Edicole votive di campagna: tutela, identità e regole

Lug 16, 2025 - 04:00
 0
Edicole votive di campagna: tutela, identità e regole

lentepubblica.it

Le edicole votive di campagna, piccoli “pilastrini” religiosi disseminati lungo strade e incroci, sono testimonianze di devozione popolare e memoria collettiva.


Radicate nella tradizione, affondano le loro origini nella religiosità civile e rurale, assumevano ruoli votivi o protettivi, come ad esempio a custodia dei viandanti o dei raccolti.

Derivate dal latino aedicular (“tempietto”), queste strutture riportano alla sovrapposizione di architettura e spiritualità: spesso dotate di nicchia, fronte lapideo e croce, custodiscono immagini sacre—Madonne, santi o simboli cristiani—come in Emilia-Romagna o Veneto, dove vengono chiamati anche “capitelli” o “santelle” o in Sicilia, dove hanno il nome di “misteriu“.

Oltre alla devozione, le edicole rivestono ruolo ambientale: si integrano nel paesaggio agricolo come marcatori visivi e simboli di identità locale. La normativa italiana riconosce il loro valore: spesso incluse nei protocolli di valorizzazione del patrimonio rurale e paesaggistico, soprattutto in ambito PNRR, che prevede contributi per interventi di restauro e riqualificazione.

Pertanto le edicole votive di campagna rappresentano molto più che semplici testimonianze religiose: sono frammenti vivi di un patrimonio diffuso, che può essere tutelato e valorizzato anche attraverso strumenti normativi e finanziari già disponibili. Serve però la volontà, pubblica e privata, di riconoscerne il valore e di inserirle in una visione più ampia di cura del paesaggio e della memoria.

I percorsi di tutela delle edicole votive di campagna in Italia

Nonostante la loro diffusione e il significato culturale che incarnano, le edicole votive di campagna non sono ancora oggetto di una disciplina normativa autonoma e specifica. Tuttavia, la loro protezione rientra in un quadro legislativo più ampio che riguarda la salvaguardia del patrimonio culturale e del paesaggio.

Il principale riferimento è rappresentato dal Codice dei beni culturali e del paesaggio, che disciplina gli interventi su manufatti di valore storico-artistico, anche quando di piccole dimensioni o collocati in contesti rurali. Le regioni, dal canto loro, contribuiscono a questo sistema con norme territoriali e piani paesaggistici che stabiliscono vincoli e linee guida per la conservazione degli elementi identitari del paesaggio, tra cui rientrano spesso le edicole.

Negli ultimi anni, inoltre, anche la pianificazione europea ha riconosciuto l’importanza di questi elementi, soprattutto, come abbiamo anticipato prima, attraverso i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Ad esempio citiamo la missione PNRR, M1 C 3 – 2.2 : “Protezione e valorizzazione dell’architettura e del paesaggio rurale”. All’interno delle misure dedicate a questo tipo di valorizzazione le edicole votive sono state ricomprese tra gli interventi finanziabili.  Questo significa che, pur in assenza di una legge ad hoc, è possibile accedere a risorse pubbliche per conservarle e restituirle alla collettività, a patto che si rispettino determinati criteri di autenticità, coerenza con il contesto e qualità progettuale.

Il recupero per opera di soggetti pubblici e privati

A occuparsi concretamente della manutenzione e del recupero di questi manufatti possono essere tanto soggetti privati quanto enti pubblici. Capita spesso che siano cittadini, parrocchie o confraternite a farsi carico della loro tutela, soprattutto nei casi in cui l’edicola sia collocata su terreni di loro proprietà o ne abbiano la custodia da generazioni. Ma anche i Comuni, quando l’opera è di interesse collettivo, possono promuovere interventi di restauro, attivando collaborazioni con le Soprintendenze e con gli enti regionali. In questi casi, il percorso per accedere ai fondi e ottenere le autorizzazioni è più articolato, ma non impossibile.

Chi desidera intervenire su una di queste strutture deve innanzitutto verificare se essa ricade in un’area soggetta a vincoli ambientali o storico-artistici. In presenza di vincoli, è necessario redigere un progetto tecnico dettagliato, che illustri con chiarezza lo stato attuale dell’opera, gli obiettivi del restauro, le tecniche impiegate e i materiali previsti, preferibilmente compatibili con quelli originari. Una documentazione fotografica che mostri le condizioni prima e dopo l’intervento può risultare fondamentale per la valutazione. Il passo successivo è l’ottenimento delle autorizzazioni necessarie: spesso serve il nulla osta della Soprintendenza, che valuta la compatibilità dell’intervento con la tutela del bene. Solo dopo aver ottenuto l’approvazione, è possibile presentare domanda di contributo attraverso i bandi attivi, allegando tutta la documentazione richiesta.

Riattivare la memoria collettiva

Restaurare un’edicola votiva non significa semplicemente rimettere a nuovo un piccolo edificio religioso, ma riattivare un legame con il territorio e con la memoria collettiva. Ogni struttura custodisce un pezzo di storia locale: può raccontare un voto fatto durante un’epidemia, una grazia ricevuta da un contadino, una leggenda tramandata oralmente per generazioni. Intervenire su questi manufatti significa anche rendere più attrattivo e riconoscibile un paesaggio rurale che rischia, altrimenti, di perdere i suoi tratti distintivi. In molti casi, il recupero di un’edicola ha permesso la riscoperta di tradizioni locali, ha generato occasioni di partecipazione civica e ha stimolato percorsi turistici legati alla spiritualità e alla cultura contadina.

Un aspetto spesso sottovalutato è l’effetto sociale che questi restauri possono produrre. L’intervento su un’edicola, soprattutto se condiviso con associazioni locali, parrocchie o gruppi di volontari, diventa occasione di incontro e dialogo tra generazioni. È un modo per rinsaldare i legami tra abitanti e luoghi, per rimettere in circolo saperi artigianali e racconti familiari.

Per chi volesse avviare un intervento di questo tipo, è consigliabile affidarsi a professionisti esperti nella conservazione dei beni culturali, in grado di proporre soluzioni tecniche rispettose della storia del manufatto e del contesto in cui si inserisce.

È altrettanto importante coinvolgere la comunità locale, non solo per questioni pratiche, ma per restituire all’edicola la sua funzione originaria di spazio condiviso, punto di riferimento spirituale e identitario.

The post Edicole votive di campagna: tutela, identità e regole appeared first on lentepubblica.it.

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatico Antipatico 0
Lo amo Lo amo 0
Comico Comico 0
Furioso Furioso 0
Triste Triste 0
Wow Wow 0
Redazione Redazione Eventi e News