Cop30 di Belém, polemica su costi alloggi: il Brasile assicura prezzi accessibili per i Paesi meno abbienti

Nei giorni scorsi è divampata attorno alla Cop30 che si terrà a novembre in Brasile una nuova polemica: in vista dell’appuntamento, i prezzi degli alloggi sono schizzati alle stelle e si prevedono nuovi aumenti nei prossimi mesi. Il problema è reale, considerando che agli incontri dovranno partecipare delegazioni governative provenienti da ogni parte del mondo, comprese quelle di nazioni povere, oltre a rappresentanti di organizzazioni non governative, associazioni ambientaliste, esponenti della società civile che dovranno pagare di tasca propria viaggio, vitto e alloggio. Ed è tanto reale che la ministra dell'Ambiente brasiliana, Marina Silva, ha garantito pubblicamente che i Paesi meno abbienti potranno partecipare ai lavori di Belem a prezzi accessibili, rispondendo così alle critiche per l'impennata dei prezzi degli alloggi. «È stato assicurato che tutte le delegazioni dei Paesi vulnerabili avranno prezzi accessibili per partecipare alla Cop30», ha dichiarato Silva al programma "Bom dia, ministra" dell'emittente pubblica TV Brasil.
Tra l’altro, come ha spiegato sempre la responsabile dell'Ambiente, il governo brasiliano sta ancora lavorando per fare «in modo che anche la società civile abbia le condizioni per partecipare»: «C’è un grande sforzo per rendere i prezzi compatibili ed equi», ha aggiunto.
Nei giorni scorsi, il governatore del Pará, Helder Barbalho, ha fatto sapere che circa 2.320 posti letto saranno destinati alle delegazioni dei 196 Paesi partecipanti alla Cop30, a prezzi agevolati.
Le nazioni con minore potere d'acquisto potranno contare su 15 posti letto ciascuna, per un totale di 1.080, al costo di 100-200 dollari al giorno (da 540 a 1.080 real). I Paesi con maggiori disponibilità finanziarie avranno invece 10 posti letto ciascuno, per un totale di 1.240, al prezzo massimo di 600 dollari al giorno (3.200 real).
Intanto, sempre in vista dell’appuntamento di novembre, per tre giorni il gruppo minerario Vale, il Centro brasiliano di relazioni internazionali (Cebri) e l'organizzazione australiana The Global Foundation hanno riunito in Amazzonia leader del settore pubblico e privato, della società civile e della comunità internazionale per un dibattito approfondito sulle sfide dei cambiamenti climatici. Carajás, nel Pará, dove Vale opera da 40 anni, ha ospitato una tavola rotonda incentrata su sostenibilità e l'innovazione, che ha visto la partecipazione dell'ambasciatore André Corrêa do Lago, consigliere del Cebri e presidente della Cop30.
I panel dell’appuntamento organizzato nel Pará hanno affrontato questioni cruciali come la governance climatica globale, la decarbonizzazione dell'industria, il ruolo del settore privato, la conservazione delle foreste e il finanziamento per il clima. Presente in rappresentanza del Cebri, José Pio Borges ha indicato che la transizione climatica, di cui si è discusso durante i lavori, dipende dall'integrazione tra conoscenze tecniche e politiche pubbliche locali e internazionali, e sarà all'ordine del giorno della Cop30.
«È un momento cruciale per il Brasile e per il mondo, un'opportunità per rafforzare il ruolo del Paese nella governance climatica globale». Il Ceo di Vale, Gustavo Pimenta, ha sottolineato il ruolo del settore privato nella ricerca e nell'adozione di soluzioni alla questione climatica. «Sono necessarie un'azione coordinata, coraggio politico e responsabilità imprenditoriale. Vale vuole essere un catalizzatore del dialogo tra il settore pubblico e quello privato», ha affermato. Steve Howard, segretario generale della Global Foundation, ha affermato che la Cop30 è un punto di svolta per il Brasile e per il mondo. Secondo lui, la rete della Global Foundation incoraggia la partnership tra società civile, imprese e governi e intende anche gettare un ponte verso la COP31. L'Australia è una potenziale candidata per ospitare la prossima conferenza.
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