Acilia, spari da auto in corsa: forse caso collegato a esplosione in panificio

Notte di intimidazioni e spari ad Acilia, quartiere della periferia sud-ovest della Capitale, a pochi chilometri da Ostia. Due episodi distinti, ma forse collegati, si sono verificati nell’arco di poche ore lasciando i residenti sconvolti e preoccupati. Intorno alla mezzanotte, una ragazza di 19 anni, di origini egiziane, è stata colpita da un proiettile vagante mentre si trovava sul balcone dell’abitazione del padre, in via Beduschi, una strada stretta e senza uscita. Un proiettile l’ha raggiunta e ferita ad una gamba. Le sue condizioni non sono gravi, ma la giovane è stata trasportata d’urgenza all’ospedale Sant’Eugenio, dove è stata sottoposta a un intervento chirurgico.
Le indagini
Secondo quanto riportato dai testimoni ai carabinieri, che stanno conducendo le indagini, i colpi sarebbero partiti da un’auto in corsa che ha sparato verso il palazzo, un edificio di sei appartamenti situato in una strada senza uscita. Gli inquirenti stanno analizzando le immagini delle telecamere di videosorveglianza installate nella zona per identificare i responsabili e individuare la targa dell’auto da cui sono stati esplosi i colpi. Poco dopo, intorno alle due del mattino, un secondo episodio ha creato ulteriore tensione nel quartiere.
Un ordigno rudimentale, probabilmente una bomba carta, è esploso davanti alla vetrina del panificio ‘Fantasia di pane e di dolci’, in via Cesare Maccari 421, a pochi chilometri di distanza dal primo fatto. Stando ai racconti di alcuni residenti, tre persone con il volto coperto sono state viste fuggire subito dopo aver posizionato l’esplosivo vicino al contatore del gas, all’ingresso del negozio. L’esplosione ha danneggiato una fioriera e provocato la rottura della vetrina del forno. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco e un’ambulanza del 118. Anche in questo caso sono in corso le indagini da parte dei carabinieri che stanno indagando se vi sia un legame tra i due episodi, avvenuti a distanza di appena due ore.
Secondo quanto emerso dai primi riscontri, il forno dove è stato piazzato l’ordigno, sarebbe riconducibile ad Alessandro P., soprannominato ‘Er Negro’, nipote dei fratelli Guarnera, noti esponenti del clan camorristico omonimo, attivo tra Ostia e Acilia. La famiglia Guarnera è stata più volte nel mirino della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma e di Napoli, che nel 2020 ha ottenuto la confisca di beni per un valore di 22 milioni di euro, ritenuti frutto di attività illecite come racket, estorsioni e traffico di stupefacenti. Gli investigatori non escludono che entrambi gli episodi siano parte di una più ampia escalation criminale nel territorio, legata a regolamenti di conti e intimidazioni verso figure riconducibili alla criminalità organizzata, locale e albanese.
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