In pratica, una parte della retribuzione accessoria – finora erogata separatamente e non utile ai fini previdenziali – verrebbe stabilmente integrata nello stipendio base. Sebbene non si tratti di risorse aggiuntive, questo cambiamento produrrebbe effetti concreti sul calcolo della pensione e del trattamento di fine rapporto, garantendo ai lavoratori un beneficio duraturo nel tempo.
Aran: busta paga più “solida”
Secondo l’Aran, l’operazione rappresenta un miglioramento strutturale della retribuzione, aumentando la “solidità” della busta paga.
PA, Enti locali: Aran presenta una nuova bozza di contratto
Naddeo: “Più tutele e aumenti strutturali per i lavoratori, spiragli per firmare e avviare nuova contrattazione”
Prossimo incontro fissato al 9 settembre
Roma, 21 luglio 2025 – Nell’incontro di questa mattina… pic.twitter.com/nkFC2fQabM
— Aran (@aran_agenzia) July 21, 2025
Sindacati divisi: CGIL e UIL chiedono più fondi, CISL sottolinea i danni dei ritardi sulla firma
Nonostante le aperture, il fronte sindacale non è compatto.
CGIL e UIL restano critiche: per loro, si tratta solo di un riassetto contabile che non risolve il problema di fondo, ossia l’insufficienza delle risorse. Si teme inoltre che la riduzione della quota accessoria possa compromettere i fondi destinati alla contrattazione decentrata, con il rischio di minori margini di manovra per valorizzazioni locali e premi di produttività. Mentre la CISL lancia l’allarme ed evidenzia i rischi che stanno correndo i lavoratori con lo stallo.
Le critiche della CGIL
Federico Bozzanca, segretario generale della FP CGIL, esprime una critica forte nei confronti della proposta che prevede lo spostamento di parte delle indennità accessorie all’interno dello stipendio fisso. Secondo Bozzanca, questo tipo di manovra, pur apparendo come un miglioramento strutturale della retribuzione, non risolve i problemi economici reali dei lavoratori. Infatti, “servono risorse vere” e non semplici “spostamenti interni” delle voci salariali. Il sindacalista denuncia come il trasferimento delle indennità nello stipendio base, pur non comportando nuove risorse, rischi di penalizzare i lavoratori, in quanto non incide sul recupero del potere d’acquisto perso negli ultimi anni a causa dell’inflazione.
Bozzanca sottolinea anche la necessità di sbloccare il salario accessorio, che, seppur esistendo come strumento di incentivazione e premialità, è spesso congelato o limitato dalle normative. La assenza di fondi aggiuntivi per il recupero del potere d’acquisto e la mancanza di un vero investimento economico, secondo il segretario, impediscono una vera valorizzazione del lavoro pubblico, lasciando i dipendenti con salari che non tengono il passo con l’aumento del costo della vita.
Le critiche della UIL
Secondo la UIL FPL, l’incremento del 5,78% previsto per gli stipendi tabellari non copre neppure la metà delle perdite salariali accumulate dal 2022. Il sindacato chiede di anticipare le risorse già stanziate per il contratto 2025-2027, rendendole subito disponibili. Al contempo, solleva questioni rimaste irrisolte: dalla riformulazione delle norme sui festivi per i turnisti, alla necessità di unificare i profili degli educatori e degli insegnanti. Criticità sono emerse anche sull’attuale disciplina della contrattazione decentrata, ritenuta troppo vaga.
“Ci sono aspetti migliorabili, ma senza nuove risorse non possiamo parlare di rinnovo dignitoso. Alcune delle novità annunciate sono impraticabili o addirittura peggiorative”, ha dichiarato la UIL FPL, chiedendo tutele maggiori per settori specifici come la Polizia Locale, la Protezione Civile, i piccoli Comuni e gli uffici dello stato civile.
CISL FP: “Un’occasione da non sprecare”
Diversa la posizione della CISL FP, che invita invece a sottoscrivere il contratto senza ulteriori ritardi. “È una scelta incomprensibile bloccare tutto ora. Si rischia di lasciare i lavoratori senza aumenti e arretrati fino al 2026”, afferma il segretario generale Roberto Chierchia. “Il testo Aran contiene molte proposte da noi sostenute: obbligo di costituire i fondi decentrati, maggiore flessibilità per i piccoli enti, difesa legale gratuita per chi subisce aggressioni e regole nuove per il lavoro festivo”.
Per la CISL FP, rifiutare la firma oggi significa rinviare ulteriormente i benefici concreti e, soprattutto, perdere l’opportunità di aprire subito la stagione contrattuale successiva. “Chi si oppone ora, si assume la responsabilità di tenere il personale fermo, senza strumenti di tutela e senza valorizzazione”.
Verso settembre, tra ottimismo e incertezze
Nonostante le divergenze, Naddeo intravede margini per chiudere l’accordo. “C’è uno spiraglio per firmare presto e partire subito con il contratto 2025-2027, già finanziato. Ma la decisione spetta alla politica”, afferma, chiamando in causa governo, ministri competenti e ANCI.
Il prossimo incontro sarà cruciale per capire se il confronto potrà finalmente sbloccarsi. I lavoratori degli enti locali – dai Comuni alle Province, fino alle Regioni – attendono da mesi un contratto che riconosca dignità economica e nuove tutele, mentre l’inflazione continua a erodere i salari. Firmare ora o aspettare ancora: la scelta pesa tutta sulle spalle della parte negoziale.
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