Botulino, a Cosenza un morto e altra vittima sospetta. Decesso in Sardegna. Tre indagati

Un grave episodio di intossicazione alimentare da botulino ha colpito la cittadina di Diamante, sulla costa tirrenica di Cosenza, dove un uomo di 52 anni, Luigi Di Sarno, originario di Cercola (Napoli), è deceduto dopo aver consumato un panino con salsiccia e broccoli acquistato da un venditore ambulante locale. Altre sette persone, tra cui due adolescenti di 17 anni e una donna di 42, sono state ricoverate all’ospedale Annunziata di Cosenza con sintomi compatibili con il botulismo. E’ il secondo caso in pochi giorni dopo quello della ‘Fiesta Latina’ in Sardegna, costato la vita a una donna di 38 anni.
Secondo quanto si apprende ci sarebbe poi una seconda morte sospetta a Cosenza: una donna morta per un malore – così sembrava – aveva però mangiato lo stesso panino con i broccoli.
L’intossicazione a causa dei broccoli sott’olio
Secondo le prime ricostruzioni, l’intossicazione sarebbe stata causata dalla tossina botulinica presente nei broccoli sott’olio utilizzati nella farcitura dei panini. Le autorità sanitarie hanno avviato un’indagine epidemiologica e il food truck è stato sottoposto a sequestro.
Le autorità sanitarie e giudiziarie continuano a monitorare la situazione per prevenire ulteriori casi e garantire la sicurezza alimentare nella regione.
L’inchiesta della Procura: disposta l’autopsia
La Procura di Paola ha aperto un’inchiesta per la morte e le intossicazioni a Diamante. I reati per i quali si procede sono commercio di sostanze alimentari nocive e morte e lesioni come conseguenza di altro reato. Quest’ultima ipotesi è legata al decesso del 52enne morto dopo aver mangiato un panino con broccoli e salsiccia acquistato al food truck ‘Da Peppino’ sul lungomare di Diamante. L’uomo è morto poi in autostrada, all’altezza di Lagonegro, mentre faceva rientro a casa proprio per i malori accusati.
Tra gli intossicati due 17enni di Roma, anche loro in vacanza, entrambi ricoverati in terapia intensiva, uno intubato e l’altro cosciente. Secondo quanto si apprende sono due le persone già iscritte nel registro degli indagati, ossia i titolari dell’attività ambulante. Il furgoncino è stato posto sotto sequestro. La Procura, diretta da Domenico Fiordalisi, ha disposto l’autopsia sul corpo del 52enne, affidandola all’Istituto di medicina legale di Catanzaro.
La seconda morte sospetta per botulino a Cosenza
C’è una seconda morte sospetta legata alla presunta intossicazione da botulino a Diamante. Si tratta di una donna di 45 anni di Praia a Mare, sempre nel Cosentino, morta nei giorni scorsi per un malore improvviso.
I funerali della donna si sono svolti ieri, ma oggi il fratello della 45enne ha sporto denuncia affermando che la donna aveva mangiato un panino acquistato dallo stesso venditore ambulante di Diamante dal quale sarebbe partita l’intossicazione. La Procura di Paola – che indaga già sulla morte di un 52enne del Napoletano che, come tutti gli altri intossicati, ha consumato un panino con salsiccia e broccoli comprato nel food truck – ha disposto la riesumazione della salma della donna per i necessari accertamenti.
Al momento gli accertamenti degli inquirenti si stanno concentrando sul metodo di conservazione e somministrazione dei sott’olio da parte del venditore ambulante – interrogato in Procura – e non sul prodotto commerciale utilizzato, per il quale al momento non è stato disposto il sequestro. Al vaglio anche le posizioni dei medici della clinica di Belvedere Marittimo dove il 52enne di Cercola si era recato per i malori accusati. Da verificare, infatti, se i sintomi del botulino siano stati valutati adeguatamente, cosa che avrebbe dovuto far scattare l’apposito protocollo sanitario che prevede il ricovero e la sommistrazione di uno specifico antidoto alla tossina.
Tre indagati per le morti di botulino
Al momento, sono tre le persone formalmente indagate: il venditore ambulante e i rappresentanti legali di due aziende fornitrici degli ingredienti utilizzati nella preparazione del cibo sospetto. I reati ipotizzati includono omicidio colposo, lesioni colpose e commercio di sostanze alimentari pericolose per la salute pubblica. Le indagini, ancora in fase iniziale, proseguiranno con ulteriori analisi tecniche e biologiche, in collaborazione con i NAS e i servizi sanitari territoriali competenti. L’autorità giudiziaria sottolinea che saranno necessarie verifiche approfondite per accertare le responsabilità effettive.P
reoccupante anche l’aspetto sanitario che ha caratterizzato le tragedie, dove in alcuni casi, la diagnosi è arrivata in ritardo a causa del mancato riconoscimento tempestivo dei sintomi tipici dell’avvelenamento da Botulino, con conseguente slittamento nell’inizio delle cure. La Procura ha assicurato il massimo impegno nel monitorare ogni sviluppo dell’inchiesta, considerando l’evidente impatto sulla sicurezza alimentare la tutela della salute pubblica.
Ministero: attivati i protocolli sanitari
A seguito di due importanti cluster di intossicazione botulinica che si sono verificati nelle ultime settimane in Sardegna e Calabria, il Dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie ha immediatamente attivato tutti i protocolli sanitari. Lo comunica il Ministero della Salute.
“Il sistema di intervento ha reagito prontamente garantendo ai pazienti l’accesso tempestivo ai trattamenti antidotici salvavita – dichiara Maria Rosaria Campitiello, Capo dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie – La rapidità dell’intervento è stata possibile grazie alla rete capillare della Scorta strategica Nazionale Antidoti e Farmaci (Snaf) e alla collaborazione sinergica di tutti gli enti coinvolti. Ricordo che gli alimenti a rischio di tossina botulinica sono le conserve casalinghe preparate sottovuoto, in olio o acqua e, raramente, si tratta di prodotti industriali. Ecco perché è importante rispettare le regole previste per la corretta e sicura preparazione e conservazione degli alimenti”.
L’Istituto Superiore di Sanità – spiega il Ministero – mantiene un ruolo centrale sia per la conferma diagnostica sui pazienti che per l’analisi degli alimenti sospetti. Il Centro Antiveleni di Pavia, riferimento nazionale per il Ministero della Salute, ha centralizzato tutte le diagnosi in collaborazione con medici d’urgenza, neurologi e rianimatori. Gli antidoti salvavita sono stati prontamente distribuiti grazie alla collaborazione del Deposito Cri Militare di Cagliari; Marina Militare di Taranto; Guardia Costiera di Napoli e Ospedali San Camillo Forlanini. L’Italia dispone di una rete di stoccaggio distribuita su tutto il territorio nazionale per garantire interventi rapidi. Prefetture, Forze dell’ordine, servizi 118 con elisoccorso e Croce Rossa collaborano costantemente per assicurare la tempestività dei trattamenti. Le indagini sui casi vengono condotte dai servizi per l’igiene degli alimenti delle Asl/Ats locali, supportati dal Sistema di allerta alimentare del Ministero della Salute.
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