Le profondità marine non devono trasformarsi nel Far West dello sfruttamento di minerali rari

Lug 25, 2025 - 12:00
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Le profondità marine non devono trasformarsi nel Far West dello sfruttamento di minerali rari

In occasione del 30essimo anniversario dell’International Seabed Authority (ISA) è l'autorità mondiale per le attività in acque profonde al di fuori della giurisdizione nazionale, Il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha ricordato che «L'area internazionale dei fondali marini non è di dominio di alcuna nazione. E’ patrimonio comune dell'umanità: un principio sancito dall’United Nations Convention on the Law of the Sea, che deve continuare a guidarci. Dobbiamo unire i nostri sforzi globali per combattere il cambiamento climatico, preservare la biodiversità e proteggere l'ambiente marino. L'oceano profondo rimane una delle nostre ultime frontiere. Presenta grandi promesse, ma richiede anche grande cautela. Da trent'anni l'Autorità contribuisce a proteggere questo spazio condiviso attraverso una governance pacifica, sostenibile e inclusiva. Oggi affronta sfide complesse con attenzione e chiarezza e ne elogio l'impegno nel trovare soluzioni equilibrate ed efficaci. Mentre celebriamo questa pietra miliare, promuoviamo una cooperazione fondata sulla scienza e continuiamo a lavorare insieme per salvaguardare l'oceano a beneficio di tutte le persone, ovunque».
L'ISA gestisce le risorse minerarie dei fondali marini al di fuori della giurisdizione nazionale, che coprono il 54% per cento degli oceani del mondo, per «il beneficio condiviso di tutta l'umanità». Istituita nel 1994 dall’UN Convention on the Law of the Sea, l'ISA punta a garantire che tutte le attività economiche nei fondali marini profondi, compresa l'attività mineraria, siano regolamentate e gestite in modo responsabile. L'ISA si propone di affrontare preoccupazioni urgenti, dai rifiuti di plastica che inquinano gli oceani alla corsa per assicurarsi minerali di terre rare per placare l'insaziabile sete mondiale di batterie al litio e di una vasta gamma di prodotti tecnologici come cobalto, rame, oro, lantanio, neodimio, nichel, argento, ittrio e zinco, solo per citarne alcuni.
Incaricata di garantire l'efficace protezione dell'ambiente marino dagli effetti nocivi che possono derivare dalle attività legate ai fondali marini profondi, il lavoro dell’Isa contribuisce anche all’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell’Onu.
Ma Donald Trump e la sua amministrazione non sono d’accordo e, all'inizio di quest'anno, Washington ha emanato un'ordinanza sulle licenze per l’estrazione mineraria in acque profonde in acque internazionali, ma la segretaria generale dell’ISA, Leticia Carvalho, ha sottolineato in un’intervista a UN News che «Gli Stati Uniti, che non sono membri dell'ISA, "stanno affrontando la questione da soli. Il resto del mondo è unito e coeso e tutti sostengono lo stato di diritto e l'International Seabed Authority. a Carvalho. L'ISA è una superpotenza. Abbiamo tutte le conoscenze, abbiamo la capacità conferita dalla legge, abbiamo il mandato. In effetti, secondo il diritto internazionale, i fondali marini oltre la giurisdizione nazionale non appartengono a nessuna nazione, invito gli Stati Uniti ad aderire all'ISA. Per far fronte a queste preoccupazioni, l'ISA ha elaborato un codice minerario per garantire che le profondità marine rimangano protette e non si trasformino nel "Far West" dello sfruttamento».
I minerali rari necessari per soddisfare la domanda di prodotti tecnologici, dalle batterie ai pannelli solari, hanno alimentato l'interesse per le profondità marine e per quel che offrono. Dal cobalto allo zinco, a molte terre rare, sono stati trovati durante le esplorazioni dei fondali oceanici.
Secondo il “World Economic Situation and Report 2025“ dell’Onu, fino al 2024 l'ISA ha autorizzato 31 contratti per l'esplorazione mineraria a 21 Imprese di 20 Paesi. Anche se l'attività mineraria commerciale in acque internazionali non è ancora iniziata, in attesa della definizione di un codice internazionale per l'estrazione mineraria in acque profonde da parte dell'ISA, attualmente i Paesi possono svolgere attività minerarie in acque profonde all'interno delle loto acque territoriali o zone economiche esclusive (ZEE).
