La camicia oversize sul bikini cela un singolare pudore generazionale: si finge di non avere desiderio, si spera che qualcuno ci guardi

Estate, un lido mediterraneo. Sabbia chiara, mare blu: tutto regolare. Le ragazze arrivano (s)vestite di una strana ironia: una camicia XL, che sembra rubata – sembra – a un fidanzato grande, grosso e forse immaginario, su un “boyfriend jeans” largo al punto giusto per dare l’impressione di rifuggire alla trappola della seduzione più banale. Ma, giunte in spiaggia, coi loro corpi unti di olio glitterato in micro bikini sgambati, assumono la posa di una diva per l’obiettivo dello smartphone. Attorno a loro, altri bagnanti scrollano Instagram, per trovare magari proprio il loro reel appena pubblicato. E la vacanza, un tempo sinonimo di dolce far niente, si trasforma in un set a cielo aperto.

La mia compagna di ombrellone, con più buon cuore dello scrivente, osserva: «Ammettilo, mettersi capi maschili oversize per venire al mare è un segno inequivocabile della body positivity rispetto all’esibizionismo femminile, quello imposto dalla società maschilista cui sono state abituate le donne della nostra generazione». Non sono d’accordo: la camicia da uomo XL slacciata sul costume da bagno rappresenta una delle contraddizioni più deliziosamente significative della moda di oggi. Da un lato, simboleggia ideali di libertà e di emancipazione, un prestito dal guardaroba di lui che suggerisce una donna indipendente, forte, disinteressata all’attrazione indiscreta. Dall’altro, è la mossa perfetta: il linguaggio visivo afferma sicurezza, quello del corpo sussurra “ti stai perdendo qualcosa”.
La mia amica non desiste e mi mostra le foto di Heidi Klum, che continuerà ad avere un corpo perfetto a 90 anni, con un look in denim su un top da piscina. E, giusto per aggiungere un carico pesante, mi rivela che Bella Hadid ha rilanciato il tankini, costume da bagno a due pezzi con la parte superiore lunga fino alla vita, stile canottiera.

Camicia e costume H&M.
A me che son cinico, pare invece si prosegua il siparietto di cui sopra: sì abbiamo compreso l’equazione “comfort uguale carattere”, ma nella realtà qui il femminismo non c’entra nulla. Nessuna militanza, nessuna rivendicazione, nessun patriarcato da smantellare: c’è solo il gusto squisitamente estetico di abbracciare una forma nuova di auto réclame fisica, in nome di un carisma che non si impone, ma si insinua. L’arte è antica: si dichiara “non ho fatto niente, è solo una camicia”, mentre tutto è calcolato al millimetro.

Barbie shirt. Margot Robbie in spiaggia a Scarborough, Australia, in rigorosa camicia maschile.
Camicia XL come copricostume: indifferenza strategica
Questo atteggiamento potrebbe appartenere tanto a Shiv Roy di Succession, l’indifferenza strategica fatta donna che causa brividi in ogni maschio etero che incontra, quanto a Liesl Korda, figlia dell’improbabile magnate ungherese Zsa-zsa Korda nell’ultimo film di Wes Anderson La trama fenicia, così sensuale perché è una suora con il rossetto (la interpreta magnificamente Mia Threapleton, nella realtà figlia di Kate Winslet).
Ma la prova del nove di quest’ammaliare postmoderno la fornisce, con candida disperazione, proprio la mia amica. Ogni giorno, tra un sorso di cedrata e un tentativo di non leggere l’ultimo romanzo di Sally Rooney, sbotta: «Ma dove sono finiti i maschi in slip?». Si riferisce ai gloriosi costumini attillati Anni 80-90 che lasciavano poco spazio all’immaginazione e molto all’abbronzatura selettiva. «Guarda là», continua, indicandomi un gruppo di surfisti scolpiti, «tutti in quei bermuda larghi, lunghi, casti. Qualche addominale, ma niente più cosce, né polpacci! Ma che cos’è? Parità sessuale o castità globale?». E qui si apre il sipario dolceamaro della contemporaneità.
Scoprirsi non è più di moda
Non è questione di moralismo o revival puritano, ma di un nuovo pudore generazionale. Come se, dopo aver osato tutto negli anni Dieci, la Gen Z decidesse che scoprirsi non è più così interessante, o perlomeno non più così performativo. E, come cantano Olivia Rodrigo, Harry Styles e persino Rosalía, siamo tutti apparentemente forti, bellissimi, supercool, ma poi ci ritroviamo soli, un po’ timidi, con il cuore a brandelli sotto una camicia stropicciata presa in prestito da una persona che non ci scrive più.
E, allora, forse sì, la vera cifra dell’estate 2025 non è la libertà sfacciata, ma quella tenera esitazione che si manifesta in un bottone sbottonato di troppo o in uno slip rimpiazzato da un pantaloncino che copre più del necessario. Perché, diciamocelo: la vera moda è fingere di non avere desiderio, mentre si spera ardentemente che qualcuno ci guardi, ma solo se lo fa con delicatezza. E, magari, con un buon filtro vintage. Ma vintage davvero.
Dal numero di agosto di Amica.
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