Come si pratica la danza del sorriso che celebra la primavera?

Aprile 17, 2025 - 12:00
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Come si pratica la danza del sorriso che celebra la primavera?

ACCADE ogni anno intorno alla metà di aprile. È in questa stagione che nelle campagne del Punjab, la generosa terra dei “cinque fiumi” a cavallo della frontiera fra India e Pakistan, si celebra il Vaisakhi. L’antica festa della rinascita, legata ai rituali arcaici della fertilità e alla spiritualità sikh, segna l’inizio dell’anno solare e coincide con la prima mietitura di grano. Durante la ricorrenza, gli agricoltori ballano tutti insieme al ritmo del dhol (un tamburo simile a una botticella, che si può percuotere su due lati) e mimano i gesti legati al lavoro della terra.

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Aratura, semina e raccolto. In un’acrobatica sarabanda di salti, piroette e battiti di mani, danno vita a una danza altamente energetica, che sta vivendo un autentico boom in Occidente.

Cos’è la danza del sorriso e come si pratica?

La Bhangra dance, meglio nota come la danza del sorriso, «perché chi la pratica si lascia andare sorridendo all’on- da travolgente del movimento, e il sorriso è contagioso. Se sorridono i ballerini, di sicuro sorriderà anche il pubblico che assiste all’esibizione, e tutta questa energia positiva che circola può solo farci stare meglio», spiega Ravi (al secolo Varinder Deep Singh), insegnante di Bhangra con base a Padova, che tiene corsi e seminari in tutta Italia.

danza del sorriso

Foto Getty Images

Come un allenamento cardio

Per avvicinarsi a questa disciplina (riservata in origine ai soli uomini, ma oggi aperta anche alle donne e ai gruppi misti di performer), servono «elasticità muscolare, una buona spinta in elevazione e un’ottima capacità respiratoria, visto che le sessioni, che in genere hanno una durata non superiore ai 10-12 minuti, sono equiparabili a un allenamento cardio», sottolinea Ravi. Anche la musica che funge da base si chiama Bhangra ed è la stessa che si ascolta nelle colonne sonore dei film bollywoodiani.

Un mix di armonie sinco- pate e vagamente ipnotiche che shakera percussioni e brevi canzoni (boliyan) e che prese piede negli Anni 90 in Inghilterra, imparentatosi con l’hip hop e portando al vertice delle hit di tutto il mondo artisti come il mitico Panjabi MC. Di fatto, «il segreto per una buona esecuzione consiste proprio nel cercare di farsi trasportare dal ritmo, ma sempre restando nella dinamica del gruppo», prosegue il maestro. «Perché la Bhangra si balla in genere in ensemble di 7-8 persone, all’interno di una coreografia dove ognuno svolge un ruolo ben preciso in sinergia con tutti gli altri».

La danza del sorriso indiana è la nostra pizzica

danza benefici

Foto Martin Parr / Magnum Photos / Contrasto

Guardare (per credere) qualche video su YouTube o, ancora meglio, partecipare a uno spettacolo di Bhangra dance dal vivo, a Roma, per esempio, dal 25 al 27 aprile al Festival dell’Oriente. «Per le sue origini tradizionali e per i passi saltellati, potrebbe essere paragonata alla pizzica o alla tarantella, e in effetti il metodo che si insegna in Italia ricalca esattamente la pratica diffusa nel Punjab. Sebbene, in tempi antichi, le donne avessero una loro danza, la Giddha, che accompagna tuttora matrimoni e feste», precisa Martina Caputo, allieva di Ravi Singh e a sua volta insegnante (anche di danza del ventre) alla Rajawara Dance School di Milano. E visto che la Bhangra esige comunque un certo impegno atletico.

«Per certi versi potrebbe anche ricordare l’intensità della Zumba, dalla quale però si differenzia – oltre che per la diversa musica – per il fatto di essere una disciplina d’origine popolare con radici culturali ben precise e non una semplice pratica fitness».

I primi step per i principianti: il sorriso

Muscoli, fiato, flessibilità, coordinamento motorio e tanta, tantissima allegria «sono gli ingredienti che condividiamo in ogni corso», prosegue l’insegnante.

danza del sorriso benefici

Getty Images

«I principianti apprendono una serie di sequenze base, dove i salti sono il cuore della tecnica, e ai quali poco per volta si aggiungono i movimenti coordinati delle braccia, delle mani e della testa. Si balla a piedi nudi o, a lezione, con delle calze antiscivolo. L’abbigliamento deve essere comodo ed è indispensabile che non intralci i movimenti. Quindi, vanno benissimo leggings e T-shirt, da indossare – volendo – insieme al kurta, la tradizionale camicia indiana lunga fino alle ginocchia».

Ma la vera caratteristica della Bhangra dance, al di là della corretta esecuzione delle movenze, è il sorriso: «Anche quando si commette qualche errore, si deve continuare a sorridere restando nel flusso del ballo, perché solo così si eliminano la tensione e l’ansia di sbagliare», conferma Caputo. «Più ci lasceremo condurre dal ritmo e più ci sentiremo naturali, liberi, spontanei e sempre più leggeri a livello fisico ma anche mentale».

Nell’era della performance e del perfezionismo spinto, non è una promessa da poco.

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