Manganalisi – Gaea-Tima 1 | J-Pop Manga

Agosto 2, 2025 - 13:30
 0
Manganalisi – Gaea-Tima 1 | J-Pop Manga

Chi ha paura dei mostri? Forse nessuno, se parliamo di Kaiju. O forse tutti, ma è proprio questo il bello. I giganteschi mostri giapponesi, simbolo di distruzione e catarsi, sono ormai parte integrante dell’immaginario collettivo globale.

Da semplici metafore delle paure post-belliche a vere e proprie icone della cultura pop, i Kaiju hanno percorso una lunga strada, spianata dal ruggito inconfondibile di Godzilla nel lontano 1954. Oggi li troviamo ovunque: nei blockbuster hollywoodiani come Pacific Rim di Guillermo del Toro, nelle opere d’autore come Shin Godzilla di Hideaki Anno, nei videogiochi, nei fumetti, negli anime, nei gadget da collezione. E naturalmente, nel loro habitat naturale: il manga.

In questo ricchissimo contesto culturale si inserisce Gaea-Tima, opera pubblicata da J-POP ed Edizioni BD, firmata interamente dall’autore Kent, che cura sia i disegni che la sceneggiatura. Il titolo si presenta fin da subito come un omaggio e una dichiarazione d’amore verso la tradizione dei Kaiju, ma riesce allo stesso tempo a dire qualcosa di nuovo, di originale, di urgente.

Il primo volume si muove tra le macerie e i silenzi di un Giappone devastato, avvolto da un senso di impotenza e stupore primordiale, proprio come accadeva nei momenti più iconici di Shin Godzilla. Ma Gaea-Tima non si limita a replicare una formula vincente: la reinterpreta con uno stile visivo potente, un design dei mostri familiare e una narrazione che incrocia dramma umano, tensione sociale e catastrofe cosmica.

In un mercato saturo di proposte a tema post-apocalittico o fantascientifico, Gaea-Tima riesce a distinguersi per atmosfera, per cura artistica e per ambizione narrativa. È un manga che non si accontenta di far rumore: vuole anche far riflettere. E ci riesce, già con questo primo volume, lasciando il lettore con un misto di inquietudine e curiosità. È il ritorno dei mostri, sì — ma è anche il ritorno di un certo modo di fare manga: profondo, evocativo, capace di scavare sotto la superficie e arrivare al cuore delle nostre paure più antiche.

Se amate Godzilla, Evangelion, Shin Godzilla o semplicemente siete affascinati da ciò che è troppo grande per essere compreso, Gaea-Tima è un titolo che non potete lasciarvi sfuggire.


Ma partiamo dall’inizio. Tutto ha inizio con l’arrivo di un essere immenso e terrificante: un Kaiju, mostruoso e misterioso, emerge improvvisamente dal mare nei pressi di Sukuba, una tranquilla cittadina costiera del Giappone. È un momento drammatico, quasi biblico: l’apparizione scuote nel profondo l’intera comunità, ma in particolare colpisce Miyako Morino, una giovane ragazza che assiste impotente alla scena, travolta da un misto di paura e meraviglia.

Tuttavia, con altrettanta rapidità e mistero con cui è comparso, il Kaiju scompare tra le onde, dissolvendosi nell’acqua e trasformandosi in una sorta di sostanza nutritiva che rigenera la fauna marina, portando a una pesca abbondante e insperata. Quello che sembrava un presagio di sventura si trasforma così in un miracolo economico: Sukuba conosce un inaspettato periodo di ricchezza e prosperità, e la creatura viene deificata come “Gaea-Tima”, la divinità della fecondità.

Anche Miyako riesce a rialzarsi, trovando un modo personale di elaborare quel trauma e allo stesso tempo di trarne beneficio. Dopo aver perso tutto in uno tsunami, la ragazza inizia a vendere delle statuette ispirate al Kaiju, che diventano presto un fenomeno popolare tra i turisti. In un paese che vive sull’orlo dell’equilibrio tra natura e modernità, tra religione e marketing, Gaea-Tima diventa simbolo, talismano, prodotto.

