Guerra a Gaza: sospendere Israele dalle competizioni sportive. La proposta di Mauro Berruto (PD)

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Il deputato del PD ed ex allenatore della nazionale di pallavolo, Mauro Berruto, solleva la questione delle responsabilità morali nello sport e chiede di sospendere Israele dalle competizioni sportive globali.
Dall’aula della Camera dei Deputati arriva una richiesta netta e senza ambiguità: sospendere Israele da tutte le manifestazioni sportive internazionali. A lanciarla è Mauro Berruto, parlamentare del Partito Democratico e responsabile nazionale per lo sport del partito, che in un appassionato intervento ha denunciato l’incoerenza di chi invoca lo sport come strumento di pace e dialogo ma tace di fronte alle conseguenze del conflitto in corso a Gaza.
“Sospendere Israele dalle competizioni sportive”: l’intervento del deputato del PD Mauro Berruto alla Camera
«Se davvero consideriamo lo sport come veicolo di diplomazia e unione tra i popoli – ha dichiarato – allora dobbiamo riconoscere che in questo caso si sta tradendo quello spirito. Se invece, come accade spesso, lo sport è anche espressione politica, allora deve esserlo fino in fondo, applicando sanzioni chiare e inequivocabili. Serve una posizione coerente, non due pesi e due misure».
L’appello di Berruto si rivolge direttamente al governo italiano, in particolare alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al ministro per lo Sport Andrea Abodi, ma anche al Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI), alle federazioni sportive, ai dirigenti e agli atleti: «Ognuno dica pubblicamente da che parte sta».
Anche gli sportivi tra le vittime di Gaza
Il deputato dem ha poi ricordato alcune delle vittime del conflitto in corso nella Striscia di Gaza, con particolare riferimento al mondo dello sport palestinese. Tra le figure menzionate, Majed Abu Maraheel, il primo atleta palestinese a partecipare ai Giochi Olimpici, nel 1996 ad Atlanta. Abu Maraheel, affetto da insufficienza renale, è deceduto all’inizio della guerra, impossibilitato a ricevere cure adeguate. E ancora, Mohammed Al Sultan, calciatore di 23 anni e fondatore di una scuola calcio nel nord della Striscia, morto in un bombardamento venerdì scorso. Secondo i dati riportati da Berruto, sarebbero quasi 500 gli sportivi palestinesi uccisi in questi 19 mesi di escalation, con impianti e strutture sportive ridotti in macerie.
Lo stadio di Gaza centro detentivo come ai tempi di Pinochet in Cile
Lo stadio Yarmouk di Gaza, ha ricordato il parlamentare, è stato trasformato in un centro di detenzione prima di essere distrutto, con immagini che evocano scenari drammatici della storia, come quelli del Cile sotto la dittatura di Pinochet. «Una realtà – ha detto – che riporta alla mente anche il Sudafrica dell’apartheid, con la popolazione palestinese colpita non solo nel fisico, ma nella propria identità collettiva».
Per almeno un decennio sarà impossibile ripristinare qualsiasi attività sportiva a Gaza
Il Comitato Olimpico Palestinese, ha aggiunto Berruto, ha annunciato che per almeno un decennio sarà impossibile ripristinare qualsiasi attività sportiva a Gaza. «Lo sport – ha concluso – rappresenta identità, dignità, senso di appartenenza. Un valore che conoscono bene anche quei governi che fanno dello sport uno strumento di propaganda. Ed è proprio per questo che serve una presa di posizione chiara: non si può parlare di sport come simbolo di unità e giustizia, e al tempo stesso ignorare chi viene cancellato dal campo e dalla memoria».
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