Le associazioni per la mobilità sostenibile strigliano la giunta Salis: “Azioni in continuità col passato”


Genova. “Al momento, le azioni della neo-insediata amministrazione stanno procedendo in sostanziale continuità (se non addirittura in discontinuità ma peggiorativa) rispetto al passato recente“. È il duro giudizio che arriva dalle associazioni per la mobilità sostenibile dopo l’incontro al Matitone con l’assessore competente Emilio Robotti.
Sotto accusa anzitutto “i parcheggi gratis durante i saldi“, la mancata istituzione del doppio senso per i bus in via Roma “come richiesto dalle associazioni per ovviare alla chiusura di via XXV Aprile”, fino “all’attuazione del progetto degli assi di forza, per non parlare delle ipotesi future“.
All’incontro erano presenti esponenti di Comitato SìTram, MobìGe, Parents For Future, Triciclo, WWF Genova Città Metropolitana, in rappresentanza anche di Rete Famiglie Senz’Auto e Amici di Ponte Carrega. “L’incontro si è indubbiamente svolto in un clima costruttivo, improntato alla collaborazione e alla condivisione di obiettivi comuni, e il coordinamento apprezza sicuramente la volontà di ascolto dimostrata dall’assessore e la disponibilità ad avviare un confronto stabile e continuo”, si legge nel comunicato. Ma le critiche superano di gran lunga i riconoscimenti.
“Metropolitana inefficace, i genovesi continueranno a usare i mezzi privati”
“Sono state espresse forti perplessità circa i prolungamenti della metropolitana, ritenuti una strategia del tutto inefficace per contrastare la congestione urbana e l’inquinamento, oltre che dai lunghi tempi di realizzazione e onerosa sotto il profilo economico e sociale”, riferiscono le associazioni.
“È stato detto con chiarezza che tali interventi comprometteranno la sostenibilità del futuro della città in quanto sottrarranno enormi risorse e comporteranno importanti problematiche di cantiere nella loro realizzazione, oltre a numerosi anni di attesa. E otterranno, in termini di cambio delle scelte dei cittadini, risultati modesti se non del tutto ininfluenti: ovvero, i genovesi continueranno a privilegiare, forse anche più di oggi, il mezzo privato motorizzato. Servirebbero ben più efficaci interventi infrastrutturali quali una rete tranviaria di superficie e per impianti di risalita e altri interventi diffusi di rimodellamento degli spazi urbani”.
Le associazioni non vogliono “un’impattante metro di superficie o una fantomatica metro sotterranea” come alternativa allo Skymetro in Valbisagno, per cui comunque benedicono il “no” della giunta Salis. Ma puntano il dito anche sugli altri prolungamenti, oggi fermi al palo: “Si sta andando verso scelte fallimentari per impatto (vedi l’inferno di Certosa), difficilissime (vedi le lunghe attese per Martinez) e costosissime (vedi i 500 milioni per il chilometro verso San Martino). Aggiungendo errore ad errore si fa solo un errore più grande”.
“Assi di forza con fortissime criticità, servono modifiche”
Quindi il capitolo assi di forza: “È stata ribadita la necessità che il progetto venga realizzato con sostanziali modifiche che ne correggano le fortissime criticità: capacità insufficiente dei mezzi (servirebbe il tram), eccessive rotture di carico (no al taglio delle linee collinari e di adduzione), corsie riservate insufficienti (ricordiamo che il minimo da bando dovrebbe essere il 70%) e poco protette (no a telecamere e si ai cordoli). È da fermare un’ottica di stravolgimento dell’attuale sistema a rete (in cui numerose linee, avendo un’importanza cruciale per gli utenti, concorrono all’efficacia dell’offerta complessiva del servizio) che porta verso un modello con pochi assi privilegiati e le altre linee accorciate, accorpate, trasformate, anzi, declassate a linee secondarie e di adduzione verso pochi assi”.
Per la cronaca, sui tagli ai percorsi delle linee collinari di Marassi e Quezzi è già arrivato il niet dell’assessore Massimo Ferrante, mentre lo studio che il Comune affiderà al Politecnico di Milano ha come obiettivo proprio l’aumento di corsie riservate in Valbisagno per rendere efficace il futuro asse di forza.
“Città soffocata da auto e moto”
Ma i timori non finiscono qui. “È stata espressa forte preoccupazione per il persistente degrado urbano di una città soffocata da auto e moto, derivante anche dalle criticità strutturali di Amt, con la decennale tendenza negativa alla perdita di utenza a causa di scelte sbagliate da parte delle amministrazioni comunali e dell’azienda di trasporto pubblico. Interventi non in favore dei cittadini effettuati, in molti casi da lungo tempo, e ulteriormente sviluppate con l’ultima amministrazione. E come non citare progetti sbagliati che si trascinano da anni (come la tariffazione elettronica, negativa per l’utenza e che minaccia l’integrazione tariffaria) che non vengono sottoposti ad alcuna revisione critica?”.
“È stata ribadita le necessità di realizzare interventi a favore della mobilità dolce e degli utenti più deboli, realizzando quanto prima alcuni interventi di strade scolastiche, richieste da anni da genitori e residenti – si legge ancora -. Va inoltre fatto uno studio attento per tutelare la mobilità a piedi, partendo dall’individuazione dei percorsi pedonali al fine di avere continuità dei percorsi e attraversamenti sicuri, ripristinando e allargando i marciapiedi, liberandoli da barriere e impedimenti. È stata, infine, evidenziata l’importanza di una comunicazione trasparente e del coinvolgimento attivo della cittadinanza nei processi decisionali”. E si definisce “essenziale una stretta collaborazione tra gli assessorati, considerata l’interconnessione tra mobilità sostenibile, trasporto pubblico, urbanistica, ambiente, lavori pubblici, commercio e legalità”.
“Serve un cambio di rotta rapido e visibile”
“Pur potendo comprendere i problemi che si trova di fronte questa amministrazione e alcune difficoltà operative dello stesso assessorato (come nel recente caso della gratuità dei parcheggi durante i saldi, in cui, a detta dell’Assessore, per Amt non era facile individuare soluzioni alternative in breve tempo) il coordinamento ha sollecitato un cambio di rotta rapido e visibile, anche per piccoli passi, confermando la propria disponibilità a condividere il patrimonio più che ventennale di competenza, esperienza e conoscenza del territorio e delle tematiche, a disposizione gratuitamente ma fino ad adesso non ascoltato”, concludono le associazioni.
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