All’orto botanico di Brera si sequenza il Dna della salvia e si proteggono le piante officinali spontanee

Lug 19, 2025 - 15:00
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All’orto botanico di Brera si sequenza il Dna della salvia e si proteggono le piante officinali spontanee
orto botanico di brera

La seconda tappa del nostro reportage sugli orti botanici universitari è a Brera, dove si studia la varietà genetica interna al genere Salvia per comprendere meglio l’adattamento delle piante alla crisi climatica (e dove ogni autunno gli alberi di ginkgo si tingono d’oro)

Dopo aver raccontato gli studi e le piante straordinarie dell’orto botanico di Pisa, oggi ci spostiamo a Milano. Il protagonista è questa volta l’orto botanico universitario di Brera, un angolo verde nascosto tra tetti e musei, proprio dietro la facciata sud del Palazzo di Brera.

Qui, su una superficie di mezzo ettaro, vivono più di 1.000 specie tra piante erbacee e arbustive. Vegliano su di loro diversi alberi secolari, che racconta la storia di questo scrigno di biodiversità, gestito dall’Università degli Studi di Milano.

orto botanico di brera
Immagine: archivio Obb

Si tratta inoltre di un vero giardino storico, ufficialmente riconosciuto come museo.

Nel 2001, l’orto botanico ha riaperto in modo permanente al pubblico dopo un’attenta fase di restauro conservativo – spiega a GreenPlanner Cristina Puricelli, curatrice dell’orto botanico di Brera – che ha riportato in evidenza l’originale disegno architettonico settecentesco, caratterizzato da due suggestive vasche ellittiche, da un arboreto e da fitte aiuole lunghe e strette, che ospitano le collezioni vegetali“.

Un patrimonio da studiare

Queste collezioni sono il centro di tante attività di ricerca portate avanti negli ultimi anni dagli studiosi dell’università. Tra i protagonisti assoluti, c’è sicuramente il genere salvia.

Abbiamo sviluppato negli ultimi quattro anni un progetto di ricerca focalizzato proprio sull’analisi delle relazioni evolutive tra le specie spontanee italiane appartenenti al genere Salvia – racconta PuricelliLe specie oggetto della ricerca sono infatti parte di una delle collezioni più interessanti dell’orto botanico di Brera“.

Per portare avanti queste indagini, sono state utilizzate informazioni ottenute dal confronto delle sequenze del Dna tra le varie specie di salvia esistenti in Italia, attraverso cui è stato possibile ricostruire le loro relazioni di parentela.

Recentemente abbiamo anche completato la sequenza dell’intero genoma della Salvia pratensis – aggiunge Puricelliil che ci ha permesso di ottenere, per questa specie, l’indice della biodiversità genetica, che è strettamente legato alla capacità di adattamento ai cambiamenti climatici“.

Grande cura è rivolta dagli studiosi anche alle specie della flora autoctona lombarda: “per migliorarne lo stato di tutela – spiega Puricelliè stato avviato un progetto pilota di conservazione ex-situ, che riguarda la riqualificazione di un’aiuola dove saranno coltivate specie officinali lombarde soggette a protezione rigorosa o regolamentata“.

Glicine in primavera, foliage in autunno

All’importanza scientifica delle collezioni si accompagna, nel caso di Brera, l’elevato valore estetico del giardino, amplificato dagli edifici che lo circondano. Ecco quindi qualche spunto per chi abbia voglia di organizzare una visita.

Se si escludono i momenti più freddi dell’inverno, c’è sempre qualcosa da osservare oltre i cancelli dell’orto. In primavera si può godere della fioritura del vecchio e profumato glicine che si arrampica sulla parete di Palazzo Brera, mentre in estate si possono ammirare le asteracee.

In autunno però si può assistere allo spettacolo forse più caratteristico, che distingue questo giardino di città da molti altri: “nell’arboreto svettano due esemplari di ginkgo biloba, un maschio e una femmina – racconta ancora Puricelliche con più di due secoli e mezzo di vita sono i più vecchi alberi dell’Orto Botanico e ne sono divenuti il simbolo“.

Il momento migliore per osservarli è da settembre in poi, quando le caratteristiche foglie a ventaglio assumono una colorazione giallo-dorata.

Nonostante una potatura subita a fine anni ’80, sono ancora alberi impressionanti, che sono riusciti a sopravvivere anche ai fortissimi venti del 2023, pur perdendo molte foglie e qualche ramo come molte altre grandi piante di Milano.

Dando le spalle ai due esemplari di ginkgo e alzando lo sguardo oltre l’area tenuta a prato, un altro abitante dell’orto salta subito all’occhio: è un noce del Caucaso, nome scientifico Pterocarya fraxinifolia.

Si riconosce dal possente tronco e dai vigorosi rami che disegnano una fitta cupola verde – conclude Puricellie proprio per la sua maestosità nel 2024 è stato riconosciuto nell’elenco degli alberi monumentali d’Italia. Un riconoscimento che garantisce una speciale tutela, analoga a quella riservata agli altri beni culturali quali i capolavori storico-artistici, architettonici o archeologici“.

Anche il noce dà il suo meglio nei mesi autunnali, quando tinge di colori intensi e attira l’attenzione dei visitatori.

L'articolo All’orto botanico di Brera si sequenza il Dna della salvia e si proteggono le piante officinali spontanee è stato pubblicato su GreenPlanner Magazine.

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia