Il Wwf contro il primo abbattimento legale di un lupo in Italia da oltre cinquant’anni

Lo scorso 30 luglio il presidente della Provincia autonoma di Bolzano - Alto Adige, Arno Kompatscher, ha autorizzato l'abbattimento di due lupi nell'Alta Val Venosta: il compito è stato affidato al Corpo forestale provinciale: sia l'Osservatorio faunistico provinciale che l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) hanno dato il loro consenso ai sensi della legge provinciale n. 10/2023, e uno dei due lupi è stato ucciso nella notte tra l’11 e il 12 agosto, come già riportato su queste colonne. Una scelta stigmatizzata da parte del movimento ambientalista e animalista, col Wwf a sottolineare come si tratti «del primo abbattimento legale di un lupo in Italia dopo oltre cinquant'anni», evidenziando «gravi e inaccettabili contraddizioni nell’ordinanza della Provincia e nello stesso parere favorevole di Ispra».
«L'ordinanza della Provincia – argomentano gli ambientalisti del Panda – rivela infatti come l'alpeggio non aveva adottato tutte le misure di prevenzione necessarie per mitigare il rischio di predazioni, già avvenute nella scorsa stagione di alpeggio nel 2024. Nel documento si menziona la presenza di "cani da conduzione" ma non di cani da guardiania, gli unici efficaci per difendere il bestiame. Inoltre in alcuni dei casi di predazione i capi di bestiame non erano nei recinti durante le ore notturne, di fatto confermando che almeno alcuni degli attacchi sono avvenuti quando non era stata implementata alcuna strategia di prevenzione. Questo aspetto solleva un punto cruciale: l'assenza di strategie preventive adeguate infatti va contro uno dei criteri fondamentali per concedere deroghe per l’abbattimento. Per questo motivo, risulta sorprendente il parere favorevole di Ispra, l'ente che dovrebbe garantire il rispetto dei criteri della direttiva Habitat».
Il Wwf evidenzia inoltre che il riferimento – nella nota della Provincia – al declassamento dello stato di protezione del lupo approvato a livello europeo negli scorsi mesi è inopportuno, in quanto «non è stato ancora recepito dall’Italia e dagli Stati membri. Dunque il lupo in Italia resta ad oggi ancora una specie rigorosamente protetta. La Provincia di Bolzano – concludono gli ambientalisti – è ancora molto indietro nelle politiche che favoriscano la diffusione di corrette strategie di prevenzione. La strada per la coesistenza richiede un costante e serio impegno delle amministrazioni per favorire la conoscenza delle più adeguate strategie per la mitigazione del conflitto. Aumentare gli sforzi in questa direzione è l’unica strada percorribile per raggiungere una coesistenza tra lupo e allevatori».
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