Lo hanno chiamato ‘Chanel N°5 d’Egitto’: scoperto il profumo di Cleopatra, lo indossava ogni giorno

C’è un fascino unico nell’immaginare Cleopatra mentre si prepara al mattino, non con un semplice gesto di routine, ma con un rituale che mescola potere e seduzione.
Una regina che sapeva usare ogni dettaglio a suo vantaggio, compreso il profumo che la accompagnava ogni giorno. Non si trattava di una fragranza qualsiasi, ma di una miscela pensata per lasciare un’impressione indelebile a chiunque avesse la fortuna — o la sfida — di trovarsi di fronte a lei. E oggi, a distanza di oltre duemila anni, grazie a un ritrovamento archeologico, abbiamo un’idea più precisa di cosa potesse contenere quella bottiglia posata sul suo tavolo da toeletta.
L’idea di poter annusare un profumo che non è stato percepito da nessuno per secoli è quasi vertiginosa. È come aprire una finestra temporale, un passaggio diretto verso un mondo che possiamo solo immaginare attraverso testi e reperti. Il lavoro dei ricercatori non ci restituisce solo un odore, ma un frammento di vita quotidiana di una delle figure più iconiche della storia. Un gesto intimo, ripetuto forse ogni giorno, che oggi possiamo ricostruire nei suoi ingredienti e nelle sue sfumature, lasciando che la mente faccia il resto.
Il profumo ritrovato di Cleopatra e il fascino di un’epoca che non smette di parlarci
Il lavoro degli archeologi dell’Università delle Hawaii a Tell-El Timai ha riportato alla luce molto più di un reperto: ha riaperto un capitolo dimenticato della storia sensoriale dell’antico Egitto. Tra gli oggetti rinvenuti, le bottiglie appartenenti al profumiere della regina Cleopatra hanno permesso di ricostruire la formula di una fragranza che lei stessa indossava.
Due nomi emergono come protagonisti, Mendesian e Metopian, entrambi con una forte impronta orientale, entrambi capaci di creare un’aura di ricchezza e mistero. Il primo, più dolce, con note di mirra e un tocco leggero di incenso. Il secondo, muschiato e penetrante, più terreno e carnale. Insieme formano un equilibrio studiato, un profumo che non era pensato per passare inosservato.
Anche senza il contesto storico, la combinazione di mirra, incenso e muschio ha un potere ipnotico. Sono materie prime che evocano cerimonie, ambienti ricchi di tessuti preziosi e luci soffuse. Cleopatra lo sapeva, e probabilmente aveva intuito che quel mix non solo creava una scia riconoscibile, ma raccontava anche un’immagine precisa di sé: divina e al tempo stesso umana, avvolgente e inaccessibile. Il fatto che questa fragranza sia rimasta “silenziosa” per millenni la rende oggi ancora più affascinante.
Dalle stanze di Cleopatra alle maison di oggi: il filo invisibile delle fragranze eterne
A riportare queste suggestioni nel presente ci pensa chi, come alcune maison contemporanee, osa lavorare con le stesse materie prime. Amouage, ad esempio, ha fatto dell’ispirazione orientale una firma, creando profumi che non si adattano a chiunque, ma che trasformano chi li indossa. Sono fragranze che si vivono più che semplicemente applicarle: cambiano con il tempo, si adattano alla pelle, raccontano qualcosa di diverso a ogni ora del giorno. Indossarle significa accettare una certa teatralità, lo stesso tipo di presenza scenica che probabilmente accompagnava la regina egiziana.
E poi ci sono creazioni come Skarb di Humiecki & Graef, che pur non nascendo per evocare l’Egitto, si muovono sulle stesse coordinate olfattive. Un’apertura verde e amara di levistico e assenzio, un cuore di camomilla e orzo, e un fondo ricco di incenso, mirra e muschio. È un esempio perfetto di come queste materie prime possano viaggiare nel tempo e nello spazio, adattandosi a culture e ispirazioni diverse senza perdere il loro magnetismo. In questo caso l’omaggio è alla cultura slava, ma le note sono così universali che si potrebbe immaginare Cleopatra stessa apprezzarle.
Ciò che colpisce, alla fine, è la capacità di un profumo di superare le barriere temporali e culturali. Sentire oggi la ricostruzione del “Chanel N°5 d’Egitto” non significa solo avvicinarsi a Cleopatra, ma capire quanto l’olfatto sia un linguaggio senza tempo. È un richiamo diretto all’idea che il lusso non si misura solo con l’oro e le pietre preziose, ma anche con le sensazioni impalpabili che sanno imprimersi nella memoria.
E forse, proprio come faceva lei, possiamo imparare che un profumo giusto non è solo un dettaglio estetico, ma una dichiarazione di chi siamo e di come vogliamo essere ricordati.
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