Ma questa apparente tranquillità è destinata a infrangersi. Dieci anni dopo, infatti, un’altra enorme creatura emerge dal mare, riportando il caos e la paura nella vita della ormai adulta Miyako. La minaccia, però, non rimane senza risposta: proprio in quel momento, come risvegliato da un richiamo primordiale, il Kaiju originario fa il suo ritorno. Ancora una volta, la creatura che dieci anni prima aveva seminato paura ma anche fertilità, sembra ora pronta a difendere l’umanità contro un nuovo orrore.

Ma c’è un legame che unisce il rinato Gaea-Tima con Miyako, un legame che i suoi amici e colleghi, come Tatsukuni del FUNE, l’ente di ricerca sulle creature Kaiju, non sanno spiegare ma che intendono sfruttare per difendere l’umanità dai prossimi Kaiju.

Dietro alla spettacolarità dei mostri, Gaea-Tima nasconde un’anima profondamente radicata nella tradizione nipponica. Kent, autore e illustratore dell’opera, è un vero appassionato del genere Kaiju, e questo traspare in ogni tavola. Le creature non sono semplici bestioni distruttivi: hanno personalità, simbologia, una fisicità che ricorda i classici del cinema giapponese anni ’50 e ’60, ma con un tratto moderno e pulito.

Il manga si muove con equilibrio tra racconto di formazione, critica sociale e spettacolo apocalittico, il tutto con un’estetica che farà impazzire i fan di Shin Godzilla e delle pellicole firmate da Shinji Higuchi, regista e storyboard artist che ha lavorato a Attack on Titan ed Evangelion: 3.0+1.0. Non è un caso, infatti, che proprio Higuchi abbia inserito Gaea-Tima tra le sue letture consigliate.


Non solo Manga

L’edizione italiana di Gaea-Tima 1, pubblicata da J-Pop Manga ed Edizioni BD, si presenta in maniera solida e curata, rispettando gli standard qualitativi a cui la casa editrice ci ha abituati. Il volume conta 192 pagine in bianco e nero, stampate su carta opaca di buona qualità, con una resa dell’inchiostrazione che valorizza il tratto di Kent in ogni dettaglio — dalle scene intime e silenziose ai devastanti scontri tra kaiju.

Il formato è quello classico dei volumi J-Pop, compatto e maneggevole, perfetto sia per la lettura che per essere esposto in libreria. La rilegatura brossurata garantisce robustezza, mentre la sovracopertina a colori, con la sua illustrazione potente e dinamica, cattura immediatamente l’attenzione grazie a una palette accesa e ben calibrata.

Unica piccola nota personale: forse si poteva fare qualcosa di più proprio sulla sovracopertina per valorizzare ulteriormente l’opera. Un dettaglio in rilievo, una finitura argentata o una verniciatura selettiva avrebbero potuto aggiungere quel tocco “premium” capace di far emergere ancora di più il volume sugli scaffali — e di strizzare l’occhio ai collezionisti più attenti.

Tuttavia, anche così, l’edizione si difende più che bene, risultando una prima uscita solida e gradevole, perfettamente all’altezza del valore narrativo e visivo del manga. Una bella aggiunta alla linea editoriale di J-Pop, e un ottimo modo per introdurre i lettori italiani al mondo di Gaea-Tima.


The post Manganalisi – Gaea-Tima 1 | J-Pop Manga appeared first on GameSoul.it.

Qual è la tua reazione?

Mi piace Mi piace 0
Antipatico Antipatico 0
Lo amo Lo amo 0
Comico Comico 0
Furioso Furioso 0
Triste Triste 0
Wow Wow 0
Redazione Redazione Eventi e News