Secondo il rapporto Onu, «Anche dopo l'entrata in vigore del codice internazionale, coloro che svolgono attività mineraria in acque profonde continueranno ad affrontare sfide importanti a causa degli elevati requisiti di capitale e dei costi operativi rispetto all'attività mineraria convenzionale, nonché delle enormi incertezze tecniche associate ai problemi specifici che caratterizzano l'attività mineraria sui fondali oceanici».
L'inquinamento da plastica è un altro aspetto del problema. Per affrontare questa e altre questioni urgenti, i membri dell'ISA nel luglio 2020 hanno adottato un'agenda di ricerca globale, che è anche un piano d'azione per la ricerca scientifica marina con 6 priorità strategiche che includono la conoscenza approfondita degli ecosistemi di profondità, la promozione della condivisione dei dati e la fornitura di approfondimenti sul panorama scientifico sulla plastica nelle profondità marine, una crescente sfida globale che ha potenziali conseguenze per l'uso sostenibile degli oceani.
Nel 2019, l'industria della plastica ha prodotto oltre 450 milioni di tonnellate di plastica, una cifra destinata ad aumentare nei prossimi decenni e che probabilmente aumenterà la pressione sugli ambienti e sulle specie marine. Eppure, una parte della plastica che finisce negli oceani resta non rintracciabile, un fenomeno noto come "paradosso della plastica mancante". Alcuni ricercatori ipotizzano che le profondità marine possano essere diventate un bacino di accumulo per i rifiuti di plastica, la cui persistenza prolungata potrebbe rappresentare un rischio per questi ambienti.
La ricchezza di dati e informazioni raccolti dall'ISA è stata fondamentale per la definizione dei piani di gestione ambientale. Ogni byte di dati raccolto grazie all'esplorazione delle profondità marine aggiunge nuove informazioni cruciali sulla vita nell'oceano e contribuisce al processo decisionale. Con l’inizio della pubblicazione nel 2019 del database DeepData, l'ISA ha reso per la prima volta disponibile all’opinione pubblica il più grande e completo archivio mondiale di dati e informazioni ambientali sulle acque profonde. A maggio 2023, DeepData conteneva oltre 10 terabyte, equivalenti a circa 6,9 milioni di caricamenti su Instagram. Ampiamente utilizzato in tutto il mondo, ha avuto circa 2,4 milioni di accessi da parte dei visitatori solo nel 2022 e oltre 160 citazioni in pubblicazioni scientifiche.
Oltre a fare progressi su una bozza di codice minerario durante la sessione annuale in corso a Kingston, in Giamaica, a giugno l'ISA ha lanciato la sua Deep-Sea Biobank per tentare di preservare e condividere la conoscenza. Lanciata a giugno a Nizza a margine della Ocean Conference Onu, la DBI punta a migliorare l'accesso ai campioni biologici di acque profonde e ai dati genetici raccolti dai fondali marini internazionali. Progettata per promuovere la ricerca in acque profonde e la collaborazione scientifica inclusiva, in particolare per i paesi in via di sviluppo, l'iniziativa istituirà un archivio globale di campioni biologici e svilupperà procedure operative standard per migliorare la qualità dei dati, la condivisione e l'utilizzo da parte delle parti interessate.
La Carvalho conclude: «La Deep-Sea Biobank Mira a raccogliere e preservare campioni dai fondali oceanici che andranno a beneficio di tutte le nazioni, in particolare dei Paesi in via di sviluppo. Il DBI è la risposta dell'ISA alla crescente necessità di promuovere la ricerca, condividere dati, sviluppare competenze e facilitare l'accesso alle conoscenze sulle acque profonde, in particolare per i Paesi in via di sviluppo. Il nostro obiettivo è creare percorsi standardizzati ed equi per la collaborazione scientifica, consentendo a Paesi e istituzioni di esplorare, comprendere e proteggere gli ecosistemi oceanici più remoti. L'obiettivo è studiare i minerali, l'esplorazione e il potenziale di sfruttamento, ma anche preservare e studiare la biodiversità e la genetica. Il futuro che vedo è che dobbiamo prenderci davvero cura, custodire e coltivare le profondità marine. Il futuro dell'ISA è più forte, più ricco, più ampio e più saggio. Ne sapremo molto di più di quanto sappiamo ora».

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Redazione Eventi e News Redazione Eventi e News in Italia