Silhouette generose. Al posto dei bottoni, stringhe. Ludovico Bruno disegna Mordecai all'insegna di una praticità leggera

Aprile 10, 2025 - 14:50
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Silhouette generose. Al posto dei bottoni, stringhe. Ludovico Bruno disegna Mordecai all'insegna di una praticità leggera

È nato come progetto per l’uomo, ma è stato acquistato, fin dalla prima collezione, anche dalle donne. «Per la realizzazione del lookbook avevamo trovato solo tre modelli su quattro. Uno di loro ci ha proposto la sua fidanzata e il risultato è stato sorprendente: i capi su un corpo femminile sembravano ancora più loose», racconta Ludovico Bruno, il creativo che nel 2022 ha fondato Mordecai, un brand che fa dialogare mondi lontani nel tempo e nello spazio. Qui lo sportswear incontra lo streetwear e il workwear si fonde con il sartoriale, stemperato da influenze culturali nordafricane e mediorientali, che ritornano anche nel nome, la cui etimologia riconduce a un dio della Babilonia antica.

Abiti come opere d’arte: la creatività ritrovata di Parigi

«Disegno abiti pratici dall’estetica riconoscibile e da indossare nella quotidianità», ama sottolineare Bruno, il cui approccio, distintivo e pragmatico insieme, deriva, dopo studi alla Naba e al Pratt Institute di New York, da anni di esperienza negli uffici stile di Moncler al fianco di Thom Browne e Giambattista Valli, ma anche dell’ad del marchio Remo Ruffini, che gli ha insegnato come trasformare un capo tecnico in un bestseller.

L’intervista di Amica a Ludovico Bruno

Come nasce Mordecai?
Da un’esigenza personale. Durante i miei viaggi nel Nord Africa, in India e in Arabia Saudita, ho sempre voluto vestirmi come gli abitanti dei Paesi che visitavo. Per me tuniche e pantaloni cargo non sono elementi folkloristici, ma capi funzionali, comodi e pratici. Mi sono chiesto come reinterpretarli senza essere tacciato di appropriazione culturale e così ho utilizzato materiali tecnici, silhouette generose e colori naturali.

Ludovico Bruno, stilista milanese classe 1987, founder del brand Mordecai.

A chi pensa quando crea?
Alle palestre piene. La moda oggi sembra parlare solo a donne e uomini di estrema magrezza. A me piace valorizzare sia i corpi femminili che quelli maschili non conformi ai canoni dell’estetica contemporanea. Oggi, per essere riconoscibile, devi avere un punto di vista personale e unico. Io scelgo di non vestire tutti, il mio sogno è quello di creare una community di persone che si riconoscano nei capi che disegno e che condividano i miei ideali e valori.

Il corpo è da sempre al centro della sua narrazione.
Amo immaginare una donna che si veste con abiti che sembrano presi in prestito dal guardaroba del fidanzato. Qualcuno pensa che i miei look siano troppo castigati, in realtà non lo sono affatto, non hanno bottoni e sono trattenuti da stringhe: li indossi come vuoi, con sotto una canotta o nulla. Nell’ultima collezione, per esempio, mi sono cimentato con capi basici come camicie allungate, cappotti leggeri e giacche a kimono e li ho resi più femminili, giocando con sovrapposizioni, proporzioni e abbinamenti inaspettati.

Tra il tecnico e il sartoriale: alcuni look della collezione Primavera Estate 2025 di Mordecai.

Mordecai è dunque un marchio che non fa differenza di sesso?
È pensato per uomini e donne. Non vedo distanze nella società contemporanea. Bisognerebbe interrogarsi sui concetti di maschile e femminile, anche se nessuno riesce a comprendere quale sia oggi il principio che li regoli. Il mio è un progetto trasversale, fatto di creazioni che non seguono tendenze o i fashion diktat del momento. Nelle mie collezioni non ci sono concettualismi inutili, non faccio arte, disegno vestiti che, seppur ricchi di dettagli funzionali, rimangono leggeri, pratici e perfetti in ogni situazione.

Di Massimiliano Sortino

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Redazione Redazione Eventi e News