Stone balance: fare cumuli di pietre è una forma di meditazione

QUANTE VOLTE capita di incontrare – sulla riva del mare, di un lago, sul greto di un fiume o di un torrente – uno o più cumuli di ciottoli che qualcuno ha impilato con cura, sfidando le leggi di gravità? Alcune “torri” sono ancora integre, altre in parte crollate, ma tutte sono il segno concreto dell’impegno dedicato a un progetto effimero (lo Stone balance) che, dopo essere stato terminato, è destinato a dissolversi come un mandala in 3D.

Gli omini di pietra (detti anche “cairn”, dal celtico) vengono costruiti in montagna dagli escursionisti, per indicare il percorso da seguire in zone dove il sentiero non è ben marcato. Se realizzati vicino all’acqua (simbolo di impermanenza, ma anche di continuo rinnovamento), assumono un significato speciale, a maggior ragione se li si assembla a mente libera. Senza uno scopo preciso. Mentre si perfeziona l’abbronzatura con i piedi a mollo, cullati dalle voci della corrente e del vento.
Stone balance significato e benefici: una meditazione diversa
È in quei momenti che ci si dedica d’istinto allo Stone (o rock) balance: un passatempo che funziona «come una sorta di meditazione dinamica all’aria aperta, utile per affinare le capacità percettive, allentare la morsa dello stress e liberare la mente dall’eccesso di pensieri». Conferma Alessandra Ciolfi, psicologa e psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, specializzata in psicoterapia sensomotoria (disciplina ideata negli Anni 80 da Pat Ogden che considera il corpo come un canale tramite il quale si manifestano le emozioni non elaborate, inclusi i traumi).

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Lo Stone balance, che affonda le radici nel buddismo zen, si ispira a questo principio. Quando si sovrappongono le pietre, cercando prima una base piatta e poi individuandone altre adatte a creare una struttura verticale, «si entra in contatto con oggetti che ci riconnettono con la dimensione naturale e tattile: i sassi, l’acqua, la sabbia. E nel contempo si risvegliano alcune abilità che hanno una profonda azione riequilibrante a livello psicofisico. Pazienza, concentrazione, ricerca della stabilità e la volontà di rimettersi in sintonia con il mondo esterno e con il nostro microcosmo interiore». In concreto, tale pratica può contribuire a riarmonizzare il sistema nervoso autonomo, che regola le funzioni vitali dell’organismo senza la necessità di un comando volontario. Questo si distingue in sistema simpatico, che risponde alle sollecitazioni dall’ambiente esterno e si attiva in risposta a uno stato di emergenza, e parasimpatico, incaricato di mantenere la situazione basale in condizioni normali e di stabilizzare processi come il battito cardiaco o la digestione. «Quando si vive in costante allerta, il sistema simpatico viene iperattivato e ciò nel tempo può portare a scompensi come tachicardia, disturbi gastrointestinali e insonnia», spiega Ciolfi, che è referente per l’Italia di Sensori Motor, piattaforma internazionale dedicata alla psicoterapia sensomotoria.
L’effetto calmante e riequilibrante
«In questi casi, lo Stone balance ha un ottimo effetto calmante, perché favorisce il relax e ci fa recuperare la giusta centratura. Se invece la persona è spenta o demotivata, il gesto di costruire sculture di ciottoli avrà un’azione stimolante, in quanto si tratta di un’attività che promuove l’attenzione, la creatività e il desiderio di raggiungere l’obiettivo». Sempre più diffuso come forma d’arte performativa di tendenza (nel 2024 Matera, la città dei Sassi, ha accolto un festival internazionale dedicato allo Stone balance), l’hobby di impilare pietre può avere effetti trasformativi su corpo, mente e anima.
«Ogni sasso racchiude l’antica saggezza della Terra, e prendersi del tempo per assemblare questi piccoli frammenti minerali è un buon metodo per lasciar andare incertezze e paure e immergersi in uno spazio energetico più vasto», aggiunge Travis Ruskus, esperto californiano che ha scritto il manuale The Rock balancer’s guide. Discover the mindful art of balance (Watkins Publishing).
Stone balance: come farlo
Come procedere? «Cercate due rocce che vi ispirano e sovrapponetele», consiglia Ruskus, autore di incredibili sculture in equilibrio (Ig: @travisruskus). «Dove le due pietre si toccano deve formarsi un piccolo triangolo, con tre soli punti di contatto: queste sono le basi dell’equilibrio. Quando la roccia sarà ben bilanciata, la sentirete fisicamente “scattare” al suo posto. Continuate così, finché non sarete contenti del vostro lavoro. Può darsi che ci vogliano 15 sassi prima di essere soddisfatti, o che ne siano sufficienti tre o quattro, ma l’ultima pietra che aggiungerete in cima alla torre sarà quella che vi farà dire: “Adesso basta”. Fermatevi lì. Respirate. Sorridete. E godetevi la bellezza di quest’attimo di felicità».

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